Arte, cinema e tecnologia. Intervista a Cosetta Lagani di Sky
Parola al responsabile e direttore artistico dei film d’arte Sky. Il filone dedicato alla storia dell’arte, letta attraverso la lente della documentazione storica e della tecnologia.
Da qualche anno al cinema e in televisione, precisamente su Sky, ci stanno abituando a un tipo di racconto artistico e altamente tecnologico. Un percorso immersivo nell’arte e nella storia dell’Italia attraverso le maggiori tecniche cinematografiche. Dal documentario sui Musei Vaticani (Musei Vaticani 3D) al più recente Raffaello – Il Principe delle Arti, tutti film dal forte impatto visivo ed emozionale. Come nasce una esperienza cinematografica-artistica del genere, quali sono i tempi e i costi, e soprattutto il pubblico ne riconosce il giusto valore e interesse? Ne abbiamo parlato con Cosetta Lagani, responsabile e direttore artistico film d’arte Sky, in un lunga intervista. Quello che possiamo dedurre alla fine è che la chiave arte-cinema-tecnologia può portare avanti un lungo discorso di tradizione e innovazione, di educazione all’arte e al visivo e al tempo stesso regalare un sano, approfondito ed equilibrato intrattenimento.
I “film d’arte Sky” è ormai un progetto in continua crescita. Come nasce l’idea di dare vita all’arte attraverso il cinema?
L’idea è nata nel 2013. Dirigevo da due anni il canale Sky 3D, stavamo sperimentando già da qualche tempo le tecniche produttive di livello cinematografico più all’avanguardia e assolutamente pionieristiche in Italia (il 3D, il 4K, le dimensionalizzazioni) con dei risultati sorprendenti per impatto visivo ed emotivo. Da qui all’idea di applicare queste tecniche all’arte il passo fu immediato. Come progetto con cui partire optai per un documentario sui Musei Vaticani, in cui avremmo potuto sperimentare queste tecniche sia sulla statuaria che sugli affreschi ‘quasi scolpiti’ della Cappella Sistina, cui applicammo per primi al mondo le tecniche di dimensionalizzazione, ovvero la scomposizione dei dipinti in piani prospettici che, senza naturalmente alterare il dipinto, consente di immergervisi letteralmente dentro.
Che cosa successe dopo?
Musei Vaticani 3D andò in onda su Sky e fu un grandissimo successo di pubblico e critica. Il documentario fu notato da molti distributori italiani ed esteri che mi contattarono per propormi di distribuire il film. Tra questi c’era Nexo Digital che stava avviando proprio in quel periodo un progetto per portare documentari artistici sul grande schermo in tutto il mondo. Il progetto mi colpì, le potenzialità per il mercato cinematografico in Italia e nel mondo erano immense e ancora inesplorate. Da qui ebbe inizio questa avventura, che è poi proseguita con la realizzazione di Firenze e gli Uffizi, San Pietro e le Basiliche Papali di Roma e Raffaello ‒ Il Principe delle Arti e con i due nuovi film in produzione Caravaggio, l’anima e il sangue e Michelangelo ‒ Infinito.
Si parla spesso della crisi della sala cinematografica e di un pubblico da rieducare. Quale approccio ha avuto fino a questo momento lo spettatore medio nei confronti dei film d’arte?
Questo è effettivamente l’aspetto che ci ha più sorpreso. I nostri film hanno attirato nei cinema di tutto il mondo un target sempre più ampio ed eterogeneo, attratto dalla promessa di una narrazione cinematografica, emozionale e semplice, dal forte impatto visivo ma al contempo autorevole e ricca di esclusive. La promessa di arte+cinema+tecnologia è stata vincente, e oggi i nostri film sono diventati un brand, classificandosi nei cinema in Italia sempre ai primi posti del box office, e rientrando spesso anche nella classifica dei top ten nel box office di molti Paesi tra cui Francia, UK, Australia, Colombia. Inoltre è di qualche settimana fa l’esordio dei nostri film anche nei cinema delle dieci principali città in Cina.
Quanto tempo ci vuole per realizzare film come Raffaello ‒ Il Principe delle Arti o Caravaggio. L’anima e il sangue? I budget sono molto elevati?
Lavorando in modo molto serrato, dall’idea creativa alla consegna del master impieghiamo dai 18 ai 24 mesi. Sono progetti molto impegnativi, richiedono competenze non così facili da reperire sul mercato e che abbiamo in qualche modo creato noi e ampliato film dopo film, inventandoci un genere (che abbiamo definito ‘film d’arte’) e un linguaggio, uno storytelling narrativo e visivo, che accomuna tutti i nostri film. Da Musei Vaticani a Raffaello sino ai nuovi in produzione su Caravaggio e Michelangelo abbiamo spinto sempre di più sulla componente cinematografica e tecnologica, convinti che siano le leve giuste per attirare un pubblico sempre più ampio. Ma allo stesso tempo abbiamo sempre tenuto come punto saldo l’autorevolezza scientifica dei nostri prodotti, che ne costituisce il marchio di garanzia. Le assicuro che è molto difficile trovare per ogni film il bilanciamento e compromesso giusto tra trattazione autorevole, narrazione cinematografica e sperimentazione tecnologica. Forse questo è l’aspetto su cui lavoriamo di più e costantemente nelle varie fasi del film, a partire dall’idea creativa sino a tutto il montaggio.
Nel 2018 vedremo in sala il film su Caravaggio, in assoluto una delle prime produzioni in Italia realizzate in 8K. Cosa aspettarsi da questo film?
