Il ritorno di Mary Poppins al cinema, da vedere in lingua originale
Presentato come l’evento dell’anno, uno dei film Disney più attesi dell’ultimo periodo e con 4 candidature ai Golden Globes. Mary Poppins, lo spazzacamino e i fratelli Banks stanno per tornare sul grande schermo in una veste del tutto nuova e lontana dalle musiche classiche.
Una ragazza scende dal cielo tenendo in mano un aquilone. È Il ritorno di Mary Poppins. “Supercalifragilistichespiralodoso”, “Cam Caminì”, “Un poco di zucchero”, “Com’è bello passeggiar con Mary“. Siamo tutti figli di Walt Disney ma difronte a questo sequel dobbiamo essere pronti a lasciare il classico alle nostre spalle guardando con curiosità e magia al nuovo. Perché di nuovo si tratta se si parla di Il ritorno di Mary Poppins. Era il 1964 e Julie Andrews, diretta da Robert Stevenson, arrivava sul grande schermo con un ruolo e un racconto di formazione più ogni altro. Diventava la tata di tutti noi (e il grillo parlante che servirebbe in tante famiglie!). Per Il ritorno di Mary Poppins gli autori hanno studiato gli altri romanzi della scrittrice Pamela Travers Lyndon. Come già noto, per il film Mary Poppins la Disney aveva acquisito i diritti con grande fatica, e sullo scetticismo dell’autrice abbiamo a testimonianza il meraviglioso Saving Mr. Banks, con Tom Hanks nella parte di Disney e Emma Thompson in quella della Travers. Sono però due storie diverse. Con stesse dinamiche, ma diverse.
METTIAMO DA PARTE LA TRADIZIONE
Nella Londra nell’era della depressione post ‘29, Mary Poppins fa ritorno nella vita della famiglia Banks. Michael ha perso la moglie e deve prendersi cura dei tre bambini oltre che salvare la sua casa dal pignoramento. Il ritorno di Mary Poppins, in sala dal 20 dicembre con Walt Disney e per la regia di Rob Marshall (Into the Woods, Memorie di una geisha, Chicago), è il film di questo Natale. Non solo perché rivolto veramente a tutte le generazioni ma perché presentato come vero evento cinematografico. Accoglienza buona dalla critica internazionale e non totalmente entusiasmante da quella italiana. Il film si regge sul fascio magnetico di Emily Blunt e su due piccoli grandi ruoli affidati a Dick Van Dyke e Angela Lansbury. Tra gli altri interpreti del cast anche Meryl Streep, Ben Whishaw, Emily Mortimer, Colin Firth. Da specificare per bene, Il ritorno di Mary Poppins non è il remake di Mary Poppins. È un sequel, un film che ci porta nella famiglia Banks 20 anni dopo, con i piccoli Jane e Michael diventati adulti. È un’altra storia! Il ritorno di Mary Poppins, seppur pieno di citazionismi, ha una colonna sonora completamente inedita, che non include alcuna delle canzoni classiche del film originale. Una grande sfida questa. Quanti spettatori saranno disposti a rinunciare alle canzoni che hanno amato? Solo chi lo farà riuscirà a gioire e godere di questo sequel, per gli altri saranno due ore circa molto sofferte.
ANIMAZIONE PERFETTA, DOPPIAGGIO COSI COSI
Il ritorno di Mary Poppins ha un grande pregio e sta nell’animazione. Proprio come tanti anni fa i disegni prendono vita, si animano e creano personaggi e avventure magiche. I colori sono molti più forti, penetranti e sono ben mixati. L’azzurro e il rosa la fanno da padrone insieme al nero degli spazzacamini e al grigiastro della nebbia inglese verso sera. Meno accattivante è la resa italiana del doppiaggio. Una traduzione o una “lettura” abbastanza fastidiosa che non permette un chiaro e onesto giudizio dell’interpretazione attoriale. Tra tutti a essere penalizzata è Meryl Streep, anche se qualcuno troverà simpatico il suo accento! Il ritorno di Mary Poppins è veramente un grande progetto. Immenso e ben stratificato, però la visione in lingua originale, magari sottotitolata, permetterebbe una maggiore intensità dell’esperienza che questo sequel Disney ha scelto di creare.
SHAIMAN E WITTMAN FIRMANO LA COLONNA SONORA
E in fine, la musica. A misurarsi con questa sfida sono stati due personaggi di primo piano della scena musicale di Hollywood, il compositore Marc Shaiman e il direttore d’orchestra e paroliere Scott Wittman. Il loro lavoro è ottimo, sempre se si evita di farsi travolgere dal classicismo e dalle scelte linguistiche italiane. I due artisti avevano ben chiara la grande responsabilità davanti a loro e in una intervista hanno detto: “quando è stato il momento di metterci al lavoro e di comporre per davvero la colonna sonora, ci siamo ritrovati pietrificati dalla paura. Ma quando abbiamo capito che era una incredibile opportunità per parlare alle generazioni di oggi e di domani, attraverso la musica e i testi e il lavoro di tutti quelli che hanno preso parte al film, per ringraziare i fratelli Sherman – autori della colonna sonora di Mary Poppins – e per dimostrare la nostra gratitudine, stima e affetto per il progetto e per gli uomini e le donne che lo hanno reso possibile, quando è scattato quell’interruttore nel nostro cuore, nel nostro cervello e nella nostra anima, ci siamo resi conto che era il modo che avevamo per dare voce al nostro amore per tutto ciò”.
-Margherita Bordino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati