Il primo film da regista di Vanessa Redgrave sui rifugiati alla Festa del Cinema di Roma

Vanessa Redgrave arriva alla Festa del Cinema di Roma per incontrare il pubblico, ma porta con sé il film Sea Sorrow, la sua prima volta dietro la macchina da presa, per una “causa” per cui da sempre l’attrice si batte: i diritti dell’uomo. Ecco il racconto della presentazione in cui la Redgrave non ha risparmiato nemmeno Theresa May.

Vanessa Redgrave, i rifugiati e la politica incapace di intervenire. Il premio Oscar inglese debutta alla regia a 80 anni con Sea Sorrow, film prodotto dal figlio Carlo Nero e presentato alla 12esima Festa del Cinema di Roma. “Non è un trattato, non è un accordo internazionale. Non è una legge o un’obbligazione e non pretende di esserlo. È una dichiarazione su un principio base sui diritti umani e sulla libertà”, diceva Eleanor Roosevelt nel secondo dopoguerra (1951). In un periodo in cui la situazione globale era molto più complessa, però c’era grande desiderio di trovare una soluzione. Per Vanessa Redgrave questo discorso è fonte di grande ispirazione. “C’è urgenza di fare delle cose”, dice. “Io ho cercato di comunicare questa urgenza in modo lento perché secondo me c’è tanto stress nella nostra società, è terribile! Ho fatto una scelta che nel cinema forse dovrebbe essere diversa. Mi sono soffermata, ho ripetuto due volte le grandi leggi internazionali, le convenzioni sui diritti dell’uomo. Le ho ripetute due volte molto lentamente. Come regista ho pensato che bisogna ripetere le cose”.

L’ATTUALITÀ DI SHAKESPEARE

I rifugiati che vediamo in Sea Sorrow non sono solo i migranti che arrivano con i barconi, sono persone coraggiose, che hanno lasciato la propria casa e in molti casi i propri affetti per salvarsi, per sperare. Dalla Libia, dall’Afghanistan, dalla Guinea e verso le coste della Grecia o dell’Italia, in cerca di un porto sicuro e di protezione. “Non c’era una vera struttura o una sceneggiatura, è cresciuto in modo molto organico e naturale”, continua Carlo Nero. “Abbiamo girato e poi ci siamo fermati, poi abbiamo ripreso. Abbiamo fatto tutto con calma. C’era la voglia alla base di connettere i testi di Shakespeare con quanto sta accadendo, con la realtà di oggi. Testi che illuminano il contesto storico ma anche spirituale attuale”. E Prospero e sua figlia, i protagonisti, diventano simbolo dei profughi di oggi. Diventano la chiusa perfetta in un film reale che forse nell’arte trova una spiegazione molto più logica che nelle azioni quotidiane della politica.

LEONESSA REDGRAVE

Sea Sorrow, che uscirà in Italia con Officine Ubu, presenta due aspetti forti: il coraggio dei rifugiati e la paura della politica e delle istituzioni. Una paura insensata forse, o solo dovuta all’essere fermi senza soluzione. “Bisogna capire la mentalità di un burocratico: fa il burocrate, è evidente e lo si capisce già dall’aspetto e dall’espressione”, dice la “leonessa “Vanessa Redgrave. “Nulla cambia l’espressione, l’idea e i sentimenti di un burocrate. Noi abbiamo come Primo Ministro la signora Theresa May, che i giornalisti prendono in giro perché non sa mai rispondere. Lei non vuole rispondere a niente. Perché i burocrati mettono questo muro? Perché hanno paura. Sanno di non essere capaci a risolvere nessun problema”. Volontà politica e diritti umani sono per Vanessa Redgrave fondamentali e il suo film si pone, al contrario dei soliti film sulla immigrazione, come riflessione e coscienza. Come punto di riferimento e di confronto per l’opinione pubblica.

Margherita Bordino

www.romacinefest.it

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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