Biografilm 2011. Fra rivoluzione digitale, globalizzazione e coscienza ecologica
Settima edizione per il festival bolognese che si occupa di “International Celebration of Lives”. Terminato lunedì scorso, ha incoronato Jeff Malmberg. Ma in dieci giorni ha mostrato molto altro.
Il Biografilm Festival 2011 fa l’en plein. E si conferma uno degli eventi culturali più rilevanti di Bologna, proiettandosi in modo sempre più proficuo a livello internazionale. Con un’edizione, la settima, caratterizzata da una notevole partecipazione di pubblico e sponsor che, grazie al genio di Andrea Romeo ed Emanuela Ceddia, hanno decretato l’International Celebration of Lives come immancabile appuntamento annuale della cultura cinematografica.
Oltre al consueto spazio della Cineteca di Bologna, che per dieci giorni si è trasformato nel Global Village con grafiche ispirate al cubo di Rubik e una nuova piscina antistante la biblioteca, il Biografilm ha aperto al parco del Cavaticcio, affianco alla Manifattura delle Arti, il Bioparco. Una nuova area dedicata ai momenti ludici dei visitatori, con musica, banchetti ecologici, bar e tavolini all’aperto. Un punto molto frequentato dal nutrito pubblico del festival.
Gli anni ’80, che hanno segnato in modo indelebile più di una generazione, sono stati il fulcro tematico. Con un programma variegato, che ha celebrato il mondo del cinema, della musica, dell’arte, della cultura tout court con proiezioni, retrospettive, incontri incentrati sulla vita e sui progetti delle personalità creative che hanno rivoluzionato il mondo. Non a caso, gli argomenti basilari affrontati nell’edizione 2011 sono stati l’inizio della rivoluzione digitale, la rinascita della coscienza ecologica, l’inizio della globalizzazione nella postmodernità.
Ma il fil rouge che ha ispirato la selezione dei film in gara nella sezione ufficiale è stato il “turning point”. Ovvero quel punto di non ritorno che, nel percorso esistenziale dell’uomo, può essere rappresentato da una storia d’amore, un successo, ma anche un trauma, un episodio topico che sconvolge la vita. È stato infatti il film di Jeff Malmberg, Marwencol (Usa, 2010), a ricevere il premio Best Life Awards 2011. Poetico è il viaggio del protagonista nel suo passato, attraverso un mondo di bambole in cui si rifugia dopo il trauma di un’aggressione subìta.
Anche l’attivista Ingrid Betancourt, una delle ospiti principali del festival, ha ricevuto il plauso del pubblico del Biografilm con l’Audience Awards per il docu-film 6 years in the jungle (Francia, 2010) di Angus Macqueen. Mentre il Premio Lancia è stato conferito al film di Paul Thomas e Matt Harlock American: the Bill Hicks Story (Usa, 2009), sulla vita del comico statunitense che ha sempre espresso le sue opinioni, anche in contraddizione col sistema.
Cecilia Pavone
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati