Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità, lo sguardo di Schnabel rivolto all’artista olandese
Vincent van Gogh, Willem Dafoe e Julian Schnabel inaugurano in un certo senso l’anno cinematografico. In sala un film che racconta gli ultimi e tormentati anni del pittore olandese con un interprete perfettamente calato nel ruolo e un regista che l’arte la fa, la conosce e la ama
C’è un artista che più di tutti esercita un fascino ineguagliabile a tutte le età, Vincent van Gogh. A lui il cinema e la letteratura hanno dedicato tanto spazio e ogni volta in modo diverso. In ambito cinematografico sono ben 16 i film che ripercorrono la sua vita. Un ulteriore racconto a lui dedicato arriva da un “collega” ma anche regista Julian Schnabel: è lui a firmare la regia di Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità, film presentato con grandissimo successo alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia. Protagonista del film e quindi interprete di Vincent van Gogh è l’attore Willem Dafoe che, già Coppa Volpi a Venezia, è in lizza verso i prossimi Oscar. Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità è in sala dal 3 gennaio con Lucky Red.
L’INCONTRO TRA ARTI VISIVE
Sono passati ben 22 anni da Basquiat e Julian Schnabel, regista anche di Prima che sia notte e Lo scafandro e la farfalla, torna sul grande schermo per parlare a tutti noi di arte. La sua scelta con Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità guida lo spettatore verso gli anni tormentati del pittore olandese. Un lavoro che ha acceso tanta curiosità sin dalla sua lavorazione: un artista che racconta un altro artista. Uno sguardo contemporaneo verso una creazione artistica “maledetta” del passato. Il genio di Vincent van Gogh raccontato da Schanbel è arte pura. La pittura si unisce al cinema, accompagnate dalla collaborazione di Jean-Claude Carriere per la sceneggiatura. Ad interpretare l’irrequieto pittore è l’attore Willem Dafoe: perfetto in ogni suo gesto, movimento e mimica facciale. Un ruolo che per lui è e sarà molto importante. È lo stesso attore infatti a raccontare il suo amore e interesse per la pittura, una pratica persa nel tempo ma recuperata con la preparazione del ruolo. Lo stesso Dafoe dice in una intervista: “nel film dipingo davvero, tutte le volte che mi vedete con il pennello in mano lo sto effettivamente usando”.
ISOLAMENTO E TORMENTO, LA DIMENSIONE DI VAN GOGH
Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità racconta del burrascoso rapporto tra vang Gogh e Gauguin ma anche di quello viscerale tra il pittore e il fratello, fino al misterioso colpo di pistola che gli ha tolto la vita a 37 anni. Tra conflitti esterni e solitudine, il film di Schnabel racconta un periodo frenetico e molto produttivo che ha portato alla creazione di capolavori che hanno fatto la storia dell’arte. I colori che si vedono nel film sono quelli delle opere stesse di van Gogh: toni e tinte che affascinano ogni generazione e che richiamano la creatività stessa dell’artista olandese. È un film personale e profondo, che racconta la visione che del mondo aveva van Gogh, quella della realtà a lui familiare e quella più generica. Willem Dafoe rende autentico questo pittore. Impressionante è infatti anche la sua trasformazione fisica: i capelli e la barba rossi, gli occhi scintillanti come nel celebre autoritratto, il corpo malato e lo spirito turbato dalla continua ricerca della perfezione. L’attore ha in comune con van Gogh anche la passione per alcuni luoghi. L’Olanda e la Francia sono importanti per entrambi, anche se per motivi differenti. Dafoe, che ha grandissima stima del regista, afferma: “mi ha fatto accostare più profondamente alla realtà di Vincent, perché mi ha fatto scoprire com’è assistere ai mutamenti della percezione che avvengono mentre lavori. Mi ha fatto comprendere meglio alcuni aspetti dell’arte che pensavo di conoscere già ma che in realtà non sapevo. Ho imparato come toccare una tela, come accostarmi al colore, quali strategie adottare e come poi abbandonare ogni strategia. Soprattutto ho capito che la pittura è una combinazione di ispirazione, impulso, tecnica, esercizio e poi abbandono dell’esercizio. Una delle cose che mi piace di più del film è che riesce a documentare parte di questo processo, una cosa che raramente ci è dato di vedere”.
UNA VISIONE PERSONALE
Julian Schnabel in Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità è a tutti gli effetti l’artista che racconta un altro artista. È lui stesso ad ammettere di avere lavorato all’intero film con una idea ben chiara in testa, comunicare quello che lui vede, sente, percepisce dinanzi a un’opera di Van Gogh. Proprio per questo il suo racconto si stacca quasi completamente dal quello che “volgarmente” sarebbe definito un biopic. I colori, i paesaggi, le emozioni hanno piena voce in questo film. E l’uomo che Schnabel colloca “sulla soglia dell’eternità” è l’artista che tutti amano nel momento di totale sconforto della sua vita e di massimo splendore della sua arte. Quell’uomo che possiamo ammirare nel quadro Vecchio che soffre. Un uomo che, stanco, non sente più il desiderio della vita bramare e ardere dentro di sé, ma che al tempo stesso accende fortissime e travolgenti emozioni in questo film.
– Margherita Bordino
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