Scendi c’è il cinema. A Milano i film si vivono nei cortili dei quartieri periferici

La visione di un film, la possibilità di un confronto e di un nuovo incontro. “Scendi c’è il cinema” dal 2012 offre un’esperienza sociale e di condivisione in un posto in cui il cinema altrimenti non sarebbe presente. Una mission culturale e sociale che non intacca il fatturato delle sale o delle arene estive in cui è previsto l’acquisto di un biglietto.

“Vogliamo una rassegna gratuita di qualità!”, si legge sul sito ufficiale di “Scendi c’è il cinema” (fino al 20 luglio la nuova edizione). “Per 11 serate il cortile diventa un cinema, portati la sedia”, recita invece il suo spot. Era il 2012 quando nei cortili dei caseggiati popolari del Municipio 6 e del quartiere del Giambellino di Milano nasceva il cinema estivo, all’aperto e “sotto casa”. In 7 anni circa 9000 persone hanno potuto godere dell’esperienza cinematografica unitaria e inclusiva che ha permesso loro di vedere film di qualità che altrimenti non avrebbe visto. “Scendi c’è il cinema” è una piccola manifestazione cinematografica colma di desiderio. Desiderio di condivisione, di conoscenza, di nuove possibilità e nuovi incontri. L’iniziativa di “Scendi c’è il cinema” 2019, secondo quanto riportato da diversi magazine online, è stata messa a rischio dalla presa di posizione dell’Anec, l’Associazione nazionale esercenti cinema, che non voleva concedere le liberatorie per proiettare gratuitamente film usciti negli ultimi due anni. Dopo un primo momento di scoraggiamento tutto si è risolto per il meglio, infatti “Scendi c’è il cinema” è attualmente in corso ogni venerdì e sabato. “Abbiamo lottato per non essere una rassegna di serie B, perché vogliamo fare cultura gratuitamente con gli abitanti del nostro quartiere Lucky Red, I Wonder Pictures, Fandango, Officine UBU e Archimede film di Matteo Garrone hanno deciso di stare al nostro fianco garantendo una rassegna ricca di titoli e il più vicino possibile a quanto ci siamo immaginati”, è il post che appare sulla pagina Facebook di “Scendi c’è il cinema”. Ebbene, qualcuno ha preso una posizione, e se pur non i “poteri forti”, un forte sostegno è arrivato da chi il cinema di qualità lo fa e lo condivide.

DIRITTO ALLA CULTURA PER TUTTI

Perché quello che ci interessa non è solo vedere un film all’aperto ma fare incontrare persone che altrimenti non si incrocerebbero mai, accogliere la città nel cuore della periferia, raccontarne luci e ombre al di là di stereotipi e rappresentazioni gridate. Gli abitanti che ogni anno aprono le porte delle loro case, sistemano i cortili, offrono la corrente dalle loro case e l’accesso ai servizi, sono loro che hanno diritto ad una cultura accessibile economicamente e in quartiere senza essere costretti ad andare in centro città”. La storia dell’iniziativa “Scendi c’è il cinema” andrebbe conosciuta sin dal principio per capire quanta voglia, quanto desiderio c’è verso la settima arte e verso l’esperienza di condivisione che da sempre la contraddistingue spostandola per un solo momento da “oggetto merceologico”. “La profezia dell’armadillo”, “Reality”, “Pranzo di ferragosto” e “Quasi nemici” sono i film in cartellone, tra gli altri. Film che parlano di integrazione, di denunce, di sfide quotidiane, film che riflettono la realtà se pur con la finzione. 

I QUATTRO ‘PILASTRI’ DI SCENDI C’E’ IL CINEMA

Direttamente dal manifesto di “Scendi c’è il cinema”. “Uno: Cinema. Un Cinema pubblico, aperto, gratuito, sociale e di qualità. Una selezione di film, scelti da un quartiere, per ragionare insieme sul nostro futuro. Due: Quartieri Popolari. Un Cinema sociale per far conoscere e valorizzare l’edilizia residenziale pubblica, per dar voce agli abitanti, alla richiesta di vivere in un quartiere più giusto e più bello, alle tante storie di solidarietà e accoglienza che ogni giorno incontriamo. Tre: Comunità. Un cinema che è Comunità. Non troverete cuffiette e biglietto di ingresso, ma un quartiere da conoscere e per conoscersi, un Cinema che genera incontri, legami e relazioni significative. Quattro: Partecipazione. Un cinema partecipato. Ci vedi all’ingresso, dietro lo schermo, al proiettore, mentre distribuiamo una fetta d’anguria o i pop-corn. Mentre scambiamo due chiacchiere con le persone. Siamo un gruppo di abitanti, volontari e operatori. Ogni proiezione nasce dalla volontà di gruppi di abitanti di fare qualcosa per il proprio quartiere”.

  Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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