Arte Povera, ricca editoria
E dopo le due interviste a Germano Celant, si passa a questioni editoriali. Perché la rassegna sull’Arte Povera ha portato con sé anche qualche tonnellata di carta. Dal catalogo, che è una raccolta di saggi, a un bel dvd.
Il megaprogetto celantiano dedicato all’Arte Povera ha come immancabile corollario la stampa o ristampa di un buon numero di prodotti editoriali che permettono di integrare e approfondire la conoscenze del movimento.
Innanzitutto c’è il catalogo licenziato da Electa, unico per l’intera kermesse, ed è già un fatto pressoché inedito e indubbiamente consono alla strutturazione del progetto stesso. Arte Povera 2011 (pagg. 688, € 50) è però un catalogo atipico, nel senso che non è un table book in cui le immagini hanno il sopravvento sui testi. Tutt’al contrario, assomiglia più a volume di studio, in cui di Arte Povera parlano sì Celant e i direttori dei musei che ospitano le mostre (da Cicelyn ad Anna Mattirolo), ma pure Claire Gilman e Daniel Soutif, Richard Flood e Massimiliano Gioni, Hans Ulrich Obrist e Angela Vettese. Vien da pensare che, allestite tutte le mostre, un librone fotografico vedrà la luce per chiudere il cerchio.
Ancora Celant e ancora Electa per il monumentale Arte Povera. Storia e storie (pagg. 560, € 70), mandato in libreria a giugno, dunque in forma di lancio/prologo alla serie di esposizioni. Il corpo centrale del libro è costituito dalla ristampa anastatica di Arte Povera. Storie e protagonisti, risalente al 1985. Prima e dopo, l’attuale volume raccoglie altri scritti di Celant dedicati all’Arte Povera, in parte inediti, la cronologia delle mostre dedicate al movimento dal 1967 al 2010 e una nutrita bibliografia.
Per cambiare punto di vista, restando nell’alveo delle pubblicazioni datate 2011, utile è la lettura di Arte Povera (pagg. 240, € 24), volume edito da Abscondita che raccoglie le interviste realizzate da Giovanni Lista ai protagonisti del movimento. Risalgono a un periodo che va dal 1995 al 2006 e sono integrate da una testimonianza dello stesso Lista sulla mostra di Amalfi del 1968, nonché da un lungo saggio critico del medesimo autore.
Va da sé che non poteva esimersi dal partecipare alla celebrazione la Hopefulmonster di Beatrice Merz, casa editrice torinese che per ovvie ragioni ha nell’Arte Povera il suo punto di forza. Per l’occasione propone la versione in dvd di un lavoro risalente al 2000: Arte Povera (28’30’’, € 25) raccoglie in mezz’ora scarsa materiali d’archivio (dalla succitata rassegna di Amalfi alla Biennale di Venezia del ’97, quella curata da Celant appunto) relativi ad alcune mostre del movimento e dei singoli appartenenti allo stesso, nonché interviste agli artisti, a Celant, a critici e galleristi.
Quanto ai libri focalizzati sui singoli artisti, la produzione anche recente è considerevole. Ci limitiamo qui a segnalare un volume fresco di stampa, dedicato a Gilberto Zorio (pagg. 396, € 60). Lo ha curato Gianfranco Maraniello ed esce in seguito alla mostra dello stesso Zorio allestita prima al MAMbo e poi al Centro Galego de Arte Contemporánea. Segno tangibile di quanto anche il museo bolognese presti un’attenzione particolare all’Arte Povera e alla sua promozione all’estero, e dunque si sia meritato l’onore di aprire le danze di questa colossale rassegna.
Marco Enrico Giacomelli
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Articolo pubblicato su Artribune Magazine #3
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