Tyrannosaur. Ma nulla a che vedere con Jurassic Park
La rubrica L.I.P. - Lost In Projection di Giulia Pezzoli ha scovato un’altra pellicola passata quasi inosservata in Italia. Un consiglio per una visione serale, opportunamente accomodati sul proprio divano.
Disoccupato e alcolizzato, Joseph non si è mai completamente ripreso dalla morte della moglie, avvenuta per malattia qualche anno prima. La solitudine e la rabbia che non riesce più a contenere lo spingono a provocare, procurandogli risse e problemi col vicinato. Un giorno, cercando di sfuggire all’ennesima aggressione, si rifugia tra gli abiti usati di un Charity Shop e lì conosce Hanna, la proprietaria, una donna gentile ed estremamente credente, apparentemente pacificata col mondo, che gli offre riparo e compassione. Per Joseph e per Hanna è l’inizio di una lenta evoluzione che, passando attraverso dubbi e incertezze, cambierà definitivamente lo sguardo di entrambi i personaggi verso la vita e il proprio futuro.
Tyrannosaur è un film duro, che parla di solitudine e senso di colpa, di disperazione e violenza. Paddy Considine (già attore per Shane Meadows, Ron Howard e Jim Sheridan) esordisce magnificamente alla regia di un lungometraggio e sceglie con saggezza l’attore inglese Peter Mullan (un magnifico Joseph) come compagno di viaggio per questo film spietato e brillante. Ambientato nelle periferie di una Londra cupa e triste, dove speranza e felicità sembrano totalmente bandite, Tyrannosaur si inserisce a pieno titolo nella grande tradizione del cinema di impegno civile inglese. Con sensibilità e attenzione, Considine delinea i suoi personaggi: concentrandosi sulla loro complessa e tormentata interiorità, sul loro dolore e sul senso di inadeguatezza che guida ogni loro azione. Descrive l’ambiente socioculturale da cui provengono, i loro amici, le loro abitudini, cerca di fornire un quadro “completo” perché molto è il “non-detto” e ancora di più è il “già vissuto” che dobbiamo cercare di capire.
Considine mantiene un ritmo serrato, una tensione latente e continua, senza mai cedere a banali sentimentalismi; sceglie una storia semplice, senza la pretesa di inventare nulla, e la trasforma in un vero e proprio pugno nello stomaco. Straordinarie e commoventi le performance attoriali di Mullan e Olivia Colman (anche lei eccezionale nei panni di Hanna) che combattono ogni giorno per riconquistare una serenità ormai perduta, cercando disperatamente di sopravvivere a se stessi e ai propri errori.
Giulia Pezzoli
Paddy Considine – Tyrannosaur
Regno Unito / 2011 / 91’
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #15
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