I film della settimana: L’ascesa di Skywalker, La Dea Fortuna e – perfetto per Natale – anche Pino

Star Wars: L’ascesa di Skywalker, La Dea Fortuna e Pinocchio. Per Natale al cinema film di grande tradizione ma lontanissimi tra loro e dal periodo di festività. La chiusura di una trilogia, una crisi di coppia e di responsabilità, il recupero di una delle fiabe italiane più belle di sempre

La fine di una trilogia che ha consegnato la saga cinematografica più popolare al mondo ai più giovani. Il ritorno di Ferzan Ozpetek nella massima libertà e gioia, dimostrando di essere, pur non essendo italiano, il migliore regista italiano di questo momento. L’adattamento cinematografico di un grande classico italiano che rischiava di scomparire dalla memoria delle giovani generazioni. Il Pinocchio di Matteo Garrone è infatti per loro! Star Wars: L’ascesa di Skywalker, La Dea Fortuna e Pinocchio, un Natale insolito al cinema. Un’offerta del tutto differente ma forse mai ricca di contenuto come quest’anno, anche se gli esercenti sono in trepidazione per l’uscita il primo dell’anno di Tolo Tolo di Checco Zalone (per cui alcuni piccoli multisala stanno prevedendo la cessione di tutte le sale al film!). Star Wars: L’ascesa di Skywalker, La Dea Fortuna e Pinocchio segnano il momento cinematografico più atteso del 2019. Non solo per la chiusura della trilogia Skywalker ma anche per due autori italiani che presentano al grande pubblico due film che sanciscono il loro percorso artistico e professionale. Ozpetek torna ai fasti del suo migliore cinema, Garrone realizza un sogno che portava nel cuore sin dall’infanzia. 

– Margherita Bordino 

STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER

Star Wars: L’ascesa di Skywalker

Star Wars: L’ascesa di Skywalker

Evitiamo di parlare della trama del film in modo da non cadere nella trappola dello spoiler che per Star Wars potrebbe essere una “tragedia” per molti fan. Parliamo quindi delle sensazioni che suscita la visione di questo capitolo conclusivo. Star Wars: L’ascesa di Skywalker è un film per nulla epico, anzi, troppo disneyano. Un gran bel film, dal budget importante, dalla macchina massiccia e maestosa come sempre, però manca di qualcosa. Di quella classicità che ha contraddistinto le precedenti trilogie. È sicuramente non una chiusura definitiva ma un passaggio di cast e di spettatori. Potremmo definirlo un film “generazionale”. Come si può vedere dal trailer e come è stato già scritto nei mesi precedenti, c’è in questo film la Principessa Leia. La sua visione può avere però due effetti: emozionante, da vero magone, o quasi di terrore se si pensa che è interamente riscostruita da un computer. Perla del film è Adam Driver che nel 2019 ha richiamato l’attenzione su di se con Marriage Story. Un attore che stiamo imparando ad amare sempre più e che in Star Wars: L’ascesa di Skywalker è forse la chiave di tutto il racconto, nonché colui che detiene il messaggio più nascosto del film. In sala con Walt Disney Company.

LA DEA FORTUNA

La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek

La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek

Turco di nascita ma italianissimo per formazione cinematografica, Ferzan Ozpetek torna al cinema con un racconto di amore, famiglia e amicizia. La Dea Fortuna è il suo modo di riconciliarsi con la sua prima fase artistica, quella di Le fate ignoranti e Mine vaganti. È un film in cui si avverte la totale libertà e voglia di stare bene anche sul set. Qui ritrova Stefano Accorsi e dirige per la prima volta Edoardo Leo e Jasmine Trinca, ma porta sul grande schermo anche un’insolita ospite, Barbara Alberti, nel ruolo della cattiva. È la storia di una coppia gay in crisi, la cui vita viene scombussolata dall’improvviso arrivo della loro migliore amica e dei due figli che dovranno restare con loro per qualche giorno. Per la coppia sarà un doppio momento di crisi: per la loro unione e per la paura di doversi prendere cura di qualcuno diverso da loro. La Dea Fortuna è in sala con Warner Bros e da agli spettatori un gran bel suggerimento riguardo la memoria e i ricordi: “come fai a tenere sempre con te qualcuno a cui vuoi bene? Devi guardarlo fisso, rubi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi e lui ti scende fino al cuore. Da quel momento, quella persona sarà sempre con te”. 

PINOCCHIO

Pinocchio

Pinocchio

Matteo Garrone realizza un sogno, o forse risolve un’ossessione, portando al cinema il Pinocchio di Collodi. Sì, perché si tratta di un adattamento molto fedele della fiaba italiana. Un film per famiglie che da Garrone non ti aspetti. Chi pensa di vedere un Pinocchio dark deponga giù le armi prima di entrare in sala. È una fiaba e di nero non ha nulla, se non qualche tocco fotografico. È un film dalla ricostruzione scenica eccezionale, per non parlare degli effetti e dei “mostri”. Un film molto visivo che però si perde nel dialogo. Siamo certi che la leggerezza sia la chiave migliore per fare conoscere Pinocchio alle nuove generazioni? In sceneggiatura si sente molto la convergenza tra lo stile di Garrone e quello di Massimo Ceccherini (anche la Volpe nel film). Una leggerezza che non a tutti potrebbe piacere. In compenso c’è Benigni che con il suo Geppetto chiude un cerchio, iniziato non benissimo con il suo Pinocchio di qualche anno fa, ma lo fa nel migliore dei modi: come padre autentico, disperato per la scomparsa del figlio, desideroso di crescere il suo bambino al meglio e cosciente della povertà in cui vive a cui questo figlio da una ricchezza assoluta. Il film è in sala con 01Distribution.

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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