La Guarimba International Film Festival, un progetto di vita e comunità. Intervista a Giulio Vita

152 cortometraggi in competizione ufficiale e 42 nazioni rappresentate. La Guarimba International Film Festival torna per la VII edizione e continua nella sua mission di integrazione e di visione.

“Riportare il cinema alla gente e la gente al cinema”. Questo l’obiettivo di un giovane calabrese cresciuto a Caracas e poi tornato nel paese d’origine dei nonni e di una illustratrice venezuelana. La Guarimba International Film Festival compie sette anni (7 – 11 agosto 2019, Amantea) e anche se abbastanza giovane, entra nel pieno della maturità. La Guarimba International Film Festival è una combinazione perfetta tra cinema e illustrazione, in cui la cultura viene usata come veicolo per promuovere valori come la democrazia partecipativa, l’integrazione e l’accessibilità. “Guarimba” è un temine straniero, una parola che per gli indios venezuelani significa “posto sicuro”. E nel corso degli anni questo festival è diventato un posto sicuro dove conoscersi, confrontarsi, trovare una convivenza di idee. Qui la nostra intervista all’organizzatore Giulio Vita. 

Come nasce la Guarimba Festival?
Io sono nato in Italia e cresciuto in Venezuela. A Caracas ho studiato Giornalismo e dopo essere stato sequestrato e torturato dalla polizia per protestare contro il governo, ho deciso di tornare in Italia. Sono andato a studiare Cinema a Madrid, dove ho conosciuto Sara Fratini, illustratrice venezuelana che all’epoca studiava Belle Arti. Dopo la laurea, andammo a bere birra in un bar del centro città per lamentarci di quanto fosse superficiale il mondo dei festival di cinema. E così, come per gioco, abbiamo deciso di creare La Guarimba. 

Con quali premesse?
La proposta era: andiamo al paese dei miei nonni per un anno. Sara avrebbe lavorato al suo progetto di illustratrice e io a tempo pieno al festival. Alla fine del 2012, siamo andati a vivere ad Amantea, il paesino calabrese dei miei nonni. Adesso Sara ha pubblicato tre libri (due con Mondadori) e ha fatto murales in diverse nazioni, e La Guarimba compie sette anni.

Cosa è cambiato in questi sette anni?
All’inizio La Guarimba nacque come festival del cortometraggio ossia come un evento. È diventata in un secondo momento Associazione Culturale. Poi gente più acculturata di noi l’ha definita Innovazione Sociale e più tardi i volontari e i registi che sono venuti alle prime edizioni l’hanno rinominata “esperienza di comunità” per il nostro di modo di fare. Per noi è un progetto di vita, una scommessa vinta al pessimismo, all’economia globale e a quel mito che dice ai ragazzini terroni che al Sud non c’è niente da fare. 

E oggi?
Definiamo il 2019 come l’anno della maturità. Siamo cresciuti e diventati una realtà importante nel panorama dei festival del cortometraggio. Siamo riusciti a creare una Media Partnership a livello nazionale con Rai 4 e Rai Cinema; a contare sul sostegno di enti come l’Ambasciata degli Stati Uniti, l’Ambasciata dell’Ungheria, l’Ambasciata della Germania, l’Ambasciata del Canada e la Rappresentanza Generale del Governo delle Fiandre in Italia; ad intercettare sponsor nazionali e internazionali, come MINI Italia, G–Technology e Klean Kanteen; a confermare sponsorizzazioni locali che da anni investono nel nostro progetto, aiutandoci a valorizzare il territorio, come le aziende Fichi Marano, Grafiche Calabria e Conad Campora San Giovanni; ad avere il sostegno della Regione Calabria e del MiBAC.

La Guarimba

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Come lavorate con loro?
Con i nostri partner locali e regionali cerchiamo di creare una rete che possa diventare parte del tessuto sociale del territorio. Inoltre, quest’anno siamo diventati membri della Short Film Conference, organizzazione per la promozione del cortometraggio. Il Progetto CAMBUR non ci ha solo aiutato a eliminare l’uso della plastica monouso, ma si è dimostrato economicamente vincente. Infatti, sono tante le aziende che ci sostengono quest’anno nel tentativo di ridurre il nostro impatto ambientale, come l’associazione internazionale Parley, con cui puliremo la spiaggia di Amantea, coinvolgendo tutto il paese e i nostri ospiti. Siamo un festival molto seguito e innovativo. Probabilmente il più grande festival del corto in Italia per numeri di pubblico e di presenza online. Pensa che su Giphy in questo momento abbiamo 46 milioni di visualizzazioni, mentre i festival italiani ancora non hanno scoperto cosa sia. 

Quali sono i film di questa edizione che pensi avranno maggiore riscontro e interesse?
Di sicuro i film che apriranno il festival saranno apprezzati. Si tratta di due film prodotti da noi l’anno scorso, in una iniziativa che consiste in invitare un regista amico del festival per raccontare una storia dentro il festival. Il film “Il Mondo Trovato: Gli Spiriti Della Calabria” di Vincent Moon (REM, Arcade Fire, Bon Iver), esplora le tradizioni musicali e religiose della Calabria profonda. 

La Guarimba

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Ci sono altre sezioni rilevanti?
Credo che la selezione “Videoclip” sia molto forte quest’anno, con un film pazzesco di Kris Mercado (regista scelto da Billie Eilish per girare il suo speciale), un’animazione di Raman Djafari & Daniel Almagor; e su Fiction abbiamo “Vendo Pipas”, un film sulla crisi migratoria del Venezuela in Colombia. Amantea è un paese molto legato al Venezuela dal dopoguerra, per cui penso sarà molto apprezzato. In Documentario abbiamo la commedia indiana “Tungrus” che farà divertire il pubblico; e in Animazione c’è “Simbiosis Carnal”, un collage sessuale veramente bello.

Perché dici “Calabria, la terra dove tutto è possibile”?
La Calabria è un luogo pazzesco, dove non ci sono regole, dove tutti fanno quel che vogliono e dove mancano davvero tante cose. È un popolo ribelle. Questo, diciamo, crea fraintendimenti e, purtroppo, anche abusivismi. Ma anche lascia aperta la porta alle possibilità, alle scommesse, ai progetti pilota. La Guarimba non sarebbe stato possibile in un contesto preimpostato e rigido. Se ho imparato qualcosa da calabrese a Caracas è il talento di fare surf tra le acque, perché cose cambiano, ma se uno ha un sistema di valori e principi chiari, è molto facile adattarsi e ricostruire. 

Tre parole per descrivere la Guarimba Festival.
Comunità. Accessibilità. Sud.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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