Bentornato papà
Dopo quarant’anni di vagabondaggio, E. F. Bloodworth torna a casa, in una sperduta provincia tra le montagne del Tennessee. Così comincia il primo film di Shane Dax Taylor, non distribuito in Italia e perciò degno di finire nella rubrica L.I.P. di Giulia Pezzoli.
Ad “accogliere” E. F. Bloodworth al ritorno a casa ci sono i tre figli (Boyd, Warren e Brady) che, fortemente segnati da un’infanzia senza un padre, hanno condotto le loro vite con difficoltà, dedicandosi principalmente all’alcool e a relazioni sentimentali fallimentari. Ognuno di loro affronterà l’arrivo del padre in modo diverso: Boyd scapperà alla disperata ricerca della moglie che lo ha lasciato anni prima, Warren si dedicherà a sesso e droghe di vario tipo con la sua nuova “assistente” e Brady, pieno di rancore, cercherà di tenere il padre il più lontano possibile dalla madre e dalla sua casa. Solo Fleming, l’unico nipote, proverà per il nonno curiosità e affetto, riconoscendone i difetti famigliari e cercando di capirne la difficile scelta.
Tratto dal romanzo Provinces of Night di William Gay, Bloodworth di Shane Dax Taylor descrive con intelligenza e sensibilità un dramma collettivo, la storia di una famiglia nata e cresciuta nell’arretratezza culturale della provincia americana. I personaggi, ben delineati e verosimili, pur distinguendosi per reazioni e azioni, percorrono la stessa tragica linea “fatale” che, partita dal padre, segue i membri della sua famiglia, condannandoli alla follia e alla disperazione. Solo Fleming, grazie all’amore per Raven (Hilary Duff) e alla capacità di mantenere un atteggiamento umile e curioso verso il proprio mondo, riuscirà a sfuggire a un destino segnato da esempi sbagliati.
Il rispettoso silenzio della moglie sulle reali motivazioni che hanno portato E. F. Bloodworth a vagabondare per quarant’anni (segno di infinita devozione e lealtà verso l’amato consorte) non solo non aiuterà i figli nella loro vita adulta, ma pregiudicherà, al momento opportuno, ogni possibilità di salvezza per l’intera famiglia.
Accompagnato dalle note country di T-Bone Burnett e da alcuni brani originali dello stesso Kristofferson, Bloodworth è un’opera prima di tutto rispetto che analizza con lucidità le conseguenze devastanti di un fraintendimento, di un segreto celato troppo a lungo per un’intera generazione.
Giulia Pezzoli
Shane Dax Taylor – Bloodworth
USA / 2010 / 105’
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #5
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati