“L’Auditorium di Roma non ha una tradizione nelle arti visive? Falso!”. La risposta a Pittèri 

La Fondazione Musica per Roma ha un know-how sulla musica ma non sulle arti visive, ha dichiarato l’Amministratore delegato uscente in una intervista su Artribune. Ma la curatrice della fondazione non ci sta. In questa lettera spiega perché

In seguito alla intervista rilasciata a Massimiliano Tonelli sulle colonne di Artribune lo scorso 24 luglio da  Daniele Pittèri  (manager culturale già in passato alla Fondazione Modena Arti Visive e al Santa Maria della Scala di Siena) amministratore delegato alla  Fondazione Musica per Roma, incarico cominciato nel 2021 e appena conclusosi, riceviamo e pubblichiamo la risposta di Anna Cestelli Guidi, curatrice, referente mostre espositive Fondazione musica per Roma. 

La risposta di Anna Cestelli Guidi 

Gentile Direttore,

scrivo qui in risposta alle dichiarazioni di Daniele Pittèri, l’amministratore delegato uscente di Musica Per Roma, pubblicate su queste pagine il 24 luglio in occasione dell’intervista sul bilancio del suo mandato relative alla “mancanza di know how rispetto all’arte e alle mostre” interno alla Fondazione per giustificare la totale assenza di un programma di arte visiva durante i quattro anni del suo mandato (2020-2024). 

Daniele Pitteri, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma
Daniele Pitteri, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma

Le parole di Daniele Pittèri 

Cito: “Dall’altra parte, Musica per Roma ha un grandissimo know-how sullo spettacolo, ma non ne ha sull’arte e sulle mostre. E ovviamente per acquisirlo ci vuole tempo, anche se personalmente ritengo, dopo quattro anni, che la soluzione più consona sia quella di attivare delle partnership programmatiche con chi questo know how lo ha già”. 
Vorrei ricordare che prima del suo arrivo nel 2020 la Fondazione aveva alle spalle un ricco programma di arte visiva consolidato negli anni, già quasi venti, e ramificatosi nel tempo in diverse linee progettuali, precisamente tenendo conto della peculiare identità del luogo, dedicato alla musica, della vocazione interdisciplinare e delle molteplici attività della Fondazione Musica per Roma all’interno di quel magnifico complesso architettonico disegnato da Renzo Piano che è l’Auditorium di Roma.  

La programmazione di Fondazione Musica per Roma 

Per questo motivo, più che entrare nel merito delle dichiarazioni di cui sopra, mi interessa piuttosto delineare alcune delle idee e linee di programmazione che abbiamo seguito e realizzato in passato e che credo siano ancora valide per una eventuale programmazione futura di arte visiva, adeguata e coerente con il ricco contesto delle attività della Fondazione.  
L’enfasi sul suono, sull’interdisciplinarietà e sulla performance è il potenziale immenso che offrono il luogo e il contesto, una potenzialità da esplorare con una programmazione espositiva con diversi formati e indirizzi per mantenere un approccio contemporaneo, sperimentale e innovativo in sintonia con l’identità e la mission fondativa della Fondazione, come centro non solo di concerti e di produzione musicale, ma centro di produzione culturale contemporanea tout court. 

Valentina Vannicola. Eravamo terraferma. Installation view at AuditoriumArte, Roma 2018 ©Fondazione Musica per Roma, photo Musacchio & Ianniello
Valentina Vannicola. Eravamo terraferma. Installation view at AuditoriumArte, Roma 2018 ©Fondazione Musica per Roma, photo Musacchio & Ianniello

L’attività espositiva di AuditoriumArte 

Una programmazione espositiva che indaghi la relazione tra suono e arti visive nelle pratiche artistiche contemporanee è non solo coerente con la vocazione della Fondazione ma è anche del tutto inedita nel panorama culturale italiano. Tramite essa la Fondazione potrebbe diventare il faro di pratiche contemporanee dedicate all’indagine tra arti visive e suono, situandosi all’interno di una rete di relazioni con altri centri di investigazione sonora e i festival sempre più diffusi, mettendo inoltre a frutto il patrimonio di contatti e collaborazioni con istituzioni, centri di ricerca, artisti e critici costruiti nel tempo. La ricerca sulle relazioni tra suono e arti visive, che in passato abbiamo già sperimentato con la progettazione di due formati espositivi – la rassegna periodica One Space/One Sound, concepita per lo spazio espositivo AuditoriumArte  inaugurata con la mostra di Massimo Bartolini nel dicembre del 2012 e arrivata alla sua 14esima edizione nel 2019; e il progetto sonoro con periodicità mensile Sound Corner iniziato sempre nel 2012, e per inciso l’unico progetto ancora in essere – rimane per noi una direzione fondamentale e di senso per l’eventuale futura programmazione di arti visive della Fondazione.  

Le pratiche performative all’Auditorium: Equilibrio 

Così come anche l’attenzione alle pratiche performative sempre più presenti nelle arti visive, centrali all’interno della creatività e dell’arte contemporanea. In questo senso la relazione con il festival annuale di danza contemporanea Equilibrio è stata e continua ad essere un punto di riferimento e uno stimolo, ma non solo. 
Insieme e parallelamente a queste linee programmatiche di base andrebbe considerata una programmazione che lavori in sintonia con le diverse attività della Fondazione, in relazione ad esempio con i Festival annuali – come  era divenuto oramai di prassi negli anni passati in occasione dei vari festival di Filosofia, Flamenco, Libri Come, Equilibrio, il Festival delle Scienza… -, commissionando ad artisti progetti in linea con i temi di volta in volta trattati, in modo da poter contribuire con una luce, un colore in più alla caleidoscopica identità multidisciplinare e contemporanea della Fondazione. 

