Serie tv. Il terrificante Racconto dell’Ancella
Si intitola The Handmaid’s Tale la serie televisiva non ancora arrivata in Italia e già cult. Ispirata al romanzo omonimo di Margaret Atwood, è ambientata in un universo distopico, purtroppo non così lontano dalla realtà.
La serie televisiva The Handmaid’s Tale, la cui prima stagione è composta da dieci episodi, è stata ideata da Bruce Miller e distribuita negli Usa da Hulu, mentre in Italia la serie sarà trasmessa da TIMvision dal 26 settembre. Agli Emmy Awards, tenutisi lo scorso 17 settembre, ha fatto incetta di premi: miglior serie drammatica, migliore attrice protagonista con Elisabeth Moss e miglior attrice non protagonista con Ann Dowd.
La fonte è il romanzo omonimo di Margaret Atwood, pubblicato in Canada nel 1985 e l’anno successivo nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Fra il romanzo e la serie tv, da segnalare altri due adattamenti: il film di Volker Schlöndorff con sceneggiatura di Harold Pinter, uscito nel 1990; l’opera con la regia di Poul Ruders e libretto di Paul Bentley nel 2000.
NON SOLO DISTOPIA
In un testo pubblicato nel 2012 sul Guardian, Atwood scriveva: “Le origini profonde degli Stati Uniti non risiedono nelle strutture relativamente recenti della repubblica, risalenti all’Illuminismo del XVIII secolo, con i loro discorsi su uguaglianza e separazione fra Chiesa e Stato, bensì nella pesante teocrazia del New England puritano del XVII secolo, con il suo marcato pregiudizio contro le donne, che necessiterebbe soltanto dell’opportunità di un periodo di caos sociale per riaffermarsi”. Chiaro il discorso? Provate a traslarlo in Paesi come la Turchia e capirete perché connotarlo come “distopico” sia tanto disturbante, da ogni punto di vista.
Atwood prosegue con un’altra frase inquietante: “Mi ero data una regola: non avrei incluso nulla che gli esseri umani non avessero già fatto in qualche altro luogo o epoca, o per il quale la tecnologia ancora non esistesse”. Cioè: non vi barricate dietro la scusa dell’“è solo la fantasia di una scrittrice”. La stessa regola se la son data gli autori della serie, aggiornando – semplicemente e terribilmente – il catalogo degli atti umani.
LA TRAMA
La scena si svolge a Gilead, negli ex Stati Uniti, che ora sono diventanti una teocrazia spietata e invasata. Per risolvere gravissimi problemi d’inquinamento e il conseguente crollo della fertilità, la soluzione individuata consiste nel costringere le poche donne fertili a fungere da macchine riproduttrici. Con una terribile quanto ridicola cornice di giustificazioni vetero-testamentarie.
Già confermata la seconda serie, attualmente in lavorazione. Una nota per gli appassionati d’arte: oltre ai molti riferimenti alle luci e alle ambientazioni fiamminghe, sappiate che Floria Sigismondi – filmmaker e artista di origini pescaresi – ha firmato la regia del sesto e del settimo episodio.
– Marco Enrico Giacomelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #39
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