Morto Paolo Villaggio, l’ultima grande maschera del cinema italiano. Aveva 84 anni
Da Fantozzi a Federico Fellini, la nostra fotogallery celebra il grande Paolo Villaggio, scomparso a Roma a 84 anni. I suoi film, le scene cult, le canzoni e i libri di un grande maestro del cinema italiano.
È morto a Roma, ad 84 anni, Paolo Villaggio, nato a Genova nel 1932. Dopo Totò, l’ultima grande maschera del cinema italiano. Diventato famoso nella televisione italiana in bianco e nero con personaggi quali il cattivissimo Professor Kranz o Giandomenico Fracchia, Paolo Villaggio, attore, scrittore, regista di origine ligure, entra nell’immaginario collettivo con la fortunatissima serie di “Fantozzi”. I primi due della serie Fantozzi (1975) e Il Secondo Tragico Fantozzi (1976), che narrano le vicende dello scalognatissimo ragioniere Ugo, immagine plastica dell’italiano piccolo –borghese, sono presto diventati due pellicole di culto, piccoli grandi capolavori, non subito riconosciuti dal mondo del cinema e della critica, che li ha prontamente classificati come di “serie B”.
I LIBRI, I FILM, LA MUSICA
Il personaggio, accompagnato dai grandi Gigi Reder (Filini), Anna Mazzamauro (la Signorina Silvani), Liù Bosisio e, successivamente Milena Vukotic (la Pina), Giuseppe Anatrelli (Calboni), Plinio Fernando (Mariangela), nasce da una precedente serie letteraria (i libri, cui si rifanno questi due film sono del 1971 e del 1974), scritta dallo stesso Villaggio, ancora più poetica e crudele, in cui alla sapienza comica si unisce una immagine della vita esistenziale. Ma la maschera di Fantozzi ha sfondato le barriere del settarismo elitario e Paolo Villaggio è stato riconosciuto da molti grandi registi.
I REGISTI E LE COLLABORAZIONI
Primo tra tutti Federico Fellini, che ha coinvolto l’attore nel suo La voce della luna (1989), seguito poi da Ermanno Olmi con Il segreto del bosco vecchio (1993) e Mario Monicelli, Cari fottutissimi amici (1994). Con De André, amico di lunga data, Villaggio scrive nel 1963 i testi per le bellissime, e anche divertenti, canzoni Il fannullone/Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers.
Cantore con i suoi personaggi dell’alienazione sociale e della relazione compromissoria e faticosa tra impiegato e datore di lavoro, a chi negli ultimi anni gli chiedeva la situazione professionale delle nuove generazioni commentava: Il Fantozzi di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso. E alle brutte doveva guardare in forma coatta la Corazzata Potiomkin (il capolavoro parafrasato di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn), che era proprio un gran film.
–Santa Nastro
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