The Water Diviner: l’esordio alla regia dell’ex gladiatore Russell Crowe
Un brano “minore” della storia contemporanea: il ruolo di chi, dall’Australia, combatté la Prima guerra mondiale. È quello che indaga – al suo esordio alla regia – l’ex gladiatore Russell Crowe.
1919: la Prima guerra mondiale è finita da quasi due anni, ma per Joshua Connor (Russell Crowe), agricoltore australiano di mezz’età, le battaglie non sono terminate: poco prima della sua morte, infatti, aveva promesso alla moglie di andare a Gallipoli – teatro, quattro anni prima, di una delle più cruente e sanguinose battaglie del conflitto –, luogo da cui non hanno mai fatto ritorno i suoi tre figli, partiti volontari per combattere tra le fila dell’ANZAC – Australian and New Zealand Army Corps. In terra turca, però, le cose si complicano: nessuno, a parte la giovane e avvenente padrona (l’ex bond girl Olga Kurylenko) dell’albergo in cui soggiorna a Istanbul e suo figlio Orhan (Dylan Georgiades), sarà disposto a dargli una mano. In più, Connor si troverà di fronte a una montagna di vincoli burocratici e una rigida struttura militare, che non sembra intenzionata a spendere tempo e risorse nella ricerca. Uno dei suoi ufficiali – il maggiore Hasan (Yılmaz Erdoğan), che in guerra si combatteva sul fronte opposto – tuttavia gli restituirà la speranza: il più grande dei suoi figli potrebbe essere ancora vivo.
Viaggio nell’arida e magniloquente Anatolia del secolare Impero Ottomano, The Water Diviner – che in italiano significa ‘rabdomante’ – è l’esordio dietro la macchina da presa di Russell Crowe, l’ex gladiatore recentemente visto come patriarca biblico in Noah di Darren Aronofsky. Produzione indipendente a basso costo (il budget è stato di circa 12 milioni di dollari), il film è basato su una sceneggiatura scritta da Andrew Anastasios insieme a Andrew Knight, ispirata a una lettera di un tenente colonnello dell’esercito australiano, tale Cyril Hughes, che parlava di un uomo giunto in Turchia dall’Australia per cercare la tomba di suo figlio (“Un vecchio è riuscito ad arrivare qui dall’Australia per cercare la tomba di suo figlio”).
Attratto da una forma di narrazione decisamente classica – che non può fare a meno di rimandare alla memoria Gli anni spezzati di Peter Weir – Crowe dà vita a un dramma storico in cui, più volte, riproduce personaggi e situazioni già ampiamente passati sul grande schermo, come l’improbabile storia d’amore fatta di ammiccamenti e di frasi non dette. Ad ogni modo, si percepisce nel cinquantenne attore neozelandese la volontà di andare oltre, per indagare una porzione piccola ma significativa della storia contemporanea, tramite una vicenda che parla in egual misura di barbarie quanto della possibilità di trovare negli esseri umani (anche quelli etichettati come “nemici” da far fuori senza sé e senza ma) dei punti di convergenza.
Marcello Rossi
Russell Crowe – The Water Diviner
Australia/USA/Turchia – 2014 – 111’ – drammatico
www.eaglepictures.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati