La televisione secondo Facebook
Per ora la possono guardare soltanto gli americani. Ma arriverà presto anche da noi, questo è certo. È la sezione “Watch” di Facebook. Ecco cos’è, come funziona e cosa offre.
Dentro la sua volontà di diventare sempre più chiaramente una vera e propria “azienda mondo”, Facebook ha deciso di puntare anche alla televisione online. Dai primi di settembre è infatti apparsa sull’homepage dei 214 milioni di utenti statunitensi l’icona per accedere al servizio Watch, il nuovo progetto di contenuti video dell’azienda di Mark Zuckerberg. Cliccando si accede a una serie di proposte organizzate sostanzialmente in due sezioni: Discover, dove è possibile assistere a episodi proposti dal social network giornalmente; e Watchlist, che invece raccoglie tutto quello che si è deciso di vedere durante le precedenti navigazioni.
Scorrendo i titoli delle prime produzioni inserite, ci si accorge che Watch, più che la risposta di Facebook a YouTube, punta a competere con servizi di livello premium come Netflix e Amazon Prime Video. Ci sono serie, reality show, factual, documentari e mini-film. Con la solita grande differenza: ogni operazione che oggi prova a fare Facebook, la fa tendenzialmente meglio e con meno rischi degli altri, perché parte sempre da un mostruoso bacino di utenti a cui proporla (due miliardi di persone a gennaio 2017).
I TITOLI
Scorriamo i titoli cercando di capire meglio il target al quale è rivolto primariamente il servizio. Troviamo Ball in the Family, docu-reality sulla vita famigliare di una giovane stella dell’NBA; Returning the Favor, che punta sulle storie ad alto tasso emozionale di cittadini che hanno deciso di prendersi cura della propria comunità; Humans, con ritratti e interviste curate da un celebre fotografo alle persone più stravaganti di New York; e prossimamente Last State Standing, con la competizione tutta fisica fra i migliori atleti della Spartan Race. Sul fronte della serialità di fiction, al momento non sembra esserci la volontà di avere un prodotto forte che faccia da richiamo per gli altri. Più che altro si è puntato su commedie e titoli minori, però con una loro piccola nicchia di appassionati. È il caso ad esempio di Loosely Exactly Nicole con la comica Nicole Byer, andata in onda per una stagione su MTV e ora in esclusiva solo su Facebook. C’è infine una sezione Sport, in primis con il baseball, ci sono le News e ci sono le immancabili produzioni a tema cibo e cucina.
IL TARGET
Sembra che tutti i programmi parlino soprattutto alla fascia dei millenial, quella più attiva sul fronte social, con contenuti ad alto tasso di “condivisibilità”, tema centrale della navigazione sui social network. Sono inoltre prodotti con una durata che va dai pochi minuti a un massimo di trenta. La durata sempre più breve dei contenuti è un trend inesorabile per i contenuti video. Siamo passati dal mega-programma di oltre due ore della vecchia prima serata televisiva al suo radicale opposto, con tante piccole produzioni in serie di pochi minuti ciascuna.
Nell’esperimento ci sono tutti i prodromi di un modello di fruizione molto diverso da quello tradizionale. Cominciamo così a capire come Facebook immagina che vedremo la televisione nel prossimo futuro. Ci sono eventi in diretta, c’è la possibilità di commentare e recensire in tempo reale quanto visto, di candidarsi a partecipare ai vari show direttamente tramite il proprio profilo social e si possono seguire le altre pagine per scoprire cosa piace agli amici e agli influencer. Insomma, una tv molto social, che nei prossimi anni potrebbe diventare il modello di riferimento. Le nostre televisioni saranno monitor sempre connessi. Noi guarderemo contenuti molto brevi, li condivideremo con la nostra comunità di amici e follower e li sceglieremo fra tantissime proposte diversissime tra loro. E avremo probabilmente nostalgia della vecchia televisione, quella che guardavamo rilassati sul divano, senza troppo impegno.
‒ Alessio Giaquinto
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #40
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