“Firmitas, Utilitas, Venustas”: le performance del Padiglione Congo alla Biennale di Venezia 2024
Si terrà alla Gervasuti Foundation – Palazzo Canova, sede del Padiglione del Congo, e al Caffè Lavena in Piazza San Marco il ciclo di azioni e performance che riflettono sul concetto di “straniero”. Con artisti che provengono da tutto il mondo e molti italiani
Firmitas (solidità costruttiva), Utilitas (destinazione d’uso) e Venustas (bellezza) sono i principi vitruviani (dichiarati nel terzo libro del trattato De Architettura) a cui si ispira il ciclo di azioni e performance presentato tra la Gervasuti Foundation, sede del Padiglione del Congo, e il Cafè Lavena in Piazza San Marco durante i giorni di inaugurazione della 60ma Biennale d’Arte di Venezia, dal 18 al 20 aprile 2024. La rassegna riflette sulla città “straniera” – riprendendo il claim lanciato dal curatore Adriano Pedrosa Stranieri Ovunque – che non riconosce più se stessa e avanza diverse modalità di ricostruzione per una comunità di individui consapevoli.
“Firmitas, Utilitas, Venustas. A new paradigm”. La rassegna a Venezia
“È Venezia la città in cui il paradigma vitruviano Firmitas, Utilitas, venustas sembra incarnato in ogni dettaglio che l’occhio attento possa accarezzare con lo sguardo. Questo non è stato solo un criterio costruttivo o estetico. Venezia è stata crocevia di culture tenute insieme con gli stessi principi. Oggi, a nostro avviso è lei la vera esclusa, la “Straniera Ovunque”. I pochi cittadini rimasti, l’enorme turismo di massa da contingentare, la Biennale con i suoi abitanti alieni. Un patrimonio materiale e immateriale da preservare”, dichiara Federica Forti, curatrice del progetto. Sono Primož Bizjak (Slovenia, 1976), Alessandro Librio (Italia, 1982), Francesco Lauretta (Italia, 1964) e Luigi Presicce (Italia, 1976) fondatori della Scuola di Santa Rosa, Tao Qiu (Cina, 1980), Kay Zevallos Villegas (Peru) e Stephan Zimmerli (Francia) gli artisti che prenderanno parte a Firmitas, Utilitas, Venustas. A new paradigm, avendo sperimentato tutti con la propria esperienza la condizione di essere “stranieri ovunque”. Riflettendo sulla città, attraverso un’indagine oggettiva da più punti di vista, gli artisti offriranno una pratica in grado di recuperare i valori di stabilità di una comunità in dialogo: “la mission della Gervasuti Foundation è portare l’attenzione sugli argomenti scomodi che necessitano un megafono per essere gridati. Quest’anno con il progetto Lithium, il Padiglione Congo sta puntando i riflettori sulla post-antropizzazione, cioè sullo sfruttamento distruttivo delle risorse rivenduto come exit strategy per fronteggiare e risolvere gli stessi problemi che sta causando. Per questo motivo il Padiglione Congo ha scelto il progetto come evento inaugurale”, racconta Michele Gervasuti, presidente dell’omonima fondazione.
“Firmitas, Utilitas, Venustas. A new paradigm”. Il programma
La rassegna inaugura alle ore 22 di giovedì 18 aprile alla Gervasuti Foundation con la performance e installazione site specific realizzata da Kay Zevallos Villegas (KAY), Alessandro Librio e Stephan Zimmerli, per poi proseguire venerdì 19 e sabato 20, dalle 16.30 alle 20.30, presso il Cafè Lavena. Primož Bizjak presenterà con il banco ottico una visione di città capovolta da osservare lentamente, mentre la Scuola di Santa Rosa (Francesco Lauretta e Luigi Presicce) proporrà una tappa veneziana del progetto omonimo per ritrovare un senso di comunità condividendo la pratica del disegno. Tao Qiu, invece, inviterà il pubblico a partecipare a un colloquio intimo e individuale con l’artista attraverso le time capsules Tracing the objects, che conterranno informazioni su chi si trovava nello stesso luogo e alla stessa ora in Piazza San Marco, e Stephan Zimmerli disegnerà live una psicogeografia di mappe mentali di Venezia, basate sul racconto orale dei partecipanti.
Caterina Angelucci
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