A Cannes 2018 arriva Euforia, il film che vede Valeria Golino per la seconda volta regista

A Cannes 2018, nella sezione Un Certain Regard, arriva anche Valeria Golino, ma da regista e con la sua opera seconda. L’attrice torna sulla Croisette, dopo il successo avuto sempre qui con “Miele,” e segue il filo nascosto dell’opera precedente

Da una parte un uomo dalla carriera ricca, anche economicamente, nel mondo dell’arte e della comunicazione e dall’altro un professore di scienze. Sono due fratelli. Sono due universi lontanissimi tra loro, e non per l’omosessualità del primo. Sono due poli opposti che si ritrovano nel momento di massimo dolore, un momento di impotenza che neanche il “Dio” denaro può risolvere. Valeria Golino torna al Festival di Cannes con la sua opera seconda da regista, Euforia, e segue le orme del suo film d’esordio, Miele, in cui echeggiava forte il tema della morte. Forse un caso o forse no, di certo la regista non aveva in mente di perseguire un dittico sulla morte, ma qui il tema ritorna. “Il mio direttore della fotografia, dopo avergli mandato il copione, mi ha detto che percepiva la morte in questo film, anche perché lui ha lavorato anche all’altro film”, dice la Golino. “È molto difficile per me raccontare qualcosa oggi nel non-dramma che non sia appunto altre situazioni, ambienti, guerre. Se devo raccontare l’esistenziale nel mondo di oggi è chiaro che cerco drammaturgicamente le uniche cose che sono rimaste intaccate in quel senso la morte è la regina del nostro pensiero, delle nostre paure”.

RITRATTO DI UNA COMBATTENTE

Euforia è un ritratto della realtà. O meglio, di un evento che può essere legato alla vita di tutti. Di una paura incondizionata e non controllabile. Valeria Golino con il suo esordio alla regia ha dimostrato non solo grande talento, ma anche la sensibilità di una “combattente”. Per la sua opera seconda non poteva che attingere dalle storie vere che ha intorno, forse anche per questo del cast fanno parte artisti a lei cari. “Io stavo cercando da qualche tempo di trovare il mio secondo film. Erano mesi che parlavo, rielaboravo storie, leggevo storie e libri. Non ero contenta, non sentivo nessuna urgenza e non trovavo nulla. Durante questo periodo con la coda dell’occhio ho iniziato a vivere una situazione vera e personale di un’amica che stava vivendo una storia molto simile a quella che poi ho proposto nel film”, continua la regista.

DRAMMA UMANO E UNIVERSALE

I protagonisti di Euforia sono Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea, ma accanto a loro altre artiste come Valentina Cervi, Isabella Ferrari e Jasmine Trinca. Una serie di attori e attrici che sono legati alla Golino anche nella vita. Questo elemento ne fa ancora di più un film personale. E sempre la regista dice, raccontando una scena chiave di Euforia: “Non racconto mai cose che riguardano me o la mia famiglia, ma in questo film ci sono tanti spunti che riguardano per esempio il mio papà. Situazioni, conversazioni che abbiamo avuto, momenti. Non voglio dirvi troppo, ma la scena degli storni è una cosa che è successa qualche anno fa. Jasmine e Riccardo stavano litigando al telefono su alcune cose, e mentre stavano discutendo si sono resi conto, grazie ad uno storno, che si trovavano vicino”. Euforia è quindi un insieme di spunti di persone, altre persone, che poi hanno permesso a Valeria Golino di realizzare un dramma umano molto universale e condiviso.

IL VOLTO DELLA PAURA

Riccardo Scamarcio è la vera grande sorpresa del film. Un attore che ha sempre più sfumature e che riesce, diretto dalla Golino, a essere credibile nel dramma e nella gioia. Il suo è un personaggio capriccioso, attaccato alla vita e alla figura materna. Un uomo che ha paura di perdere suo fratello ma ancora di più del dolore che questa perdita potrebbe causare alle persone a loro vicine. Ha un lato buono, altruista e genuino, ma anche uno animale, sfrenato e passionale. “Il testo che recitiamo non è così semplice come appare. È sofisticato e in alcuni casi anche letterario. Abbiamo avuto in alcuni punti delle difficoltà perché non è proprio colloquiale. È molto preciso, non parliamo come mangiamo. La difficoltà era renderlo naturale, violento e accurato rispetto alla situazione, rispettando allo stesso tempo lo schema”, ha dichiarato Scamarcio.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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