La Dolce Vitti: una mostra restituisce l’attrice Monica Vitti alla città di Roma
In una grande mostra fotografica a Roma la vita, lo stile, i film di Monica Vitti, attrice entrata nel cuore e nell’immaginario del pubblico italiano. Le immagini.
Un’esposizione immersiva, dai primi anni della formazione al teatro, dal doppiaggio al cinema, racconta l’attrice prima musa di Antonioni poi regina della commedia. Ma anche le apparizioni in televisione e i film d’autrice. Monica Vitti viene omaggiata tra e con magnifiche fotografie provenienti da archivi pubblici e privati, installazioni audio e video, filmati d’archivio e brani autobiografici, testimonianze e proiezioni di film. I curatori della mostra La dolce Vitti, ideata e organizzata da Istituto Luce Cinecittà, sono Nevio De Pascalis, Marco Dionisi e Stefano Stefanutto Rosa. A loro il merito di “restituire” alla Capitale Monica Vitti, la diva più moderna, la rivoluzionaria più dolce del nostro immaginario.
PROFILO DI UN’ARTISTA
Monica Vitti ha 86 anni ed è malata da tempo, pare di una malattia degenerativa. Sulle sue condizioni nei mesi passati sono circolate diverse fake news che dicevano fosse ricoverata in una clinica specializzata in Svizzera. Il marito Roberto Russo, fotografo e regista, ha dichiarato a Cinecittà News: «Monica vive a Roma da sempre, a casa nostra, è assistita assiduamente da me, con l’aiuto di una badante». Ma partiamo dal principio. Studia all’Accademia Silvio D’Amico ed esordisce nel 1953 con testi di Shakespeare e Moliere, l’anno successivo arriva al grande schermo con il film Ridere! Ridere! Ridere! di Edoardo Anton. Da quel momento inizia una carriera ricca e fatta di scelte fortunate. Tanto teatro, tanta tv, ma è il cinema a darle notorietà internazionale, prima di tutto con la tetralogia di Michelangelo Antonioni L’avventura (1959), La notte (1960), L’eclisse (1962), conclusa poi da Deserto rosso (1964).
LA COMMEDIA
Qui il merito e la bravura della Vitti di avere creato quattro diverse immagini dell’inquietudine e della nevrosi femminile, mostrando la decadenza morale della società contemporanea e borghese priva di qualsiasi positiva speranza. Poi il passaggio alla commedia brillante. Tre titoli che un ammiratore della Vitti non può non conoscere: La ragazza con la pistola (1968) di Mario Monicelli, nominato anche all’Oscar come miglior film straniero; Dramma della gelosia, tutti i particolari in cronaca (1970) di Ettore Scola e Polvere di stelle (1973) di Alberto Sordi. Con il marito Roberto Russo ha avuto anche grandi soddisfazioni lavorative. Nel 1984 ha vinto il premio per la miglior interpretazione femminile alla Berlinale con Flirt, opera prima di Russo, da lei anche sceneggiata, e dallo stesso è diretta in Francesca è mia (1986).
CURIOSITÀ DAL CINEMA
Ad un certo punto della sua carriera Monica Vitti ha fatto una scelta in quel momento controcorrente: la commedia all’italiana. Questo genere dedicato in particolare all’universo maschile trova in lei una interprete eccellente. È comparsa in pubblico per l’ultima volta nel 2002, in occasione della prima di uno spettacolo teatrale a Roma, da allora di lei nessuna traccia. Monica vitti è una delle più famose attrici della storia del cinema italiano. Vincitrice di cinque David di Donatello, due Nastri d’Argento, un Leone d’oro alla carriera alla Mostra di Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale. Prima di sposare Russo è stata legata al regista Michelangelo Antonioni e al direttore della fotografia Carlo Di Palma. Accompagna la mostra il volume La Dolce Vitti, edito da Edizioni Sabinae e Istituto Luce-Cinecittà, a cura di Nevio De Pascalis, Marco Dionisi, Stefano Stefanutto Rosa. Un racconto testuale in 10 tappe con uno straordinario apparato iconografico di oltre 100 immagini, Filmografia e Teatrografia e preziose testimonianze.
– Margherita Bordino
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