A Roma gli occupanti del Piccolo America provano a riaprire il Cinema Troisi
Il grande sogno di rivalorizzazione delle sale cinematografiche che parte dal quartiere di Trastevere a Roma sta diventando realtà concreta. Burocrazia permettendo.
Roma, o meglio il quartiere Trastevere, è in festa per il cinema. I ragazzi del Piccolo America sono riusciti a mettere un primo tassello del grande piano di rivalorizzazione cinematografica della zona. Dopo quattro anni di chiusura riaprono le porte del Cinema Troisi, in seguito a un importante ripristino architettonico della sala coordinato dagli stessi ragazzi. Sono loro i protagonisti di una storia non ancora del tutto a lieto fine, ma dalla trama inconfondibile di una vera e propria commedia all’italiana. Dalla occupazione del Cinema America al “casareccio” Piccolo America, dal Cinema Pirata per le strade della città fino all’arena in piazza a San Cosimato. Un sogno che diventa una avventura!
IL BANDO PER LA GESTIONE DEL CINEMA TROISI
“Più di un anno fa abbiamo vinto il Bando per la gestione del Cinema Troisi, ma purtroppo per via dei tempi pachidermici delle istituzioni e di alcuni ricorsi presentati dalla Mediaport SRL di Giorgio Ferrero e dai terzi classificati al bando non si è ancora potuti arrivare all’inizio dei lavori”, commenta Valerio Carocci, Presidente associazione Piccolo Cinema America. “Con gli altri ragazzi del Piccolo Cinema America però, mentre venivano vinti tutti i procedimenti pendenti dall’avv. Giangiacomo, non abbiamo perso tempo ed abbiamo lavorato per creare la base per l’investimento necessario per la ristrutturazione del futuro Cinema Troisi: in due anni abbiamo raccolto oltre 120 mila euro. Ora, forti di alcune garanzie bancarie già presentate ai tempi del concorso pubblico (da parte di Nicola Giuliano della Indigo Film e Carlo degli Esposti della Palomar), stiamo cercando di trovare il resto dei fondi per non dover aprire un mutuo a 20 anni”.
Una sfida iniziata qualche anno fa e che mostra quanto il cinema possa ancora in Italia essere attuale e necessario, anche tra i più giovani. Non solo un’arte fine a se stessa ma anche un momento di condivisione tra diverse realtà. “Il Cinema Troisi, oltre a diventare un punto di riferimento a 360gradi per l’intera città di Roma, si pone l’obiettivo di entrare in sinergia con altre esperienze virtuose italiane: parteciperanno all’evento tre realtà che, prima di noi, hanno già aperto nuove frontiere nel campo della promozione cinematografica all’interno dei territori”, continua Valerio Carocci.
LA RIAPERTURA DEL CINEMA TROISI
I ragazzi del Piccolo America, sin dalla prima occupazione, hanno dimostrato il grande interesse di rivalorizzazione del cinema, del quartiere definendo una propria identità: giovane, vivace e per nulla sterile di contenuti o fini. Negli anni hanno saputo muovere piccoli e grandi passi in una città in cui la settima arte è fortemente politicizzata, riuscendo a creare un dialogo mai aggressivo con i poteri forti e trovando in diversi produttori comprensione, affetto e maggiore spinta. Dalla città si sono spostati verso fuori, entrando in contatto con altre realtà, altri luoghi in cui il coraggio di fare cinema e di resistere con la sala cinematografica alla crisi dell’audiovisivo non è mai mancato. “In questi luoghi non è il film a fare il pubblico, bensì il lavoro quotidiano sul territorio, l’identità del cinema e la sua conseguente umanizzazione in quanto operatore culturale. Questi spazi, attivandosi come catalizzatori di nuove energie, hanno costruito attorno alle proiezioni cinematografiche delle vere e proprie comunità temporanee, che tradotte in termini economici, rappresentano anche incassi cinematografici interessanti. Li abbiamo conosciuti, visitati, ascoltati e seguiti, ognuno di loro ci ha regalato un pezzettino per costruire la gestione del Cinema Troisi e chissà se, crescendo – conclude Valerio Carocci – non si riesca a mettere finalmente insieme le forze per una futura più grande avventura”.
Alla riapertura del Cinema Troisi, il 17 maggio, sono previsti gli interventi di Paola Corti (Cinema Beltrade di Milano), Andrea Frenguelli (Post Modernissimo di Perugia), Michele Crocchiola (Cinema Stensen di Firenze), Riccardo Costantini (CinemaZero di Pordenone) e gli architetti Claudia Tombini e Raffaella Moscaggiuri.
–Margherita Bordino
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