Berlinale 2020: Orso d’Oro a There is no evil, Elio Germano miglior attore con il suo Ligabue
Da Favolacce dei fratelli D’Innocenzo a Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, dal sodalizio artistico tra Abel Ferrara e Willem Dafoe all’Orso d’oro alla carriera ad Helen Mirren. La Berlinale 2020 è stata una vera festa di cinema indipendente, popolare e ricercato. L’Orso d’Oro va a There is no evil
Mano nella mano, Damiano e Fabio D’Innocenzo sfilano sul red carpet della cerimonia di chiusura della Berlinale numero 70 e sul tappeto rosso ci sono anche Elio Germano insieme al regista Giorgio Diritti. Favolacce e Volevo nascondermi sono i due film italiani che erano presenti nel Concorso di questa edizione e che da subito hanno conquistato pubblico e stampa, per il loro essere sincera indagine dell’animo umano, che si tratti di famiglia e comunità o di persone emarginate. La Berlinale 2020 è stata una grande festa per il cinema italiano. Ne sarà sicuramente orgoglioso il neodirettore artistico Carlo Chatrian. In questa edizione il cinema in generale ha fatto da padrone andando oltre al glamour, ancora più degli altri anni.
CLANDESTINITÀ E MITOLOGIA
“Non c’è un muro nel mondo che può fermare la nostra immaginazione, le nostre idee, il nostro credo, il nostro amore”. L’Orso d’Oro 2020 va a There is no evil, un film che per volontà del suo regista Mohammad Rasoulof parla al cuore e alla mente di chi ha voglia di interrogarsi sulla pena di morte. Un film in quattro atti. Quattro storie legate tra di loro in modo sottile e intelligente da un tremendo destino. Mohammad Rasoulof ha girato il suo There is no evil in totale clandestinità, senza alcuna autorizzazione né prima né dopo, e per questo motivo gli è stato vietato anche di presentare il film al di fuori dei confini dell’Iran. Tra i film più belli della Berlinale 70 è sicuramente Undine del regista tedesco Christian Petzold, un racconto che oscilla tra amore, mito, fiaba. Petzold torna al festival con gli stessi attori del suo ultimo film in concorso alla stessa Berlinale, Transit, e quindi Paula Beer (Orso d’argento come Migliore Attrice) e Franz Rogowski, nuovamente protagonisti di una storia d’amore. Undine è una storia ambientata nel presente ma è la rilettura del mito dello spirito delle acque, una semi-divinità femminile che uccide chi le si avvicina. Sul film Petzold ha detto: “l’idea del film, che mi ronzava in testa da un po’, ha preso vita e forma più precisa in un bar dove stavo con questi due magnifici attori con cui avevo appena lavorato ma con cui non vedevo l’ora di lavorare di nuovo. Era un po’ che mi interessava capire come portare sullo schermo una favola, una leggenda, calandola in un mondo che di magico non ha più nulla”.
GLI EREDI DI PASOLINI
I fratelli D’Innocenzo hanno debuttato proprio alla Berlinale, edizione 2018 e con La terra dell’abbastanza, lo stesso film con cui sono stati in lizza anche ai David di Donatello dove non hanno reagito bene quando a “soffiargli” la statuetta è stato un altro regista, Alessandro Cremonini con Sulla mia pelle. In quella occasione hanno compiuto un gesto di ribellione abbastanza brutto, bruciando la pergamena della loro candidatura ai David – postando una foto sui social e poi eliminandola. Andando oltre questo fattaccio, oggi dobbiamo essere tutti contenti che il loro talento sia stato riconosciuto e a livello internazionale con la Migliore Sceneggiatura per Favolacce, opera seconda. Un film che li mostra ancora più inseparabili nella vita e nel lavoro. Già dal titolo, Favolacce, è inevitabile non pensare a Pasolini, e i fratelli D’Innocenzo potrebbero in effetti esserne dei degni eredi cinematografici. Così hanno detto loro stessi del film in conferenza stampa: “è difficile trovare parole sintetiche e abbastanza efficaci per descrivere i temi che volevamo affrontare nel nostro secondo progetto. Anche perché abbiamo scelto di usare le immagini per raccontare la storia piuttosto che la sola scrittura. La scrittura è troppo precisa, troppo inequivocabile. E non bastava per questa storia. C’è molto silenzio nel film e, paradossalmente, quando i personaggi parlano comunicano ancora meno di quando stanno in silenzio. Disagio, solitudine e apprensione trovano il loro luogo ideale all’interno delle famiglie di Favolacce: la casa – ciò che siamo soliti pensare come un nido, sebbene forse teneramente limitante – diventa nella storia il posto in cui convivono intolleranza, freddezza e ansia. Basta dare un’occhiata alle statistiche sui casi di violenza domestica per renderci conto di quanto questo corrisponda purtroppo a verità. Volevamo indagare sull’interruzione di comunicazione di queste famiglie, immerse nella stagnazione di sterili abitudini, dove forse solo le tragedie hanno la capacità di scuotere le cose”.
