Televisione. Una app targata Rai
Spesso criticata, la Rai dimostra di essere tutt’altro che denigrabile. Basti pensare alla app Raiplay, uno strumento ben fatto e, soprattutto, funzionante.
L’Italia è un Paese con molti problemi, questo è fuori discussione. Ma il meta-problema ingombrante consiste nella capacità insuperabile che abbiamo di scorgere problemi ovunque, di ritenere mediocre qualsiasi nostra iniziativa. Prendiamo la Rai, la televisione di Stato: certo, ci saranno senz’altro delle criticità, e su quelle bisogna lavorare, ma in quale altro Paese esiste un tale bouquet di canali, dal più generalista al più settoriale? E pagando una cifra che, pur “imposta”, è risibile in confronto all’offerta.
Si dirà che la televisione è ormai defunta. Questa è una tesi che regge fino a un certo punto. In ogni caso, la Rai non è affatto ferma agli Anni Cinquanta. Lo dimostra l’app Raiplay, che con una sottile autoironia gioca proprio sulla presunta obsolescenza della radio-televisione. Così, le immagini in bianco e nero si vivacizzano cromaticamente grazie alla app, in una serie di spot che hanno avuto una circolazione piuttosto insistita nel periodo di lancio, ma che dovrebbero continuare a passare, pur con minor frequenza.
Perché ce lo auguriamo? Perché la app in questione è ben fatta. E va detto senza inserire troppe particelle avversative. Una app così – scusate se ci ripetiamo – moltissimi altri Paesi se la sognano. Perché è tecnologicamente al passo coi tempi; perché gode di un’ottima usability; perché, semplicemente, funziona. E questo è un primo ma fondamentale passo affinché Raiplay venga scaricata, installata e utilizzata.
“L’offerta on demand è ricchissima, strutturata per tipologie e generi, e non comprende soltanto le produzioni Rai, ma un numero notevole di prodotti”.
Vogliamo parlare dei contenuti? Se cercate un’alternativa gratuita a Netflix o simili, siete fuori strada. D’altro canto, il paragone non ha senso. Qui si possono fare innanzitutto due cose: guardare (o ascoltare: perché questa è la app della radio-televisione italiana) in diretta i programmi che vanno in onda sul digitale terrestre, oppure riguardare quel che in onda è già passato. Una cosa d’una semplicità assoluta, che molti operatori continuano a spacciare come rivoluzionaria, ma che è il minimo che si possa fare in epoca digitale. E la Rai lo permette, e con l’understatement che le compete.
Ma non finisce qui: l’offerta on demand è ricchissima, strutturata per tipologie e generi, e non comprende soltanto le produzioni Rai, ma un numero notevole di prodotti (quelli per i quali l’azienda ha i diritti temporanei e che sono passati in televisione recentemente). Vi pare una app che nulla ha da invidiare alle consimili? E allora tenete anche conto che ci sono servizi aggiuntivi – qui gratuiti, mentre altrove richiedono spese ulteriori – come la possibilità di guardare offline i contenuti scelti. Ovvero: scaricate sullo smartphone il programma che desiderate godervi durante quel viaggio in treno, sfruttando la vostra Rete casalinga. Perché il wifi di Trenitalia, quello sì che funziona raramente e male.
‒ Marco Enrico Giacomelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #38
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati