Ecco com’è andato l’evento di apertura del Romaeuropa Festival 2024

La rassegna dedicata alle arti performative contemporanee di Roma giunge alla sua 39esima edizione e inaugura al Teatro Costanzi. Protagonista della serata il prestigioso Ballet de l’Opéra de Lyon 

Per la prima volta il Teatro Costanzi – in virtù della collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma – ha ospitato l’opening dell’edizione 2024 del Romaeuropa Festival. Grazie anche al sostegno di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, è andata in scena un’intensa serata, caratterizzata dalla volontà di far dialogare passato e presente della danza contemporanea, sottolineando implicitamente eredità e innovazioni. Protagonista il Ballet de l’Opéra de Lyon, diretto da Cédric Andrieux, impegnato in un doppio programma: BIPED, la storica coreografia del padre della modern dance americana, Merce Cunningham, costruita sull’omonima composizione di Gavin Bryars – in scena con il suo ensemble -; e la novità Mycelium, ideata dal coreografo greco Christos Papadopoulos sul tappeto sonoro del musicista e produttore italo-greco Coti K., già collaboratore di artisti quali Yorgos Lanthimos e Dimìtris Papaioannou.

 

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Lo spettacolo “BIPED di Merce Cunningham al Romaeuropa Festival 2024 

Creato nel 1999, BIPED è una storica creazione di Merce Cunnigham, fra i massimi coreografi del Novecento, fondamentale innovatore del linguaggio della danza, e noto anche per la sua pluridecennale collaborazione con John Cage. Precisione e complessità dei movimenti; dialogo alla pari con la composizione musicale, le cui peculiarità influenzano e sono influenzate dalla partitura coreografica. A questo si aggiunge una particolare fascinazione verso le nuove tecnologie, tanto che, negli ultimi anni, Cunningham utilizzava il pc per disegnare le proprie coreografie. Grazie a BIPED gli spettatori più “anziani” hanno l’opportunità di rinverdire ricordi, lasciando ai più giovani quella di conoscere uno dei maestri della danza contemporanea, le cui innovazioni sono entrate nel vocabolario attuale di quest’arte. Opportunità che l’età degli interpreti del Ballet de l’Opéra de Lyon – lo sottolinea il direttore Cédric Andrieux che, nel 1999, fu proprio uno dei danzatori di BIPED – arricchisce di riflessioni e significati: i danzatori delle nuove generazioni hanno corpi diversi da quelli del secolo scorso e le loro più marcate flessuosità e snellezza evidenziano e, allo stesso tempo, risolvono con particolari agilità e grazia, le numerose difficoltà tecniche della coreografia. 

BIPED di Merce Cunningham interpretato dal Ballet de l'Opéra de Lyon
BIPED di Merce Cunningham interpretato dal Ballet de l’Opéra de Lyon

“BIPED” di Merce Cunningham vista attraverso il Ballet de l’Opéra de Lyon a Roma 

Quella del Ballet de l’Opéra de Lyon, dunque, non è mera ricostruzione filologica, ma implicita messa alla prova della costante eloquenza di un linguaggio del passato e, allo stesso tempo, la sua inevitabile e, per quanto quasi impercettibile, reinvenzione. Ed è significativo, a questo proposito, che mentre gli aspetti tecnologicamente innovativi dello spettacolo di Cunningham – le proiezioni degli ologrammi dei danzatori e delle forme digitali ideate allora da Kaiser e Eshkar – appaiono paradossalmente “datati”, assai più “contemporanei” risultano i costumi, e soprattutto i movimenti, che disegnano traiettorie costantemente variate e imprevedibili, rigettando la simmetria pur nella loro precisissima partitura.

Christos Papadopoulos copyright Elina Giounanli (1)
Christos Papadopoulos copyright Elina Giounanli

Lo spettacolo “Mycelium” di Christos Papadopoulos al Romaeuropa Festival 2024 

Il Ballet de l’Opéra de Lyon, a differenza delle tradizionali compagnie di balletto, si distingue per la scelta di ridefinire il concetto di “repertorio”. Accanto alla riproposta di coreografie di artisti oramai “storici” quale appunto Cunningham ovvero Trisha Brown, l’invito a creare nuovi spettacoli rivolto a coreografi dell’avanguardia, quali Boris Charmatz, Marcos Morau e Christos Papadopoulos. Il coreografo greco, classe 1982, sta portando avanti una propria originale ricerca artistica in cui convivono minimalismo, precisione, approfondita e autentica passione per il mondo scientifico e naturale ma anche inevitabili reminiscenze della cultura classica del proprio paese. Per il Ballet de l’Opèra de Lyon, Papadopoulos ha creato Mycelium, rigorosissima e quasi ipnotica coreografia ispirata, come suggerisce il titolo, al micelio dei funghi e, in particolare, alla sua struttura ramificata. In scena, diciannove interpreti nerovestiti si muovono come un corpo unico, con piccoli ma variati movimenti di spalle e gambe: organismo naturale ma anche coro tragico, stormo ma anche truppa impegnata nell’autodifesa. Un corpus unitario e compatto nel quale, nondimeno, sono rese man mano evidenti le singole individualità dei danzatori, cui è richiesta una costante consapevolezza della propria presenza. Cinquanta minuti di intensa concentrazione, un qui e ora che dal palco ingloba la platea, un flusso di comunicazione ed emozione che tramuta il teatro Costanzi in un unico organismo intento a garantirsi, rigorosamente insieme, una sopravvivenza non soltanto materiale.

I prossimi appuntamenti con la danza del Romaeuropa Festival 2024

Dopo il coinvolgente opening con il doppio programma portato in scena dal Ballet de l’Opèra de Lyon, la danza contemporanea internazionale torna sul palcoscenico del Romaeuropa Festival con gli altri appuntamenti realizzati in collaborazione con Dance Reflections by Van Cleef & Arpels. Tra questi ricordiamo: Outsider di Rachid Ouramdane con il Ballet du Grand Théâtre de GenèveClose Up di Noé Soulier su composizioni di J.S. Bach eseguite dall’Ensemble il Convito diretto da Maude Gratton, How in salts desert is it possible to blossom… della coreografa sudafricana Robyn Orlin con i danzatori di Garage Dance EnsembleaCORdo della brasiliana Alice Ripoll. A questi si aggiungono Beethoven 7, coproduzione del Festival e nuova tappa della ricerca fra musica e movimento della coreografa tedesca Sacha Waltz, Grip di Jan Martens, Maldonne della travolgente Leïla Ka, e il marocchino Taoufiq Izeddiou con Hors du monde.

Laura Bevione 

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Laura Bevione

Laura Bevione

Laura Bevione è dottore di ricerca in Storia dello Spettacolo. Insegnante di Lettere e giornalista pubblicista, è da molti anni critico teatrale. Ha progettato e condotto incontri di formazione teatrale rivolti al pubblico. Ha curato il volume “Una storia. Dal…

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