Gli appuntamenti di arti performative da vedere nelle prime settimane di novembre 2024
Un festival internazionale vocato da sempre all’interdisciplinarietà e l’omaggio a Morricone di un coreografo visionario quale Marcos Morau ma anche l’avvio delle tournée di attesi spettacoli di prosa, da Tondelli a Koltès, da Don Giovanni a un’ironica riflessione su cultura e politica…
Torna a Bologna Gender Bender, il festival internazionale incentrato sull’esplorazione degli immaginari culturali e artistici legati al corpo e al genere; ma il capoluogo emiliano ospita anche il debutto di Uno spettacolo italiano, creato e interpretato dall’inedita coppia formata dai giovani attori, autori e registi Niccolò Fettarappa e Nicola Borghesi. Entrano nel vivo, poi, le tournée di tre spettacoli che hanno visto il loro debutto nell’ambito di Romaeuropa: da Notte Morricone, l’omaggio al celebre compositore disegnato dal coreografo spagnolo Marcos Morau, ai testi di due autori contemporanei morti troppo presto: il Tondelli di Altri libertini e il Koltès di Roberto Zucco. Girerà tutta la penisola, infine, la nuova incarnazione del mito di Don Giovanni escogitata da Arturo Cirillo.
Gender Bender /Bologna
Va in scena a Bologna, dal 31 ottobre al 9 novembre 2024, la XXII edizione di Gender Bender, il festival internazionale curato da Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli e caratterizzato da una esplicita vocazione interdisciplinare. Danza, arti visive, cinema, letteratura: linguaggi affiancati e intrecciati in un cartellone mirato a stimolare un dialogo positivo quanto inedito sui generi, i corpi e i desideri. Da non perdere le prime nazionali dei lavori di tre coreografi di diversa nazionalità ma tutti residenti in Germania: James Batchelor, Margarida Alfeirão e Moritz Ostruschnjak. Ma, anche, Reface, in cui i francesi Les Idoles indagano le molteplici modalità e potenzialità della trasformazione fisica; e The Garden, opera di Gaetano Palermo che sfida le abitudini degli spettatori, fondendo i dispositivi del cinema, della danza, del teatro e delle arti visive.
Notte Morricone/CCN Aterballetto/Roma
Fino al 10 novembre il Teatro Argentina di Roma ospita Notte Morricone, la nuova produzione del Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto dedicata al celebre compositore italiano e affidata alla visionaria creatività del coreografo spagnolo Marcos Morau, che racconta che lo spettacolo: “si svolge nel crepuscolo di una notte ordinaria nella vita di un creatore, che solo e stordito davanti ai suoi fogli, prende appunti e visualizza melodie per film che non esistono ancora, facendo rivivere le storie nell’aria rarefatta della sua stanza. La notte sarà piena di visitatori, alcuni musicisti, che risponderanno alla sua chiamata creativa per registrare le sue fuggevoli idee in uno studio di registrazione improvvisato. E lì, tra i fogli e le note musicali, apparirà il ragazzo, quello che voleva essere un medico, quello che sapeva di non suonare mai la tromba come Chet Baker ma il destino aveva riservato per lui un posto migliore, fatto apposta per lui, il posto che lo avrebbe reso un’icona per l’eternità. […] C’è uno spazio di malinconia in noi che si riempie di immagini e di una musica che ha la capacità di trasformare il presente nel passato e il passato nella necessità di essere ogni giorno persone migliori; e questo è già un motivo sufficiente perché la vita abbia un significato.”
