Cinquecento anni di Carnevale: il grande rito di Offida
Mezzo millennio di celebrazioni tradizionali per il borgo in provincia di Ascoli Piceno, che tra bovi finti e congreghe si perde in un vortice “bacchico” in grande stile
C’è un borgo, ai piedi degli Appennini marchigiani, che da cinquecento anni celebra un coloratissimo Carnevale, con bovi finti e riti bacchici. È il Carnevale di Offida, comune di 4500 anime in provincia di Ascoli Piceno tra i fiumi Tesino e Tronto, che festeggia quest’anno il mezzo millennio esatto di attività. E lo fa, come di consueto, in grande stile: oltre un mese di feste, parate, gare di maschere e veglioni, che culmineranno il 13 febbraio.
La storia del secolare Carnevale di Offida
È del 1524 la prima menzione, negli statuti comunali, del Carnevale offidano: qui si prevede di concedere ai funzionari una giornata di vacanza (il Giovedì Grasso) e la sospensione dell’amministrazione della giustizia nella settimana di Carnevale. Ben diversa la durata delle celebrazioni odierne: si parla di un periodo di tempo tra il 17 gennaio (giorno di Sant’Antonio Abate) e il primo giorno di Quaresima, con appuntamenti lungamente preparati. Due sono le manifestazioni attorno a cui ruota la lunga festa di ispirazione bacchica (di cui trovate a questo link il calendario integrale): lu bov fint – un bue di legno e ferro portato a spalla e “istigato” dalla folla gridante (a mo’ di corrida) – e i vlurd – fasci di canne imbottiti di paglia, accesi e sventolati da centinaia di uomini e donne con indosso i guazzarò, vesti bianche di ispirazione contadina, e i berretti rossi – senza dimenticare i veglionissimi al Teatro Serpente Aureo.
Le Congreghe Storiche di Offida
Fondamentale è anche il ruolo delle Storiche Congreghe offidane, associazioni goliardiche che, accorpando nel tempo parenti e amici, girano per il paese a suon di musica e stabiliscono un proprio regolamento. Sono le diverse Congreghe a scandire, in un certo senso, il ritmo stesso delle celebrazioni, tra iniziative e competizioni. È celebre, per esempio, nella “Domenica degli Amici” (che precede di due settimane il giorno del Carnevale) la parata della mitica Congrega del Ciorpento, che dal cinquecentesco Palazzo Mercolini Tinelli sfila per tutta la città e termina il giro con lauti banchetti per membri e fiancheggiatori. E ancora, la mattina del Giovedì Grasso (in programma per questo 8 febbraio) una delle Congreghe riceverà dal sindaco le chiavi della città: da quel momento, il paese sarà simbolicamente nelle sue mani.
Giulia Giaume
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