Gli spettacoli di teatro in Italia più significativi del 2024
I 5 spettacoli visti durante la stagione teatrale 2023-24 di cui ci ricorderemo a lungo e che vorremmo rivedere. La lista
La stagione teatrale 2023-24 ha visto brillare tre imponenti produzioni internazionali e due spettacoli che, tratti rispettivamente da una romanziera desolata ma potente come Ágota Kristóf e da un drammaturgo quale Wajdi Mouawad, capace di far risuonare archetipi classici nella contemporaneità, hanno mostrato la fertile temerarietà di altrettante compagnie italiane.
Rohtko / Łukasz Twarkowski
Non è un errore, anzi, l’episodio alla base del fluviale (quasi quattro ore) spettacolo del regista polacco Łukasz Twarkowski (classe 1983) nasce proprio da quell’inversione di consonanti. Nel 2004, infatti, un dipinto di Mark Rothko venne venduto alla cifra record di otto milioni di dollari ma, sette anni dopo, proprio quel dettaglio minimo rivelò la falsità di quell’opera. Twarkowski parte da questa storia vera per costruire uno spettacolo monumentale – una scenografia imponente che, per mezzo di un meccanismo tanto raffinato e complesso quanto apparentemente fluido, consente la convivenza di più spazi – incentrato sulla riflessione sul senso e il valore dell’arte. Proposto nel cartellone del Festival Presente Indicativo del Piccolo di Milano, Rohtko porta in scena collezionisti ingenui e vanitosi e galleristi senza scrupoli, giovani artisti che per campare fanno i camerieri e lo stesso, nevrotico, Mark Rothko, colto nel suo tutt’altro che idilliaco ménage matrimoniale. Uno spettacolo che impressiona per la stupefacente macchina scenica e avanza con spavalda e ironica serietà temi attuali: non soltanto il rapporto fra originale e copia ma lo statuto di un NFT…
Bérénice /Jean Racine / Romeo Castellucci
La Triennale di Milano ha ospitato lo scorso marzo lo spettacolo che Romeo Castellucci ha liberamente tratto da un classico della letteratura francese, la tragedia di Jean Racine che rievoca il mito della regina di Giudea portata dall’imperatore Tito a Roma e poi da lui abbandonata. Castellucci, forse il più visionario e rigoroso regista italiano, amato però più all’estero che nel nostro paese, fa di Bérénice una sorta di monologo con contorno di simboliche figure silenti, affidandone l’interpretazione alla magnetica Isabelle Huppert. La costruzione scenografica, gli oggetti di scena, il disegno sonoro, gli eleganti costumi indossati dalla protagonista concorrono a costruire uno spettacolo di concentrata e potente densità, tanto curato in ogni minimo dettaglio formale quanto empaticamente sentito. Un lavoro che suggerendo la fragilità dei maschi al potere, esalta l’intima e consapevole conoscenza della vita da parte della donna.
Oresteia / Theodoros Terzopoulos
Maestro indiscusso del teatro greco contemporaneo, creatore di un linguaggio scenico arcaico e allo stesso tempo contemporaneo, Theodoros Terzopoulos ha inaugurato il 77° Ciclo di Spettacoli Classici con il suo ultimo spettacolo, un’Oresteia che condensa in tre ore e mezza la trilogia di Eschilo – Agamennone, Coefore ed Eumenidi – riservando un ruolo determinante al coro. Il regista greco disdegna le diffuse interpretazioni psicanalitiche e preferisce evidenziare l’originaria funzione del teatro nell’antica Atena, luogo privilegiato di riflessione e discussione oltre che di cambiamento. Terzopoulos, nondimeno, sa bene che la catarsi non è più possibile eppure riconosce l’urgente necessità di denunciare quanto la violenza, la brama di sangue e di potere siano mali intrinseci all’umanità. E nel suo spettacolo, caratterizzato da costante e vibrante tensione, s’interroga e ci invita a interrogarci, sulla reale bontà dei mezzi che l’umanità, in questi due millenni, è stata in grado di escogitare per tenere a bada la propria natura ferina…
Trilogia della città di K. / Ágota Kristóf / Federica Fracassi / Fanny & Alexander
Un’impresa ambiziosa e sulla carta piuttosto ardua: portare in scena il corposo capolavoro della scrittrice ungherese, naturalizzata svizzera, Ágota Kristóf (1935-2011). Una sfida vinta, però, dall’attrice Federica Fracassi e dai suoi complici Chiara Lagani e Luigi De Angelis – ossia la compagnia ravennate Fanny & Alexander. Prodotto dal Piccolo di Milano, Trilogia della città di K. è uno spettacolo capace di restituire la natura di soffocante e perturbante visionarietà del romanzo di Kristóf, grazie anche alla particolare messa in scena ideata da De Angelis e caratterizzata dalla coesistenza sul palco di una vera e propria “foresta” di schermi sospesi nel vuoto che consentono una pluralità di visione e di punti di vista. Il microcosmo perverso e desolato ritratto dalla scrittrice ungherese è ricreato con rigorosa e allo stesso tempo appassionata dedizione, aderendo alla funzione che la scrittrice stessa attribuiva all’arte, ovvero quella di dare una forma e guardare negli occhi i fantasmi e gli incubi dell’umanità.
Come gli uccelli / Wajdi Mouawad / Marco Lorenzi
Il drammaturgo di origini libanesi Wajdi Mouawad ha saputo elaborare una poetica in cui convivono motivi della tragedia classica e drammi contemporanei, spesso legati alla tormentata realtà del proprio paese natale. Ne è una esemplare testimonianza questo Come gli uccelli, che la compagnia Il Mulino di Amleto, guidata dal regista Marco Lorenzi, ha meritoriamente portato in scena, in uno spettacolo prodotto da A.M.A. Factory, TPE – Teatro Piemonte Europa, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Nazionale di Genova; in collaborazione con ERT – Emilia-Romagna Teatro Fondazione, Festival delle Colline Torinesi. Tutto inizia con l’amore che sboccia fra Eitan, di origini ebraiche, e Wahida, di origine araba: da qui un percorso attraverso i continenti e la storia recente che è itinerario di scoperta di sé e delle contraddizioni del presente. Un cast coeso e appassionato ci fa vivere l’insanabile conflitto fra israeliani e palestinesi ma anche quello fra generazioni. Uno spettacolo ricco di emozioni e di riflessioni tutt’altro che superficiali…
Laura Bevione
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