Torino Art Week 2024. La forza aggregativa che hanno avuto degli eventi collaterali
A settimana dell’arte torinese appena conclusa, un report che fa il punto sugli eventi collaterali, ufficiali e non, capaci di attrarre e far incontrare tra loro mondi diversi, dal museo all’azienda di occhiali
Al netto dei tanti disagi logistici e di organizzazione, il bilancio della Art Week di Torino appena conclusa, per quanto riguarda gli eventi collaterali ufficiali e non, è piuttosto positivo. Perché la forza della settimana dell’arte torinese è quella di attrarre e aggregare tra loro soggetti di provenienze diverse – istituzionali, imprenditoriali, associative, private – e di farne cassa di risonanza. Così, come può succedere di ri-scoprire luoghi della città che un tempo erano altro e oggi rivivono sommessamente, lontano dai clamori mediatici.
Il video all’ex zoo e la collaborazione con C2C
Stiamo parlando del Parco Michelotti, per oltre trent’anni giardino zoologico di Torino, poi chiuso e abbandonato e ora riqualificato: è qui che il video dell’artista georgiano Andro Eradz, con gli animali impagliati disturbati dai fuochi d’artificio ha avuto la sua giusta collocazione. Non si tratta di un lavoro site specific perché è stato presentato alla Biennale di Venezia nel 2022, ma si è sposato perfettamente col contesto, riattivandolo. Che è quello che dovrebbe sempre fare un progetto speciale di una fiera pubblica come Artissima che, in questo caso, ha acceso i riflettori su un luogo un po’ dimenticato della città, collaborando anche con C2C (Club To Club) che ha curato per l’occasione una speciale selezione musicale da ascoltare dal proprio device, tramite QR Code.
La performance in auto di Cristian Chironi
Un mood, quello del riadattamento di opere già esistenti, che si è ritrovato nell’ottima performance di Cristian Chironi, Torino Drive, che per quattro giorni, dal MAUTO al quartiere Lingotto, ha fatto da autista a cittadini e turisti, ospitandoli nella sua Fiat 127 Special, ribattezzata Camaleonte. Un’auto che da sei anni attraversa le città di mezzo mondo, inseguendo l’idea dell’architetto svizzero Le Corbusier di “casa come macchina da vivere”, e del conterraneo Costantino Nivola, anche lui di Orani. “Le mostre e il viaggio che faccio sono solo un pretesto per incontrare le persone e sollevare questioni”, ci ha raccontato Chironi. E infatti i temi usciti sono stati più attuali che mai e tagliati sul territorio: “Come mai la metro chiude alle 10 di sera? La città è ancora sostenibile? Esiste ancora la Fiat?”. La musica non è mancata anche qui perché nell’abitacolo si potevano ascoltare brani di musicisti amici, tra cui 14 pezzi donati da Paolo Fresu, in concerto in quei giorni al Teatro Carignano.
La performance targata Lunetta 11 e la mostra del premio Vanni occhiali
Trombettista jazz amante delle contaminazioni Fresu, tanto quanto Giorgio Li Calzi che ha incantato il pubblico nella sua performance a Casa Gramsci, in coppia con il musicista elettronico Paolo Dellapiana, in grado di controllare le frequenze di un raggio laser con la forza dei suoi neuroni. A pochi passi da questo luogo storico, trasformato in hub del contemporaneo (arte e ora anche musica) dai galleristi Francesco Pistoi e Claudia Zunino di Lunetta 11, c’era la mostra Embrace, la capsule-collection di occhiali d’artista ideata da Elisa Alberti per VANNI occhiali, e presentata presso il loro showroom in piazza Carlina, dopo aver vinto il Premio VANNI #Artistroom l’anno scorso ad Artissima. Una collaborazione proficua quella tra l’occhialeria creativa torinese e la fiera, che va avanti da quattro edizioni, e che certifica la lungimiranza di un’impresa del territorio che da anni fa da trampolino di lancio di artisti emergenti e mid career (Chironi è stato il loro primo artista a creare una collezione limited edition).
Claudia Giraud
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