Lost in projecton. The Hollars di John Krasinski
È una storia di famiglia quella tratteggiata da John Krasinski in “The Hollars”, una pellicola da rivedere.
John Hollar, aspirante disegnatore newyorchese d’adozione, si trova costretto a tornare all’improvviso nella piccola cittadina di provincia dove è nato e cresciuto per assistere la madre in attesa di una delicata operazione al cervello. Ad attenderlo a casa ci sono: un padre in piena crisi depressiva, un fratello maggiore divorziato e disoccupato, una ex ragazza in cerca di conferme e un agguerrito ex rivale del liceo. In un momento già difficile della sua carriera (che non decolla) e della sua vita privata (la sua ragazza è emotivamente provata e incinta all’ottavo mese), John si troverà alle prese con il suo passato, il suo presente e il futuro della sua famiglia.
The Hollars possiede una struttura classica, quella vista tante volte nel cinema americano indipendente e non, in commedie e drammi che hanno costellato il grande schermo in passato e nel presente: un improvviso e inaspettato ritorno a casa, un protagonista fagocitato ancora una volta in dinamiche famigliari disfunzionali da cui si era intenzionalmente allontanato e, infine, l’acquisizione di una nuova e più ampia prospettiva e di una accresciuta consapevolezza di sé e degli altri.
UN RACCONTO DI VITA
Ciò che rende questa pellicola particolarmente piacevole da guardare non è tanto il cosa, ma il come questa storia già nota viene raccontata. John Krasinski, all’epoca alla sua seconda regia, oltre a sapersi circondare di attori di eccezionale capacità (dalla Martindale a Jenkins, da Copley a Day), sorprende per sensibilità e semplicità, privilegiando per la pellicola toni smorzati e colori tenui, facendo accompagnare le immagini da una colonna sonora che lascia spazio a silenzi e pause di riflessione che permettono a ogni personaggio di cambiare, modificarsi e crescere. Perché in fondo The Hollars è un racconto di vita e quindi di rancori, pentimenti, sensi di colpa e riconciliazioni. È la storia di una famiglia, e come tale contiene soprattutto l’amore, ma anche la morte.
Krasinski ci sa accompagnare in questo intimo e sfasato universo con tatto e gentilezza, utilizzando pochi movimenti di camera, camminando sulle punte per dare spazio ai sentimenti e alle emozioni prorompenti dei suoi protagonisti, mettendo in scena battute esilaranti e immagini toccanti. Lascia che la paura travolga tutto e tutti per trasformarsi (ancora una volta) in puro e semplice amore.
‒ Giulia Pezzoli
USA, 2016
Regia: John Krasinski
Genere: commedia, drammatico
Sceneggiatura: Jim Strouse
Cast: John Krasinski, Margo Martindale, Richard Jenkins, Sharlto Copley, Anna Kendrick, Charlie Day, Mary Elizabeth Winstead
Durata: 88’
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #47
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