Stiamo lavorando su questo film da parecchi mesi. Su Caravaggio è già stato fatto e raccontato tanto e quindi ci siamo a lungo interrogati su che valore aggiunto potesse dare il nostro film rispetto a tutta la filmografia e documentaristica già realizzata sull’artista. Dal punto di vista tecnico abbiamo dunque deciso con la società di produzione esecutiva Magnitudo Film, anche coproduttore del film, di sperimentare l’8K e il formato Cinemascope, per un’immersione nelle immagini di Caravaggio di fortissimo impatto visivo e assolutamente inedita e pionieristica. Sto vedendo le prime immagini in montaggio e posso assicurare che sono sorprendenti. Dal punto di vista narrativo abbiamo deciso di esplorare non solo l’artista e le sue opere (per le quali abbiamo girato a Milano, Firenze, Roma, Napoli e Malta) ma anche l’uomo, attraverso una ricerca documentale approfondita e ricchissima che ci ha portato dall’Archivio Storico Diocesano di Milano all’Archivio di Stato di Roma, ma anche ad approfondire alcune delle recenti scoperte rivelate alla mostra Dentro Caravaggio, appena inaugurata a Palazzo Reale a Milano. E sarà proprio la curatrice della mostra, Rossella Vodret, a raccontarcele nel film. Abbiamo poi deciso di rappresentare l’animo di Caravaggio e i suoi stati emotivi in un modo assolutamente originale, di impatto e spiazzante… e su questo le scelte visive e artistiche fatte credo proprio che lasceranno senza parole, ma al momento non posso ancora dire di più. La regia è di Jesus Garces Lambert, che aveva realizzato per noi anche il documentario sulla storia del cinema in 3D presentato fuori concorso al Festival di Venezia nel 2016. La sceneggiatura è di Laura Allievi, già autrice dei precedenti film. La consulenza scientifica è di Claudio Strinati.
E su Michelangelo – Infinito, per cui da poco si sono concluse le riprese a Cinecittà, cosa può dirmi?
Michelangelo ‒ Infinito segna un passo decisivo verso la trasformazione sempre maggiore di questi prodotti in veri e propri film ma di ‘autorevole finzione’ e l’allontanamento dalla documentaristica classica. Abbiamo in scena un eccezionale Enrico Lo Verso che interpreta Michelangelo, alternando monologhi evocativi, girati all’interno di una suggestiva cava di Carrara, e ricostruzioni storiche. Lui è il personaggio ‘emotivo’, il cuore del film. Al suo fianco uno splendido Ivano Marescotti interpreta Giorgio Vasari, il celebre storico dell’arte che ha documentato vita e opere dei più eccellenti artisti da Cimabue al Rinascimento. Lui è il personaggio autorevole e al contempo familiare. Michelangelo e Vasari ci ‘conducono per mano’ nel racconto della vita e delle opere di Michelangelo, cuore pulsante del film (in un viaggio che ci ha portati da Carrara, a Firenze, Roma e il Vaticano e si è concluso con la Pietà Rondanini a Milano). Il tutto all’interno di una suggestiva cornice di ricostruzione storica (le cui riprese sono avvenute tra le Cave di Carrara, Cinecittà e Bracciano) per la quale ci siamo affidati a eccellenze del settore tra cui lo scenografo Francesco Frigeri e il costumista Maurizio Millenotti. Il film, anche questo in coproduzione con Magnitudo Film, vede la regia di Emanuele Imbucci, già regista seconda unità del film su Raffaello, la sceneggiatura è di Sara Mosetti con Imbucci e Tommaso Strinati. La consulenza scientifica è di Vincenzo Farinella. La fotografia è di un’altra eccellenza del cinema italiano, Maurizio Calvesi.
Per il “filone” film d’arte, ci sono dei modelli cinematografici a cui vi siete ispirati?
In realtà no, non siamo riusciti a identificare un modello attinente a quanto noi volessimo realizzare. Innanzitutto le più evolute tecnologie a servizio dell’arte, dal 3D alle dimensionalizzazioni, il 4K e la Virtual Reality: a oggi i nostri sono in assoluto gli unici contenuti d’arte sul mercato ad aver sperimentato tutto quello che queste tecnologie potevano offrire all’esperienza di visione del patrimonio artistico. E poi una narrazione che cerca di avvicinarsi sempre di più a un film ma mantenendo l’autorevolezza scientifica dei contenuti, che è la promessa che contraddistingue i nostri prodotti. La nostra è una ricerca costante, film dopo film, di una formula che ci consenta di creare un prodotto di ‘autorevole finzione’, capace attraverso la narrazione filmica e cinematografica di attrarre un pubblico sempre più ampio ma al contempo senza mai rinunciare al racconto delle opere, supportato dalla consulenza scientifica di celebri storici dell’arte.
Evoluzione, tecnologia e arte possono essere la chiave perfetta per un nuovo “segmento” di cinema?
Per l’esperienza dei film realizzati sinora (quattro e due in produzione) questo dialogo tra mondo del cinema, mondo dell’arte e tecnologie cinematografiche più evolute si è dimostrato assolutamente vincente, in Italia e all’estero. Una narrazione cinematografica, sempre più vicina a un film di autorevole finzione, che aiuta a coinvolgere un pubblico sempre più ampio. I luoghi e le opere d’arte come punto di arrivo e cuore pulsante della narrazione, ma con una modalità e approccio visivo assolutamente unico e inedito, anche grazie alle tecnologie più evolute, che consente un’esperienza assoluta a tu per tu con l’opera. E poi un modo inedito di esportare sul grande schermo in tutto il mondo da protagonista assoluto la bellezza del nostro Paese.
– Margherita Bordino
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