Altri Libertini /Tondelli/Lanera
Per la prima volta arriva sul palcoscenico l’opera che segnò l’esordio letterario di Pier Vittorio Tondelli, giornalista, saggista, narratore e drammaturgo scomparso nel 1991 a soli trentasei anni. La raccolta di racconti Altri libertini fu pubblicata nel 1980 e temporaneamente sequestrata per oscenità per la cruda verità dei personaggi e degli ambienti descritti: ragazzi, spesso costretti ai margini della società e in cerca di una propria identità, politica-sociale-sessuale, nell’Italia della fine degli anni ’70. La regista, autrice e interprete Licia Lanera ha scelto di lavorare su tre di quei racconti, costruendo un’unica narrazione di cui è protagonista in scena insieme a Giandomenico Cupaiolo, Danilo Giuva e Roberto Magnani. Dopo il debutto a Romaeuropa, lo spettacolo è al Teatro Studio Melato di Milano fino al 3 novembre e poi in tournée fino a metà dicembre.
Roberto Zucco/Koltès/Giorgina Pi
Dopo la prima, ospitata nell’ambito di Romaeuropa festival, è in cartellone fino al 10 novembre al Teatro Gustavo Modena di Genova e poi dal 21 al 24 al Fabbricone di Prato, l’ultima opera di Bernard-Marie Koltès, scritta alla vigilia della tragica morte del drammaturgo francese nel 1989, ad appena 41 anni. Roberto Zucco è dunque un testo postumo, ispirato a un oscuro fatto di cronaca di cui fu protagonista un certo Roberto Succo che, dopo aver massacrato i genitori ed essersi macchiato di svariati altri sanguinosi crimini, concluse la propria esistenza con un suicidio in carcere. La regista Giorgina Pi ha scelto di affrontare questo testo complesso e ambiguo mossa dal “desiderio di leggere un dramma attraverso gli occhi di un eroe negativo. […] Portare in scena il male, l’indifendibile e, oltre ogni morale, quello che l’autore mette sullo sfondo dal primo all’ultimo verso: il rischio di affacciarsi sul mondo per l’ultima volta, compresa la sua attrazione per questo assassino feroce.” Il dramma di Koltès, privo di ogni retorica, è – continua la regista – “un gioco tagliente che sembra dirci quanto è potente e doloroso vivere quando non si ha più nulla da perdere.”
Don Giovanni/Molière/Mozart/Cirillo
Dopo aver aperto la stagione del Mercadante di Napoli, arriva ad Ancona, dal 31 ottobre al 3 novembre e poi parte per una lunga tournée in giro per la penisola il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Arturo Cirillo: il suo Don Giovanni è una personalissima reinterpretazione del celebre mito, un’incarnazione contemporanea del libertino per eccellenza. Cirillo ricorre a forme e linguaggi diversi, combinando il dramma di Molière con il libretto scritto da Da Ponte per l’opera di Mozart, da cui sono riprese numerose arie. Dell’autore francese viene valorizzata la capacità di lavorare su un comico paradossale e ossessivo; del librettista, la poesia e la leggerezza, così da conquistare una “drammatica leggerezza”. Tragico e comico, riflessività e levità convivono dunque in uno spettacolo che vuole prima di tutto raccontare la parabola di “chi non vuole, o non può, fare a meno di giocare, recitare, sedurre; senza fine, ogni volta da capo, fino a morirne”.
Uno spettacolo italiano/Fettarappa/Borghese
Debutta il 7 novembre al Teatro delle Passioni di Modena e poi ritornerà in primavera all’Arena del Sole di Bologna, Uno spettacolo italiano, ideato e intrepretato dall’inedita coppia composta dagli attori, autori e registi Niccolò Fettarappa e Nicola Borghesi. I due, con amara ironia, si interrogano sulla situazione politica del nostro paese utilizzando quale strumento il teatro, “l’unica cosa che sanno fare.” Il romano Fattarappa e il bolognese Borghesi si trovano a vivere in un’Italia cambiata, in cui i loro “spettacolini di sinistra” non hanno più spazio. Per sopravvivere in un mondo in cui “hanno vinto loro” e non sapendo fare altro nella vita se non teatro, l’unica soluzione che vedono è quella di diventare artisti di destra.
Laura Bevione
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