“Il signor Rotpeter”, film fantasy ispirato a Franz Kafka di Antonietta De Lillo arriva al cinema

Presentato alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia, il film fantasy della De Lillo è un piccolo gioiello di cinema, teatro e letteratura: una intervista ad una scimmia che ha scelto il varietà al posto dello zoo. E una riflessione sociale e antropologica che prende vita dalla penna di Kafka e arriva in scena con Marina Confalone.

“Lo zoo è il posto fisso”, scrive Franz Kafka in Una relazione per un’Accademia. Si tratta di un racconto comparso sulle pagine di una rivista nel 1917, una lezione universitaria tenuta dal signor Rotpeter, una scimmia diventata uomo che davanti ad una platea di studenti ripercorre la sua metamorfosi. Antonietta De Lillo, regista e giornalista, propone un ritratto di questa scimmia-uomo attraverso una intervista che oscilla tra il passato e il presente. La stessa regia si muove su due piani: da una parte i frammenti della lezione universitaria kafkiana, come fossero la messinscena del suo passato, dall’altro il presente.

LO SPECCHIO DELL’UOMO

Il signor Rotpeter di Antonietta De Lillo è interpretato da Marina Confalone. È la stessa attrice che ha ispirato la regista, dopo aver messo in scena all’Università Federico II di Napoli il racconto di Kafka. Il personaggio che propone la De Lillo sul grande schermo è un vero caratterista cinematografico portavoce di grandi ideali umani quali libertà, sopravvivenza, via d’uscita. Il signor Rotpeter altri non è che un ritratto della natura umana immerso nella nostra vicina contemporaneità. Rotpeter cammina per le strade di Napoli, nei giardini comunali di Molosiglio, percorre le scale dell’Università, osserva le famiglie che trascorrono la domenica nel bosco di Capodimonte, e infine concede una lunga intervista ad una giornalista invisibile. Una scimmia che preferisce il varietà allo lo zoo, che sceglie di scegliere e di non essere vincolata al posto fisso, ma al tempo stesso si costringe all’interno della vita umana in abiti da uomo, potendo però decidere nuovamente cosa fare. Il signor Rotpeter riflette sul nostro tempo, sulla libertà e sul cambiamento, mettendo anche in discussione le giovani generazioni. La scimmia di Marina Confalone e di Antonietta De Lillo (e di Kafka!) altri non è che lo specchio dell’uomo: ovvero uno strano individuo in continua metamorfosi e con una serie infinita di dubbi e interrogativi.

Il Signor Rotpeter di Antonietta De Lillo

Il Signor Rotpeter di Antonietta De Lillo

L’EVOLUZIONE E LA RIVOLUZIONE DELL’ARTE

“Il signor Rotpeter è una ex scimmia diventata umana per salvarsi dalle sevizie degli uomini. Nella sua metamorfosi così sentita riesce ad imitare le persone al punto da elaborare un pensiero e un linguaggio”, spiega Marina Confalone. Una metamorfosi che è anche un grande omaggio all’arte tutta come dice la De Lillo: “il signor Rotpeter sceglie alla “sicurezza” dello zoo il varietà, l’arte. È quindi un omaggio anche alla creatività, alla possibilità e all’importanza della cultura e del nostro mestiere che comunque può offrire una via d’uscita. Secondo me la via d’uscita è l’immaginazione e in qualche modo questo personaggio riesce ad avere una immaginazione così forte da poter compiere una trasformazione impossibile”. Il signor Rotpeter, presentato alla 74 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, continua il suo viaggio, fermandosi a Roma. E si spera trovi presto una distribuzione, magari sulla piattaforma Netflix.

– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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