Tumbledown. Memoria, lutto e musica folk nella pellicola di Sean Mewshaw
Nuovo consiglio dalla nostra rubrica L.I.P. – Lost In Projection, ovvero quei film che da noi sono passati in fretta o niente affatto. Stavolta i riflettori si accendono su Tumbledown, la storia di un cantante folk morto prematuramente, di sua moglie e di un ricercatore universitario.
Rimasta precocemente vedova, Hanna – giornalista locale di una piccola comunità rurale del Maine – cerca da tempo di scrivere la biografia del marito Hunter Miles, un cantante folk autore di un unico, magnifico album. Deceduto tragicamente durante un’escursione in montagna, il talentuoso e misconosciuto cantautore ha lasciato nella giovane moglie un vuoto incolmabile e l’incapacità di confrontarsi con il passato per guardare al futuro. Sarà solo con l’arrivo da New York di un appassionato professore universitario di cultura pop, determinato a fare il punto sull’opera e sulla vita di Hunter Miles, che Hanna si troverà, per la prima volta dopo molto tempo, a dover affrontare definitivamente l’improvvisa e precoce perdita del marito.
UN MIX DI COMICITÀ E DRAMMA
Primo lungometraggio dell’americano Sean Mewshaw, che sceglie di girare sulla sceneggiatura della moglie Desiree Van Til, Tumbledown è una commedia musicale malinconica, che alterna con abilità e sicurezza dramma e comicità, romanticismo e ironia. Dispiegando attraverso dialoghi brillanti e paesaggi freddi e nostalgici la più vasta gamma di emozioni umane, Tumbledown ci fa precipitare nel vuoto di un lutto non ancora elaborato. Ci mostra la rassicurante quotidianità di Hanna (un’impeccabile Rebecca Hall) che, seppur in apparenza sembri cavarsela alla grande tra amici stravaganti, familiari sensibili e amanti prestanti, non riesce a liberarsi dei suoi più dolorosi ricordi e a concedersi il permesso di andare avanti.
FRA MEMORIA E PRESENTE
È attraverso di lei che conosciamo anche il portentoso cantautore folk Hunter Miles (e le sue canzoni) perché è grazie a lei che la sua memoria rimane vividamente presente nella piccola comunità. A sovvertire questo stato di calma apparente arriva Andrew McCabe (un divertente Jason Sudeikis), giovane ricercatore universitario e sognatore, fermamente convinto – dopo l’ascolto dell’unico album di Miles – di dover spalancare le porte della fama eterna al dimenticato autore e quindi votato al più totale sacrificio pur di perseguire il nobile scopo. Sarà solo dopo numerose vicissitudini – separazioni, riavvicinamenti e nuove separazioni – che Hanna e Andrew capiranno di dover lavorare insieme per riuscire a portare a termine un’impresa letteraria che consegni il talento del giovane e compianto cantante al firmamento delle grandi stelle a cui per diritto appartiene.
‒ Giulia Pezzoli
USA, 2015 | commedia, dramma | 105’ | regia: Sean Mewshaw
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #39
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