Ecco come sarà la Berlinale 2019
In passato la Berlinale era il momento di maggiore interesse cinematografico; negli ultimi anni la Mostra del Cinema di Venezia la sta facendo da padrone sotto molti aspetti. La Berlinale resta però sempre il bacino centrale in cui convergono popolari e indipendenti, e in cui il mercato prolifera come non mai. È qui che ogni anno si “accende” il cinema
Il regista Claudio Giovannesi con La paranza dei bambini rappresenta l’Italia al Concorso della Berlinale. Dal 7 al 17 febbraio avremo un motivo in più per tifare il Belpaese. Il film, tratto dall’omonimo film di Roberto Saviano, promette bene sin dal trailer. Un film in un certo senso simbolo di nuova speranza, un po’ come tutta la 69esima edizione della Berlinale. Un festival che potrebbe sembrare un po’ fiacco ma che in realtà non lo è. Ha una giuria del Concorso di altissimo livello. La presidente è Juliette Binoche, accompagnata da Justin Chang, Sandra Hüller, Sebastián Lelio, Rajendra Roy e Trudie Styler. E il film d’apertura se pur non da star hollywoodiane potrebbe sbalordire molti. Si tratta di The Kindness of Strangers, il nuovo lungometraggio della regista danese Lone Scherfig, una co-produzione tra Danimarca, Canada, Svezia, Francia e Germania. Un dramma corale ambientato nella Grande Mela durante l’inverno e con un cast internazionale che include Zoe Kazan, Tahar Rahim, Andrea Riseborough e Bill Nighy. Personaggi che trovano l’uno nell’altro l’amore, la gentilezza e il sorriso per andare avanti nonostante le mille difficoltà che la vita gli pone di fronte tutti i giorni.
L’ITALIA ALLA BERLINALE
Tornando al cinema italiano. Claudio Giovannesi saprà di certo compiacere la giuria e i critici, ma è nella sezione Panorama che potremmo essere molto forti e competitivi. Qui ci sono ben titoli: Dafne di Federico Bondi, che racconta del rapporto tra una ragazza down e suo padre dopo la morte della madre; l’esordio cinematografico di Michela Occhipinti Il corpo della sposa – Flesh Out, su una giovane donna della Mauritania che deve ingrassare, come vuole la tradizione, prima delle nozze; Selfie di Agostino Ferrente, ambientato nel rione Traiano di Napoli, che traccia in modo insolito ma modernissimo uno spaccato dell’adolescenza al tempo di camorra e Normal di Adele Tulli, un viaggio e un atlante inaspettato nelle norme, gli stereotipi, le convenzioni di genere nell’Italia di oggi. Un’Italia inedita, nuova e giovane che guarda sempre più al cinema del reale e da esso trova ispirazione. Da notare una buona proporzione di quote rosa.
CHARLOTTE RAMPLING, NON CONVENZIONALE
La donna della 69esima Berlinale sarà Charlotte Rampling. A lei sarà consegnato l’Orso d’Oro alla carriera. E sempre alla protagonista di grandi classici come il controverso Il portiere di notte di Liliana Cavani o La Caduta degli Dei di Luchino Visconti sarà anche dedicata una retrospettiva. Saranno proiettati alcuni dei film che la vedono protagonista e grazie ai quali Charlotte Rampling è diventata una delle attrici più famose e apprezzate della storia del cinema. “Sono molto contento che quest’anno l’omaggio sia dedicato alla sublime Charlotte Rampling. È un’icona di un cinema eccitante e non convenzionale”, ha dichiarato il direttore artistico della Berlinale Dieter Kosslick. La 69esima edizione della Berlinale sarà caratterizzata da una nutrita presenza femminile, rispetto all’edizione 2018.
LE REGISTE DI OGGI
Oltre alle donne in giuria, alla regista danese che aprirà il festival e alla Charlotte Rampling ci sono infatti molte altre donne e tra queste: l’austriaca Marie Kreutzer in gara con Der Boden unter den Füßen (La terra sotto i miei piedi) dramma che racconta la storia di un potente uomo d’affari; la regista tedesca Angela Schanelec presenterà Ich war zuhause, aber (Ero a casa, ma), storia di una tredicenne che ritorna a casa dopo essere scomparsa in circostanze misteriose; la spagnola Isabel Coixet con Elisa e Marcella, un racconto di amicizie e amore che nasce e vacilla tra i banchi di sucola; la polacca Agnieszka Holland con Mr. Jones, ovvero la storia di Gareth Jones il giornalista grazie al quale in tutto Occidente e soprattutto in America fu conosciuto l’orrore degli anni tra il 1933 e il 1945 in Europa e in Polonia. Si dice che l’incontro di Jones con il giovane George Orwell abbia ispirato la storia distopica di quest’ultimo, La fattoria degli animali.
– Margherita Bordino
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