Una mostra per sole donne. Il successo definitivo dell’esperimento australiano
Dopo denunce e ricorsi, riapre per un mese di festeggiamenti l'installazione riservata alle donne del Museum of Old and New Art di Hobart, in Tasmania. Che ha dato agli uomini un assaggio di discriminazione
Questa storia inizia d’estate, con un Picasso nel bagno. O meglio, con un Picasso spostato in un bagno, per aggirare una denuncia di discriminazione sporta da un visitatore di sesso maschile del Museum of Old and New Art (MONA) di Hobart, in Tasmania. Questo perché il museo australiano aveva inaugurato, a dicembre 2020, l’installazione Ladies’ Lounge dell’artista e curatrice del museo Kirsha Kaechele, che prevedeva l’esposizione di dipinti e disegni (anche di Pablo Picasso) con ingresso riservato alle sole persone che si identificavano come donne. Due anni e mezzo dopo, nell’aprile 2023, un uomo ha protestato la propria esclusione, scatenando un brillante botta e risposta (anche legale) sul tema della discriminazione di genere.
Ladies Lounge, l’opera di Kirsha Kaechele
L’opera d’arte esperienziale era stata pubblicizzata dal MONA – di proprietà del marito di Kaechele, il collezionista David Walsh – come uno “spazio tremendamente sontuoso” dove le donne potevano concedersi “stuzzichini decadenti, drink raffinati e altri piaceri da signorine” serviti da un “favoloso” maggiordomo maschio mentre si godevano la migliore arte del museo all’interno di una stanza foderata di velluto verde. Un commentario abbastanza diretto sulla storia patriarcale dei club per soli uomini, e delle leggi che hanno perpetrato le discriminazioni contro le donne negli spazi pubblici. Su segnalazione dell’uomo, però, il museo era stato citato in giudizio per discriminazione contro di lui e tutti i visitatori paganti “non donne”. L’artista, “deliziata” della risposta alla sua provocazione, si era presentata in tribunale con altre 25 donne, tutte vestite da ufficiali navali e coordinate in una coreografia. “Gli uomini stanno vivendo l’esperienza del Ladies’ Lounge perché il loro rifiuto è l’opera d’arte stessa”, aveva commentato Kaechele. “Certo, gli uomini hanno un’esperienza diversa rispetto alle donne, ma sicuramente la stanno vivendo esattamente come era stata concepita”. Un assaggio, quindi, della discriminazione e dell’esclusione che molte donne hanno sperimentato nel corso della storia: l’artista ha aggiunto di credere che le donne “meritino sia pari diritti sia privilegi speciali sotto forma di diritti diseguali”, come mezzo di risarcimento per le ingiustizie storiche, “per un minimo di 300 anni”.
Il Tribunale civile e amministrativo della Tasmania aveva tuttavia dato ragione all’uomo stabilendo che la mostra violava l’Anti-Discrimination Act australiano del 1998. “Il requisito è che dovrà essere aperta agli uomini, e questo non accadrà“, ha detto l’artista: l’installazione ha chiuso i battenti.
La mostra per sole donne spostata in bagno
Kaechele però non si è data per vinta, andando a contestare la decisione della corte e offrendo diverse alternative per far rivivere il concetto dell’opera con una sessione di domande e risposte sul sito del museo. Ed eccoci tornati al bagno: il museo australiano, che aveva solo bagni unisex, ha approvato una ristrutturazione richiesta dall’artista stessa per avere bagni divisi, e poter così esporre le opere dentro quelli per sole donne, ristabilendo il senso dell’installazione. “Mentre la Ladies’ Lounge subisce una serie di riforme per soddisfare le esenzioni richieste per la riapertura, ho fatto un po’ di ristrutturazione. Ho pensato che alcuni dei bagni del museo avrebbero potuto essere rinnovati”, ha commentato l’artista, che ha poi pubblicato su Instagram un video e delle immagini delle opere trasferite in situ e incoraggiando “tutte le donne” a godersi la nuova mostra.
La vittoria del Ladies’ Lounge
Nel settembre 2024 si è andati in appello: e qui l’artista ha vinto. Il giudice ha deciso di annullare la prima sentenza perché la legge consente la discriminazione se promuove “pari opportunità” per un gruppo emarginato. L’opera offre “alle donne una rara visione di cosa significhi essere avvantaggiati piuttosto che svantaggiati”, ha commentato. “Ci sono voluti 30 secondi per emettere la decisione, 30 secondi per reprimere il patriarcato”, ha commentato l’artista trionfante. Con una stoccata finale: “Il verdetto di oggi dimostra una semplice verità: le donne sono meglio degli uomini”. Di conseguenza, la Ladies’ Lounge è stata riaperta per un mese, dal 19 dicembre 2024 al 13 gennaio 2025, per un “giro di celebrazioni vittoriosa”. Tra opere d’arte e performance commissionate, le donne tornano quindi a essere servite da maggiordomi, prendendosi, con un bicchiere di bollicine, una “tregua dal patriarcato”.
Giulia Giaume
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