Senza lasciare traccia. Il nuovo film di Debra Granik è un viaggio nella natura
Da giovedì 8 novembre arriva al cinema il terzo lungometraggio di Debra Granik, la regista che ci ha abituato al racconto di esistenze ai margini. Un film che parla il linguaggio della bellezza, della natura e del ritorno a una vita di “terra”
Arriva nelle nostre sale dall’8 novembre con Adler Entertainment Senza lasciare traccia, il nuovo film di Debra Granik. La storia trae ispirazione dal romanzo My Abandonment di Peter Rock, che narra una storia al limite, una vita vissuta a distanza dal mondo contemporaneo per scelta. I due protagonisti sul grande schermo sono Ben Foster, nel ruolo del padre, e Thomasin McKenzie, in quello della figlia adolescente. Dalla storia reale al romanzo e ora al film, assisteremo a un racconto di fortissimo impatto emotivo. Un uomo e sua figlia hanno vissuto di nascosto per anni in Forest Park, un grande bosco situato alle porte di Portland, in Oregon. Un incontro casuale li poterà allo scoperto, ed entrambi saranno costretti a lasciare il parco per essere affidati agli agenti dei servizi sociali. Proveranno ad adattarsi alla nuova situazione, fino a quando una decisione improvvisa li porterà ad affrontare un pericoloso viaggio in mezzo alla natura più selvaggia, alla ricerca dell’indipendenza assoluta, costringendoli a confrontarsi con il loro conflittuale desiderio di essere parte di una comunità e allo stesso tempo con il forte bisogno di starne fuori.
RACCONTARE STORIE DI PERSONAGGI AI MARGINI
Debra Granik che firma la regia di Senza lasciare traccia ha in passato vinto il Sundance Film Festival con Down to the Bone, ed è stata candidata agli Oscar con Un gelido inverno. Nel corso dei suoi progetti, la regista ha portato con sé un’idea ben chiara: usare il cinema per raccontare storie di esistenze che vivono ai margini della società, cercando disperatamente di mantenere la loro indipendenza. Senza lasciare traccia è il terzo film di Granik, opera con la quale la regista mostrerà agli spettatori un viaggio personale, familiare, doloroso e ricco di bellezza. Un racconto che ci accompagna tra le strade secondarie e gli accampamenti isolati del nord Ovest degli Stati Uniti. La storia originaria, quella vera, da cui è tratto Senza lasciare traccia è divenuta una specie di leggenda nell’area di Portland proprio perché fuori dal comune. La storia di un padre, di una figlia e di un mistero colmato dalla penna di uno scrittore e ora dalla macchina da presa di una regista.
– Margherita Bordino
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