Una scossa al sistema
“Le vere false teste di Modigliani” è il titolo del recente film di Giovanni Donfrancesco su una storia che quasi trent’anni fa ha messo in crisi dal suo interno il sistema dell’arte. Un episodio che risale al 1984 ma che parla ancora forte e chiaro.
Era il 1984 e a Livorno, la sua città natale, si celebrava il centenario della nascita di Amedeo Modigliani con una mostra al Museo Progressivo di Arte Moderna. La rassegna di piccole dimensioni – sono esposte solo quattro sculture – passa inosservata. Proprio mentre la mostra è in corso, dopo una serie di interminabili polemiche, la direttrice del museo Vera Durbé, riesce a convincere la municipalità a dragare il Fosso Reale di Livorno: pare che il giovane Modì, non contento del risultato, ci avesse buttato nel 1909 alcune sculture. Ma è solo una leggenda.
Nel giro di una settimana vengono pescate ben tre opere. La direttrice gongola, i grandi della storia dell’arte – da Cesare Brandi a Giulio Carlo Argan a Carlo Ludovico Ragghianti – gridano al miracolo e riconoscono nelle tre sculture, a dire il vero bruttarelle, la mano di Modigliani. La città si riempie di curiosi, di turisti, di appassionati d’arte; la fama della direttrice, sorella del sovrintendente alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, è alle stelle; in venti giorni arrivano in città oltre 50mila persone.
Dopo qualche giorno il settimanale Panorama pubblica una notizia sconvolgente: almeno una delle tre sculture è opera di un gruppo di studenti burloni. Ci sono immagini che documentano la bravata. L’hanno fatta con un trapano elettrico. Il mondo della critica, dell’accademia entra in crisi. In breve si scopre che anche le altre due sono state fatte pochi giorni prima da un pittore, che sbarca il lunario lavorando al porto, tale Angelo Froglia, un ex appartenente al gruppo armato di estrema sinistra Azione Rivoluzionaria, che si era fatto filmare durante la realizzazione dei “capolavori”. Angelo Froglia dichiarerà, diversi anni dopo, di essere stato incaricato da terzi dell’esecuzione dei falsi. Da chi?
Quando la figlia di Modigliani apprende la notizia del ritrovamento, prepara armi e bagagli per arrivare in Italia e smascherare quello che da subito ritiene un falso. Forse per distrazione, forse per aver messo un piede in fallo, cade dalla scala di casa, a Parigi, e rovina al suolo: morta. Insomma, un noir in piena regola. Ufficialmente, tuttavia, non ci sono vincitori né vinti: come spesso accade, tutto rimane irrisolto.
Oggi l’eventuale reato è caduto in prescrizione per decorrenza dei tempi. Una cosa è certa: è stato un colpo da maestro, forse incosciente, forse no, nei confronti di un sistema, quello dell’arte. Con i suoi baroni, solo apparentemente granitico.
Angela Madesani
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #7
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