Felliniana: Cinecittà omaggia Fellini con una mostra
Dante Ferretti sogna l’amico Federico Fellini in una piccola e suggestiva mostra all’interno di Cinecittà. Un omaggio dovuto da un amico a un altro amico e da un artista a un altro artista
Cosa direbbe Federico Fellini di tutti i festeggiamenti in corso in suo nome, ne sarebbe contento? Secondo il premio Oscar Dante Ferretti: “Forse direbbe anche ‘grazie’ o forse ‘ma non valeva la pena, ma figurati parlare di me, sono anni che parlano di me e basta, si saranno scocciati tutti’. E io avrei risposto scherzando: ‘pure io che t’ho dovuto rifare’”. Il 20 gennaio 2020 Federico Fellini, il più noto dei registi italiani oltre che il maggiore frequentatore degli Studi di Cinecittà, avrebbe compiuto 100 anni. Tra i tanti festeggiamenti e celebrazioni che sono previste nell’arco dell’anno, non poteva mancare il contributo del suo “tempio”, della stessa Cinecittà. Nasce così Felliniana – Ferretti sogna Fellini, mostra-installazione, a carattere permanente, all’interno della storica Palazzina Fellini di Cinecittà e aperta al pubblico dal 1 febbraio 2020.
FERRETTI SOGNA FELLINI
La mostra-installazione Felliniana – Ferretti sogna Fellini porta la firma di Dante Ferretti, uno dei magici interpreti delle visioni di Federico Fellini, e di Francesca Lo Schiavo, compagna di vita e lavoro di Ferretti, anche lei scenografa e set decorator di fama mondiale. “Per Felliniana non ho mai pensato a un set, ma a ricreare delle immagini che avevo nella mente”, dice la Lo Schiavo. “Dall’arrivo insieme a Cinecittà di Dante e Federico, a Marcello che in La città delle donne, scopriva il suo universo femminile e il cinema Fulgor che ha rappresentato l’iniziazione di Fellini al cinema”. La mostra è così suddivisa, in tre ambienti principali. Tre tappe di un breve viaggio insieme al regista e ai volti dei suoi sogni e delle sue ispirazioni. Ferretti e Lo Schiavo costruiscono e propongono una nuova casa ideale di Fellini attraverso proprio l’incontro quotidiano tra lo scenografo e il regista, il loro primo lavoro insieme con La casa delle donne e il Fulgor, la sala cinematografica di Rimini, luogo sacro per il regista. Una mostra che sembra un sogno e che immerge nel vero nell’immaginario felliniano, tra il racconto onirico e un suggestivo sodalizio artistico e d’amicizia.
FERRETTI E FELLINI
“A volte per venire a Cinecittà partivamo insieme da Canova, il bar a Piazza del Popolo e nel viaggio in auto lui mi chiedeva sempre, ‘Dantino che ti sei sognato?’. All’inizio gli dicevo la verità che non mi ricordavo i sogni, o non ne avevo fatti. ma poi ho iniziato a inventarli – racconta lo scenografo in una breve conferenza stampa – pensando al suo cinema o a ricordi di infanzia nella mia città, Macerata. Come quando andavo dalla sarta, con mia madre e da sotto il tavolo mi capitava di vedere le mutande, le gambe, i sederi delle donne, o gli incontri al mercato con delle figure femminili che poi ha messo nei suoi film, dalla pescivendola alla macellaia…”. Il primo incontro tra Federico e ‘Dantino’, come lo chiamava il Maestro, è avvenuto sul set del Satyricon nel 1969, mentre la collaborazione diretta tra i due è iniziata con La città delle donne, cui seguono titoli indimenticabili: Prova d’orchestra, 1978; E la nave va, 1983; Ginger e Fred, 1986; La voce della luna, 1990. Si tratta della meravigliosa maturità del genio riminese. “Io ho imparato molto da lui, mi ha fatto capire cosa è il cinema. Non tutti fanno il cinema in quel modo, Fellini è uno e solo. Io ho preso da tanti registi, però quello che ho sempre in mente è lui”, confessa Dante Ferretti. Mentre Francesca Lo Schiavo, anch’ella legata da molti ricordi a Fellini, aggiunge: “Il suo modo di essere, la sua creatività mi sono serviti tantissimo nella realizzazione del suo lavoro. Per la sua genialità di cui tutte le persone che venivano a contatto con lui ne erano imbevute”.
– Margherita Bordino
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