Cinema d’animazione. Il ritorno di Cars
Atteso ritorno sul grande schermo di una saga amatissima dai piccoli spettatori. Una nuova avventura in compagnia di Saetta McQueen, con qualche novità.
Dal 14 settembre Saetta McQueen, la macchina da corsa protagonista dell’universo Cars di casa Pixar/Disney, è tornato finalmente a sgommare nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Stavolta, a contendergli la Piston Cup ha trovato un nuovo antagonista: si chiama Jackson Storm ed è l’ultimo modello di una nuova generazione di sofisticate automobili, velocissime, ipertecnologiche, praticamente imbattibili. Saetta sembra inesorabilmente destinato a soccombere di fronte alle nuove leve. Per vissuto personale, però, sa anche che i pronostici sono fatti per essere smentiti e che – lo insegna bene l’intramontabile mito dell’American Dream – il segreto del successo spesso risiede nella determinazione e nella forza di volontà che è in ciascuno di noi. Perché la tecnologia non è tutto. La velocità non è tutto. Contano anche l’esperienza, la strategia, il controllo. Saetta perciò non ci pensa proprio a “far largo ai giovani” e ad arrendersi senza lottare. Neppure un incidente in gara, che lo costringe a un periodo di ritiro forzato dalle corse, riesce a farlo desistere. Ricordando con nostalgia il suo mentore e maestro “Doc” Hudson Hornet, riprende al più presto gli allenamenti, determinato a tagliare per primo il traguardo, dimostrando a tutti di essere ancora il numero uno. Si realizzerà nuovamente il suo sogno?
UNA QUESTIONE DI GENERAZIONI
Nella staffetta tra “vecchio” e “nuovo”, in Cars 3 – di fatto vero sequel del primo capitolo della saga di automobili antropomorfe dopo lo spin-off in chiave “spy” Cars 2 e alcune altre creazioni derivative come Planes, Planes 2: Missione antincendio e la miniserie Cars Toon – il primo elemento di ricambio si registra ai vertici, con la regia affidata all’animatore Brian Fee, che ha preso il posto del leggendario John Lasseter. Anche nel plot si inseriscono alcune new entry: oltre al già citato Jackson Storm, c’è il vecchio Smocky, allenatore e confidente del compianto Doc, e soprattutto la personal trainer Cruz Ramirez, secondo logiche di political correctness femmina, latina e destinata ad avere un ruolo cruciale nel film.
Che alla tecnologia, ai muscoli e agli sponsor ci si possa sempre opporre con il valore del sacrificio, della perseveranza e del sudore (in questo caso ruggine e fango) era chiaro già fin dai tempi di Rocky, sport movie per eccellenza. Ma Cars 3 decide di imboccare una strada diversa, provando sì la via della resistenza al fattore tempo, propendendo però, alla fine, per un’onesta accettazione dei propri limiti e dell’avanzare degli anni. Il tema chiave del film è, infatti, il passaggio tra generazioni, con i “vecchi” che abbracciano i nuovi arrivati con tutto il loro corredo di irruenza ed energia, per affiancarli fino alla meta.
RISE AND FALL
Così com’è accaduto per il capostipite della saga a motori, anche Cars 3 non segnerà una svolta né lascerà impresso un segno decisivo nella storia del cinema e dell’animazione, com’è invece accaduto con altri film di punta della scuderia (Toy Story, Wall-E, Up o Inside Out), ma si fa certamente apprezzare offrendo spettacolo, intrattenimento e qualche spunto di riflessione non banale adatto a un pubblico di tutte le età. Sviluppato sul modello classico del rise and fall, Cars 3 finisce per trasformare l’inevitabile fase di declino in una decisiva opportunità di rinascita.
‒ Beatrice Fiorentino
USA, 2017 | 109’ | regia: Brian Fee
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #39
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