Le ciliegine di Laura
Laura Morante alla sua prima prova registica. Una commedia (romantica) degli equivoci che sembra sempre sul filo della débâcle. Ma che resiste. Miracolosamente. E alla fine convince. Ancora una volta, protagonista il rapporto uomo-donna.
C’è una sola ciliegina sulla gigantesca fetta di torta al cioccolato con cui Amanda e Bertrand festeggiano il loro primo anno d’amore. Amanda non beve champagne, eppure Bertrand ha ordinato proprio quello. Lei si distrae un attimo e l’unica ciliegina sparisce nella bocca del suo uomo. È come la goccia che fa traboccare il vaso, ma all’inverso: la ciliegina su una torta che Amanda e Bertrand hanno cucinato insieme, per poi risultarne nauseati.
Convince la prima prova di Laura Morante regista. A metà strada fra film francese e commedia alla Woody Allen, Ciliegine ha il suo perché, e coinvolge lo spettatore senza mai perdere ritmo. A partire da quella ciliegina, Amanda capisce che con Bertrand (Frédérick Pierrot) le cose non possono funzionare. Lui la assilla continuamente con la ricerca di una casa dove andare a vivere insieme, e lei fugge. Secondo il marito psicologo della sua amica Florence (la Isabelle Carré di Emotivi Anonimi), lei è affetta da androfobia: ha talmente paura degli uomini che finisce per distruggere ogni embrione di relazione di coppia. E infatti il povero Bertrand non ha niente che non vada: non è un Adone ma la ama e ne sopporta le nevrosi fino ai limiti estremi.
Per la sera di Capodanno, dopo l’episodio della ciliegina, Amanda va a cena con Florence e i suoi colleghi di ufficio, e lì conosce Antoine (Pascal Elbé), bello e tenebroso. A dir la verità un po’ pesce lesso, ma è proprio questa sua riservatezza e sensibilità che colpiscono Amanda, abituata a un uomo che sistematicamente si dimentica ogni particolare per lei rilevante (dalla sua refrattarietà alle bevande gassate agli orari in cui prenotarle lo shiatsu). Convinta per un malinteso che Antoine sia gay, Amanda ne fa il suo migliore amico. Con lui diventa finalmente se stessa: libera, entusiasta, spontanea. Non mette in scena atteggiamenti distruttivi perché sa che con lui può solo costruire una bella amicizia. Ma Antoine non è gay, è reduce da una separazione sofferta con la ex moglie Valerie (Vanessa Larré), va in analisi e la sua pacatezza nasconde tanta rabbia repressa. Eppure si fa conquistare da Amanda, inconsapevole dell’equivoco sentimentale in cui è incappato. Pensa che lei sia disinteressata, non immagina che lo creda gay. La storia va avanti in una commedia degli equivoci che sta in bilico pericolosamente sul filo della caduta di stile, del banale, della faciloneria, eppure non vi cade mai, regge il colpo.
Amanda è ottimamente interpretata dalla stessa Laura Morante, perfetta come donna nevrotica e androfobica così come amica e amante appassionata. Isabelle Carré, nei panni di Florence, spicca come comprimaria in un cast di volti perlopiù sconosciuti ma ben assortiti. (c’è un cameo di Ennio Fantastichini che interpreta l’arabo Mr. Faysal). Funziona meno il personaggio di Antoine, che convince solo in relazione ad Amanda: obiettivamente l’espressione da pesce lesso non rende giustizia, e conquista poco il pubblico.
Amanda dice che ci piace ciò che ci fa paura, per Antoine qualcosa ci fa paura perché ci piace. E in effetti lui sembra intimorito da quella che è Amanda quando non si reprime. È una forza della natura. Cosa può nascere fra un uomo e una donna quando non c’è di mezzo il sesso? Forse qualcosa di davvero puro e speciale, quando un rapporto non parte viziato dal desiderio fisico. Lei pensa che lui non possa amarla e desiderarla, lui pensa che lei non lo ami né lo desideri, eppure sembrano fatti l’uno per l’altra. In un tourbillon di eventi , fraintendimenti , nevrosi, tutto va come deve andare, e quando si teme l’epilogo buonista, si rimane sorpresi da un finale irriverente.
Silvia Novelli
Laura Morante – Ciliegine
Francia / 2012 / 85’
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