Freud a caccia di criminali. La nuova serie Netflix dedicata al padre della psicanalisi
Alla Berlinale 2020 è stata presentata la serie tv, targata Netflix, dedicata al padre della psicoanalisi. Un giovane Sigmund Freud alle prese con un criminale e accompagnato da un detective e una sensitiva, in piattaforma dal 23 marzo
Arriva su Netflix la serie Freud, co-produzione tra Germania e Austria, presentata in anteprima mondiale alla 70esima edizione della Berlinale. Una serie televisiva di genere thriller diretta da Marvin Kren che racconta una versione romanzata, tra giallo e noir, degli esordi del giovane Sigmund Freud, oggi più noto come il padre della psicanalisi. Vedremo Freud sulle orme di un serial killer nella Vienna del XIX secolo e con al suo fianco una sensitiva e un detective. Del cast principale di Freud fanno parte Robert Finster (Freud), Ella Rumpf (Fleur Salomé) e Georg Friedrich (Alfred Kiss). Tra gli altri interpreti troviamo Christoph Krutzler, Mercedes Müller, Rainer Bock, Philipp Hochmair, Anja Kling, Heinz Trixner, Lukas Miko, Aaron Friesz, Brigitte Kren, Martin Zauner, Johannes Krisch e Mathias Stein. La serie, che debutta su Netflix il 23 marzo, sarà composta da otto episodi da 45 minuti ciascuno.
IL MISTERO DELLA MENTE UMANA
Considerato il fondatore della psicoanalisi e il padre della psicologia contemporanea, la serie televisiva Freud è ambientata nel 1886 a Vienna, dove le teorie rivoluzionarie del giovane Sigmund Freud incontrano una forte opposizione da parte dei colleghi e della società. Il giovane Sigmund si ritroverà a indagare sul caso di un serial killer assieme alla sensitiva Fleur Salomé e l’ispettore Alfred Kiss, severo membro della polizia viennese nonché veterano di guerra. Con loro al suo fianco, Freud si ritrova presto nel mezzo di una cospirazione omicida che ha tenuto in sospeso l’Austria. Marvin Kren, che ha diretto diversi film horror come Blutgletscher e Rammbock, con Freud entra in un nuovo territorio narrativo, ma rimane fedele al suo stile provocante intrecciando frammenti della biografia di Sigmund Freud con elementi di crimine, mistero e orrore per creare un viaggio ipnotico nelle profondità dell’anima umana. “Vogliamo mostrare un Freud inedito e mai visto prima: un uomo in cerca di riconoscimento, intrappolato tra due donne, tra ragione e istinto. La sua psicoanalisi e il concetto di Es, ego e super-ego non sono stati creati dal nulla: sono basati sulle esperienze di un genio travagliato che ha sperimentato tutti gli aspetti dell’umanità”, hanno commentato gli sceneggiatori. Freud è una serie prodotta da Netflix insieme all’emittente pubblica austriaca ORF, Bavaria Fiction e Satel Film con il supporto della Filmfonds Wien and Media.
CURIOSITÀ SUL PERSONAGGIO
Cosa sappiamo del papà della psicologia contemporanea? Sigmund Freud è nato il 6 maggio 1856 a Freiberg, nell’odierna Repubblica Ceca. Riconosciuto come il fondatore della psicanalisi, identificò nell’inconscio la sede degli istinti e dei desideri, e nei conflitti irrisolti la causa d’isterie e nevrosi di ogni uomo. Oggi le sue teorie sono tra le più stimate ma al tempo furono guardate con sospetto. Freud aveva un’inseparabile Chow Chow femmina, considerava la sua presenza durante le sedute di psicanalisi imprescindibile e rassicurante per il paziente. Si dice che Freud fosse ossessionato dal numero 62 e che per questo motivo non soggiornasse mai in una stanza d’albergo con questo numero. Il famoso divano dove psicanalizzava i pazienti era un regalo di una paziente, la signora Benevenisti, e l’idea di fare stendere i pazienti su quel divano gli venne quando praticava l’ipnosi scoprendo che era più facile fare entrare le persone in trance se distese. “Ho bisogno di un sacco di cocaina. Il tormento, la maggior parte delle volte, è superiore alle forze umane”, scriveva nel 1895. Freud soffriva di terribili mal di testa e sia da racconti sia da altre testimonianze si sa cercava di curare questa forte emicrania con la cocaina. Questa droga Freud iniziò a usarla all’età di 28 anni per calmare anche gli attacchi di ansia di cui soffriva e ne fu dipendente fino ai 40 anni.
– Margherita Bordino
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