Dark: arriva su Netflix la serie più discussa del momento
Dieci episodi divisi tra il tempo, la fede e la ragione. La prima serie tedesca prodotta da Netflix, che sta facendo discutere professori e filosofi, racconta come ognuno di noi abbia un percorso ben preciso da compiere in un percorso labirintico che ha però sempre una via d’uscita.
“La divisione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente persistente”: inizia così, citando una frase di Albert Einstein, Dark la serie del momento targata e prodotta da Netflix. 10 episodi che pongono gli spettatori dinanzi ad una serie di dilemmi: Quale potere ha il tempo su ognuno di noi? Possiamo gestirlo o è lui a controllare noi? Siamo liberi o prigionieri? La serie tedesca è tutta giocata su questa clamorosa esperienza di esistenza sospesa tra passato e presente, tra buio e luce.
VIAGGI TEMPORALI
Sarà per l’ambientazione “selvatica”, quasi da natura morta, sarà per la fotografia satura di colori vintage, sarà per l’alone di mistero ma Dark è ipnotica. “In tempi come questi bisogna affrontare il presente perché il futuro è dei coraggiosi”, ripete uno dei personaggi ed è forse il messaggio “provvidenziale” di tutta la serie. Dark spazia dal 2019 al 1986 fino al 1953. Dal presente al passato pensando al futuro. Salti temporali che seguono un’unica pista, quella delle scomparse di alcuni bambini. “Vegliate perché non sapete quale sarà il momento preciso” sono le parole del Vangelo che vengono ripetute in più di una occasione. Ed è subito Apocalisse.
IL TEMPO COME FOCUS
Tutto ha inizio da un suicidio. E’ il 21 giugno del 2019 e nella soffitta di una villetta situata nel “nulla” un uomo si toglie la vita, lasciando una lettera che deve essere aperta prima delle ore 22.13 del 4 novembre. Cosa succederà la sera del 4 novembre? E come può quell’uomo saperlo con tale precisione? Winden è la cittadina cupa e piovosa in cui è ambientata la serie, che si sviluppa su tre piani temporali. La trama coinvolge una decina di personaggi che collegati tra loro molto più di quanto all’inizio possano immaginare. La grandezza di Dark sta anche in questo: tenere sullo stesso livello personaggi e spettatori. Nessuno scopre nulla in anticipo, il mistero è rivelato a poco a poco e in contemporanea.
IL SEGRETO DI WINDEN
Dark è la prima serie tedesca prodotta da Netflix e sta facendo discutere filosofi e professori di tutto il mondo. È stata concepita e diretta da Baran Bo Odar, regista svizzero che ha debuttato nel cinema americano con il film Sleepless – Il giustiziere. Dark è a tutti gli effetti una serie corale: anziani, adulti, teenager e bambini ne sono coinvolti. Personaggio chiave è Ulrich Nielsen (Oliver Masucci), poliziotto apparentemente integerrimo e padre di famiglia, che ha una relazione segreta con la madre di un compagno di scuola dei figli ed è intrappolato da tempo in un dolore senza fine per la sparizione, avvenuta anni prima, del fratello minore.
RAGIONE E FEDE
Gli eventi di Dark iniziano a ripetersi in maniera ciclica non appena sparisce il figlio minore di Ulrich durante una gita nei boschi… ma che fine fanno lui e gli altri ragazzi? E che fine ha fatto il fratello di Ulrich? “Chi cade in un buco nero scompare per sempre. Già, ma in quale luogo?”, incalza la voce off. Nella scrittura di Dark c’è un profondo richiamo alla religione e alla filosofia. Molte scene hanno riferimenti più o meno diretti al cristianesimo, all’ermetismo, all’anticristo e al tempo stesso c’è una grande conoscenza scientifica e matematica che unisce i diversi binari del racconto. Una sola raccomandazione per la visione di Dark: i nostri calendari sono sbagliati, non sono di 365 giorni e ogni 33 anni tutto torna a sincrono. Impossibile non fare binge watching!
– Margherita Bordino
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