Il Vangelo in scena per la Biennale di Venezia. Tra teatro, musica, video
Diviso in 10 atti, il progetto speciale della Biennale di Venezia è recitato da attori di teatro e cinema sempre diversi. Noi abbiamo seguito quello con Dario Aita di Parthenope

Appena trascorsi l’edonismo e le baldorie del carnevale a Venezia risuona la concentrata, sofferta riflessione di uno dei più grandi teologi medievali, Eckhart von Hochheim, meglio noto come Meister Eckhart, sul testo del più filosofico dei Vangeli, quello disteso da Giovanni. Un avvio di Quaresima di grande suggestione, che per volontà della Biennale di Venezia è andato in scena in uno spazio inconsueto e affascinante, il portego delle colonne della Scuola Grande di San Marco, atrio del monumentale complesso cinquecentesco oggi noto come Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo.
Il Progetto Speciale dell’Archivio Storico della Biennale
Il Progetto Speciale dell’Archivio Storico della Biennale basato sull’Expositio Sancti Evangelii secundum Iohannem (Commento al Vangelo di Giovanni) di Eckhart si articola in cinque serate: il primo ciclo di spettacoli è andato in scena tra il 5 e il 9 marzo e il secondo viene proposto in replica fino al 15 marzo. Ogni serata del primo ciclo è stata introdotta da significative personalità della scena culturale e religiosa veneziana e internazionale, come Peter Sloterdijk, Cristiana Collu, Monica Centanni, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia. A declamare il testo sono stati gli attori Federica Fracassi, Leda Kreider, Dario Aita (l’attore del film Parthenope di Paolo Sorrentino), mentre la musica corale che si alterna alla recitazione è stata affidata al Coro della Cappella Marciana diretto dal Maestro Marco Gemmani. Drammaturgia e regia sono a cura di Antonello Pocetti e l’ideazione scenica di Antonino Viola, mentre le immagini video sono progettate da Andrew Quinn e la proiezione del suono è curata da Thierry Coduys.




Lo spettacolo che rilegge in musica e parole il Vangelo di Giovanni
Lo spettacolo ha luogo all’interno di una struttura appositamente realizzata, di formato rettangolare, nella quale trovano posto il pubblico, i coristi, disposti su pedane che corrono lungo le pareti, e gli attori, al centro, in piedi su una pedana schermata da un tendaggio, richiamo alla dimensione ultraterrena e misterica del sacro. Nelle due serate che abbiamo seguito, quelle dell’8 e del 9 marzo, il testo era dedicato a due dualismi fondamentali, rispettivamente quello tra bene e male e quello tra anima e corpo. I tre attori sono riusciti nell’impresa (per nulla scontata) di comunicare con chiarezza il contenuto altamente filosofico delle parole, senza rinunciare a sottolinearne anche l’aspetto emotivo con l’aiuto gli interventi corali di canto gregoriano, magistralmente eseguiti dal coro marciano.
Il Vangelo secondo Giovanni: tra sound design e proiezioni video
Il Medioevo che ne risultava è stato ammantato di contemporaneità dal sound design della serata e dalle proiezioni video che scorrevano sulle pareti, avvolgendo completamente gli spettatori. Si può parlare quindi di un risultato di grande equilibrio, tra logos e coinvolgimento emotivo, tra passato e presente. L’ascoltatore esce dal suggestivo portego con l’arricchimento che solo una grande riflessione filosofica e teologica, trasmessa con un’operazione di rara sensibilità artistica, può dare.
Fabrizio Federici
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