Auditorium Parco della Musica, Roma
Auditorium Parco della Musica, Roma

L’architettura dell’Auditorium a Roma 

Oltre a questi indirizzi di programmazione contestuali alla vocazione principale e alle attività più generali della Fondazione, la stessa architettura dell’Auditorium offre grandi potenzialità per progetti di formato e misure diverse, dalle mostre nei grandi foyer alle sessioni di performance e ascolto sui giardini pensili, trasformando ciò che potrebbe superficialmente apparire problematico per le arti visive – la mancanza dei requisiti climatici museali e spazi opposti al  white cube tradizionale – nella sua forza: un’architettura magnifica che proprio in virtù della sua anti-musealità si dimostra molto congeniale a progetti site-specific e alla sperimentazione contemporanea. Ciò ha permesso agli artisti negli anni passati di misurarsi direttamente con le peculiarità dei diversi spazi dell’Auditorium per realizzare progetti inediti, come ad esempio le mostre nell’immenso Foyer Sinopoli che hanno animato fino al 2019 le sue grandi pareti offrendo al tempo agli artisti una visibilità che poche sedi museali possono vantare di avere, grazie al grande ventaglio di pubblici che le attività dell’Accademia di Santa Cecilia e della Fondazione Musica per Roma, che abitano la struttura di Renzo Piano, insieme richiamano. 

Auditorium: proposte per una programmazione 

Si arriverebbe così a consolidare una programmazione interdisciplinare invitando gli artisti a sfide diverse dalle mostre museali tradizionali per arricchire l’indagine e il confronto tra i diversi linguaggi e discipline artistiche. Una programmazione sempre mobile e in linea con il contesto del luogo, la musica, e i suoi spazi, l’architettura, e con la vocazione live e interdisciplinare della Fondazione, concepita come parte integrante di quella coesistenza di diversi linguaggi artistici che dà il senso a un centro culturale vivo, dinamico e contemporaneo quale essa vuole essere. 
Per concludere, e ringraziando il Direttore che mi ha offerto l’opportunità di rispondere alle singolari affermazioni nell’intervista sopra citata, mi preme ribadire che il know-how interno alla Fondazione non manca, ma semplicemente non è stato preso in considerazione e di conseguenza non è stato possibile lavorare a una programmazione legata alle arti visive. 

Anna Cestelli Guidi  

La risposta di Fondazione Musica per Roma

Egregio Direttore,
relativamente all’articolo intitolato “L’Auditorium di Roma non ha una tradizione nelle arti visive? Falso. La risposta a Pittèri” pubblicato in data 1 agosto a firma di Anna Cestelli Guidi, la Fondazione Musica per Roma precisa che: (1) l’organigramma della Fondazione non prevede e non ha mai previsto la figura e il ruolo di curatrice/curatore nel settore delle arti visive; (2) la signora Anna Cestelli Guidi è una dipendente della Fondazione, inquadrata al primo livello del contratto nazionale applicato, afferente all’area “Redazione contenuti editoriali, Relazioni e Partnership internazionali” con, fra le altre mansioni, quella di Referente per la Gestione delle attività del Sound Corner e delle Mostre, mansione che svolge sotto il coordinamento e la supervisione del responsabile d’area.

Entrando nel merito di quanto scritto nell’articolo suddetto, va evidenziato che nell’intervista dai Voi pubblicata lo scorso 24 luglio l’Amministratore delegato della Fondazione ha risposto a una Sua testuale domanda (Vi siete misurati anche con il mondo delle arti visive e delle mostre. Anche se il vostro enorme compound culturale non è (ancora) diventato una destinazione per chi vuole andarsi a vedere una mostra e forse quello non è neppure il suo ruolo …), sottolineando che, nonostante i tentativi fatti, non si è riusciti a far diventare l’Auditorium un luogo di grandi mostre ed un attrattore in questo ambito per il pubblico di riferimento, dovendosi ascrivere tale situazione oggettiva anche alla mancanza, all’interno della fondazione di questo specifico know how nelle arti visive e nelle mostre.

La signora Cestelli Guidi, nell’articolo a sua firma, da un lato equivoca palesemente (o vuole equivocare) il senso della risposta dell’Amministratore delegato, non inquadrandola nel contesto della domanda posta. Dall’altro, tuttavia, con il lungo e articolato catalogo di attività elencate, non fa altro che confermare l’affermazione dell’Amministratore delegato.  È palese che, l’enorme mole di mostre realizzate nel corso dei lustri precedenti e fino al 2019, pur se di interesse culturale (tanto che alcune attività sono continuate o sono state riprese nel corso dell’ultimo quadriennio), non sono riuscite né a qualificare l’Auditorium come un luogo di mostre d’arte, né a farlo diventare una destinazione per gli amanti di questo settore.

In merito ad alcune considerazioni iniziali e finali della signora Cestelli Guidi, la Fondazione rimarca che le sedi nelle quali deve avvenire l’attenta e compiuta trattazione di tali tematiche sono altre e ad esse rimanda.

Fondazione Musica per Roma

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Anna Cestelli Guidi

Anna Cestelli Guidi

Curatrice, Referente mostre espositive Fondazione musica per Roma 

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