PENETRANTE GERMANO-LIGABUE
Elio Germano è il grande protagonista della Berlinale 2020 e protagonista assoluto di Volevo nascondermi e tra i principali attori anche di Favolacce. La sua mimesi straordinaria per diventare Antonio Ligabue, per la quale ha ricevuto l’Orso d’Argento come Migliore attore, non si dimenticherà facilmente e non appena il film uscirà nelle sale italiane il pubblico potrà conoscere meglio un grande artista come “el matto” Ligabue che ha fatto della sua emarginazione una grandissima fonte di ispirazione e colore. Elio Germano per calarsi nel ruolo è stato aiutato dal trucco calibrato e non posticcio di Lorenzo Tamburini, un grande supporto al suo talento che in Volevo nascondermi è visibile non tanto nel fisico quanto nello sguardo intenso e penetrante che comunica tutta la sofferenza, la solitudine e il bisogno d’amore – di dare e ricevere – del pittore. Germano durante la conferenza stampa della Berlinale ha detto: “un personaggio che mi ha subito colpito per la sua energia vitale, la volontà di essere se stesso contro tutto e tutti e, con la sua fragilità, col suo essere sbagliato, con la sua diversità, di trovare una forma di dignità in questo senza accettare mai nessun compromesso”.
– Margherita Bordino
TUTTI I PREMI DELLA BERLINALE 2020
ORSO D’ORO
Sheytan Vojud Nadarad (There is no evil), Mohammad Rasoulof
ORSO D’ARGENTO GRAN PREMIO DELLA GIURIA
Eliza Hittman, Never Rarely Sometimes Always
ORSO D’ARGENTO MIGLIOR REGIA
Hong Sang-soo, The Woman Who Ran
ORSO D’ARGENTO MIGLIORE ATTRICE
Paula Beer, Undine
ORSO D’ARGENTO MIGLIORE ATTORE
Elio Germano, Hidden Away
ORSO D’ARGENTO MIGLIOR SCENEGGIATURA
Bad Tales, dirs: Damiano & Fabio D’Innocenzo
ORSO D’ARGENTO MIGLIOR CONTRIBUTO ARTISTICO
Jurgen Jurges for the cinematography in DAU. Natasha
ORSO D’ARGENTO PREMIO SPECIALE 70ESIMA EDIZIONE BERLINALE
Delete History, dirs: Benoît Delépine and Gustave Kerven
INCONTRI
MIGLIOR FILM
The Works And Days (Of Tayoko Shiojiri In The Shiotani Basin), dirs: CW Winter and Anders Edström
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
The Trouble With Being Born, dir: Sandra Wollner
MIGLIOR REGIA
Cristi Puiu, Malmkrog
Matías Piñeiro, Isabella (Special Mention)
BERLINALE DOCUMENTARY AWARD
Irradiated, dir: Rithy Panh
Notes From The Underworld, dirs: Tizza Covi and Rainer Frimmel (Special Mention)
GWFF BEST FIRST FEATURE AWARD
Los Conductos, dir: Camilo Restrepo
Naked Animals, dir: Melanie Waelde (Special Mention)
GOLDEN BEAR BEST SHORT FILM
T, dir: Keisha Rae Witherspoon
SILVER BEAR JURY PRIZE SHORT FILM
Filipiñana, dir: Rafael Manuel
SHORT FILM AWARD
Genius Loci, dir: Adrien Mérigeau
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