Olimpiadi-mania. Un artista francese sta vivendo in una bottiglia galleggiante sul Canal Saint-Denis
L'artista estremo Abraham Poincheval ha iniziato la sua performance in occasione dell'apertura dei Giochi di Parigi. Il tutto durerà dieci giorni, che saranno rigorosamente passati all’interno della bottiglia gigante
Uno spazio di quasi sei metri per due, completamente trasparente e galleggiante. Ha attirato non poche occhiate la performance dell’artista francese Abraham Poincheval, che dall’apertura delle Olimpiadi di Parigi, la scorsa settimana, vive in una gigantesca bottiglia galleggiante. Poincheval passerà in tutto dieci giorni e altrettante notti all’interno della bottiglia, che fluttua sul Canal Saint-Denis appena fuori dallo Stadio Olimpico, senza mai uscire.
La performance in bottiglia di Abraham Poincheval
Una performance spettacolare, La Bouteille, ma non senza studio. L’idea di Poincheval è quella di analizzare il concetto di privacy, e il modo in cui si interseca con l’uso dello spazio pubblico: in un’epoca in cui “molte persone mettono la propria vita sui social media”, Poincheval si chiede “come viviamo sapendo di essere osservati in ogni momento”. Con tutta la preparazione del caso: l’artista 52enne ha iniziato il proprio isolamento con cibo e bevande (e un kit di pronto soccorso) che dureranno fino alla fine della sua “permanenza” in bottiglia. Questa dispone anche di una toilette a compost, una piccola turbina eolica e dei pannelli solari per fornire un minimo di luce e ventilazione.
La bottiglia di Poincheval
Poincheval non è nuovo a imprese di questo genere, tra l’eroico e l’assurdo, a cominciare dalla stessa idea della performance in bottiglia: l’intervento olimpico, iniziato il 25 luglio e in chiusura il 3 agosto, ricalca infatti un viaggio da lui compiuto tra il 2015 e il 2017 lungo il Rodano, da Lione alla Svizzera, compiuto sempre in una grande bottiglia.
L’arte assurda ed eroica di Abraham Poincheval
Ma c’è molto di più nel portfolio dell’artista performativo più spettacolare di Francia: nel 2014 ha trascorso tredici giorni dentro un orso imbalsamato (e svuotato) al parigino Musée de la Chasse et de la Nature, e nel 2016 è rimasto una settimana su una piattaforma alta 20 metri posta davanti alla Gare de Lyon. Nel 2017 ha trascorso sette giorni e notti all’interno di una roccia scavata con la forma della sua silhouette al Palais de Tokyo, l’anno successivo ha marciato per oltre cento chilometri con una pesantissima armatura, mentre nel 2021 ha deciso di guardare per sette giorni consecutivi un dipinto dell’artista astratto Hans Hartung con l’aiuto di un gigantesco paraocchi metallico. Attualmente è in mostra alla Fondation Louis Vuitton con l’opera Walk on Clouds del 2019, video in cui l’artista è sospeso sopra un baldacchino di nuvole con l’aiuto di un’imbracatura collegata a una mongolfiera.
Giulia Giaume
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