“Orgoglio italiano”. Il meglio del cinema di casa nostra su Rai Movie

Rai Movie ripropone alcuni dei film italiani più belli degli ultimi anni. Una selezione varia di genere e sentimenti, che spazia da Gomorra di Matteo Garrone a Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek.

Che bello il cinema italiano! Rai Movie in un tempo così particolare per il nostro Paese sceglie di celebrare il cinema di casa nostra, non quello classico ma quello più recente, quello che negli ultimi anni ci ha resi orgogliosi e ha portato diversi spettatori nelle sale cinematografiche. “Orgoglio italiano”, questo il titolo della rassegna, propone una serie di titoli per allietare le serate delle famiglie in isolamento forzato. Serate che posso godere di diverse storie e generi dal crime al musical. Ad aprire la selezione cinematografica è stato il film Gomorra di Matteo Garrone, un film che unisce cronaca, letteratura e cinema, seguito da Il Divo  di Paolo Sorrentino.

VELOCE COME IL VENTO DI MATTEO ROVERE

Giovedì 26 marzo Stefano Accorsi e Matilda De Angelis sono i protagonisti di Veloce come il vento di Matteo Rovere. Il film racconta una complicata storia familiare immersa in un adrenalinico mondo fatto di corse e automobili. Il primo film veramente sincero di Matteo Rovere dopo Un gioco da ragazze e Gli sfiorati in cui comunque il regista dimostra un grande talento. Un film di genere che attinge alla matrice atletica tipica di film come Rocky o Flashdance, aggiungendo un pizzico di follia e adrenalina.

SENZA NESSUNA PIETÀ DI MICHELE ALHAIQUE

I protagonisti di Senza nessuna pietà, interpretati da Pierfrancesco Favino e Greta Scarano, sono figli della criminalità, il loro incontro farà scegliere loro di cambiare vita. Il film, in onda sabato 28 marzo, è il debutto di genere di un regista conosciuto prima come attore in Boris, La prima linea, Benvenuto Presidente!. Senza nessuna pietà è un film di grande tensione emotiva in cui i personaggi entrano in perfetta empatia con lo spettatore e Roma viene mostrata svuotata di ogni cosa come solo ora possiamo sentire.

L’ORA DI RELIGIONE DI MARCO BELLOCCHIO

Con Sergio Castellitto e Piera degli Esposti, il film L’ora di religione racconta la crisi spirituale di un pittore agnostico venuto a conoscenza del processo di beatificazione della madre scomparsa. Marco Bellocchio che mai delude, firma un film perfetto e rigoroso. Sarcasmo, tenerezza e sfrontatezza. Un film che provoca una serie di differenti emozioni e sensazioni. Bellocchio “gioca sporco” usando le armi della dialettica e della cultura.

MINE VAGANTI DI FERZAN ÖZPETEK

Uno dei tanti film corali di Ferzan Ozpetek. Uno dei pochi che tutti amano. Fanno parte del cast Riccardo Scamarcio, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Ilaria Occhini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini e Daniele Pecci. Al centro del racconto, ambientato in Puglia, c’è la stravagante famiglia Cantone proprietaria di uno dei pastifici più grandi del Salento. Una famigli a tratti malinconica e altri patetica. Dal giusto realismo e dai colori caldi.

SUBURRA DI STEFANO SOLLIMA

Dopo il coraggioso ACAB e la serie televisiva Gomorra, il regista Stefano Sollima si cimenta con un “romanzo criminale” adattato in sceneggiatura da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, insieme a Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Una regia impeccabile ed energica che poco ha a che vedere con la successiva e omonima serie tv. Il film di Sollima è un vero godimento visivo del genere: la mafia che comanda e gestisce Roma.

SONG’E NAPULE DEI MAINETTI BROS

Song’ e Napule è un film che ammicca al musical e parte dal poliziesco. Viene prima di Ammore e malavita e prepara i Manetti Bros a un successo straordinario di critica. Con Song’ e Napule viene umiliata la camorra e vista con affetto la polizia. A farne un grande e godibilissimo film sono Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso e Peppe Servillo, muse dei due registi.

IL RACCONTO RACCONTI DI MATTEO GARRONE

Il racconto dei racconti è il fantasy che Matteo Garrone si è concesso dopo tanta cruda realtà. Il fantasy che ha scelto di portare sul grande schermo come metafora del reale ma che non ha ricevuto molto consenso di pubblico. Un film visionario, simbolista, enigmatico con una costruzione scenica eccezionale. I soli costumi di Massimo Cantini Parrini lasciano qualsiasi spettatore a bocca aperta per la grande bellezza e maestosità, e dove necessario mostruosità.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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