L’animazione western di Zanna Bianca, il film diretto da Alexandre Espigares
Presentato in anteprima alla scorsa edizione del Giffoni Film Festival, è la grande scommessa del listino Adler di questi mesi. Zanna Bianca porta sul grande schermo una storia senza tempo e senza età, e nella versione italiana ha come voce fuori campo e guida di tutto il racconto quella del “piccolo grande” Toni Servillo.
L’eterno scontro tra il bene e il male, tra l’uomo e la natura… o meglio, in questo caso, l’animale. Zanna Bianca, ovvero il romanzo di Jack London, diventa un film d’animazione per la regia del Premio Oscar Alexandre Espigares (con Mr Hublotnel 2014). Dall’11 ottobre con Adler Entertainment arriva nelle sale cinematografiche italiane un film dedicato ai bambini di oggi e a quelli di ieri, ma anche a chi bambino non si sente più e vuole godere di una narrazione vera, lineare e con un’animazione “graffiante”. Sì, perché Zanna Bianca non è il classico cartone animato dai colori forti, quasi accecanti, o dalle forme tonde e con animali parlanti. È tutto l’opposto. Ovvero un film che offre un taglio il più realistico possibile visivamente. Ci sono i colori e i suoni della foresta, le dinamiche della prepotenza e al tempo stesso della sua generosità. In questo contesto c’è Zanna Bianca, il lupo una creatura fiera e coraggiosa, e per questo vittima della crudeltà dell’uomo.
ZANNA BIANCA E TONI SERVILLO, L’ANIMALE E L’UOMO
Come narrano le pagine scritte da London e il film diretto da Espigares, Zanna Bianca dopo essere cresciuto nelle terre innevate, meravigliose ma ostili del Grande Nord, viene accolto da Castoro Grigio e la sua tribù di nativi americani. Qui viene protetto dalla tribù, ma dovrà farsi accettare dagli altri cani. Purtroppo Castoro Grigio sarà costretto a cedere Zanna Bianca ad un uomo crudele, che lo obbligherà a trasformarsi in un cane da combattimento. In fin di vita, sarà salvato da una coppia disponibile e amorevole, che con il suo amore insegnerà a Zanna Bianca a dominare il suo istinto selvaggio e a diventare il loro migliore amico. Nel film oltre ai singoli personaggi c’è una voce guida, narrante che accompagna lo spettatore nel percorso di crescita e scoperta del mondo di Zanna Bianca, e nella versione italiana questa voce è affidata a Toni Servillo. “Trovo bellissima l’idea di non far parlare gli animali, è anche una novità di questo film, perché certe volte si è raggiunto lo stucchevole nell’affidare le vocine degli uomini o dei bambini agli animali. Questo è un pregio del film perché offre questa distinzione molto chiara, netta tra mondo animale e il mondo umano, e proprio nel distinguerli così chiaramente li racconta molto bene nel momento in cui ci sono le occasioni invece per avvicinarsi”, dice l’attore napoletano.
LINEAMENTI WESTERN
Zanna Bianca è una storia di redenzione descritta dal punto di vista dei cani e soprattutto sulla straordinaria forza dell’amore che li lega indissolubilmente all’uomo. In questo caso specifico è un film d’animazione dal look singolare. “Il lavoro che avevano realizzato (Stéphane Gallard e Antoine Poulain) è stato ciò che mi ha definitivamente convinto. Mi piacque molto la direzione che avevano preso”, racconta il regista. “Avevano creato un design realista ed esagerato, nel senso che le proporzioni dei personaggi spesso erano esagerate rispetto alla realtà. Per alcuni si sfiora la caricatura. Io ho un debole per le fisionomie che si vedono nei western italiani, per quei visi al limite della smorfia, come quello di Klaus Kinski, per esempio. Ho immediatamente riconosciuto quel tipo di lineamenti che erano esattamente quello che volevo. Ho continuato a percorrere quella strada, mostrando loro i visi dei personaggi dei film di Sergio Leone e di Sergio Corbucci. E così abbiamo lavorato partendo da lì per creare il resto della fauna umana di Fort Yukon”.
– Margherita Bordino
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