All’asta fotogrammi originali e foto del set de Il gabinetto del Dottor Caligari
A poco più di cento anni dall’uscita (in Germania, nel febbraio del 1920), la prestigiosa casa mette all’incanto 55 fotografie di scena del grande classico del cinema espressionista girato da Robert Weine, che segnò la nascita del genere horror.
Si tratta di un corpus fotografico dal valore straordinario, considerando che le fotografie e le immagini promozionali de Il gabinetto del Dottor Caligari sono state battute all’asta solo in rarissime occasioni, così come rare sono state, in passate, le occasioni per vederle nelle raccolte pubbliche museali; fra queste, il Los Angeles County Museum of Contemporary Art e il Metropolitan Museum of Art di New York. Elemento d’interesse in questo straordinario gruppo di fotografie, il fatto che documentino molte delle scene psicologicamente e visivamente più visionarie, efficaci e disturbanti del film, quelle che lo accreditarono come il primo vero film horror nella storia del cinema. Fino al 3 aprile alle ore 12 (fuso orario di New York), sul sito di Sotheby’s sarà possibile fare offerte per l’acquisto. La base d’asta è di 13.000 sterline.
UN HORROR METAFORA DELLA REALTÀ
Il film narra la storia di un folle, diabolico medium con doti d’ipnotizzatore, che manipola un sonnambulo per eseguire una serie di omicidi. La trama, di per sé assai macabra, è in realtà l’allegoria degli eventi politici dell’epoca: il Dr. Caligari impersonava il governo tedesco durante la prima guerra mondiale, mentre il sonnambulo simboleggiava i soldati addestrati a funzionare alla stregua di macchine per uccidere. Una riflessione amara sulla deriva dell’umanità, in un certo senso premonitrice di quello che sarebbe accaduto con la Seconda Guerra Mondiale. Considerato il capostipite dell’espressionismo cinematografico tedesco, il film si avvalse di Willy Hameister alla direzione della fotografia, il quale riuscì a ricreare le inquietanti atmosfere ideando angolazioni di ripresa particolarmente inquietanti, con prospettive distorte, tagliate, illusorie. Al suo lavoro si affiancò quello dello scenografo Hermann Warm, coadiuvato dai pittori e scenografi espressionisti Walter Reimann e Walter Röhrig: insieme eseguirono fondali su tela dipinta, ispirati ai modelli pittorici di Ernst Ludwig Kirchner. Nel film, anche un pezzo d’Italia: al momento della scelta dell’accompagnamento musicale della pellicola, Robert Wiene optò per Verklärte Nacht, una composizione per archi di musica d’avanguardia, composta da Arnold Schönberg; ma la volle nella versione diretta dal maestro e compositore Giuseppe Becce (nato a Lonigo nel vicentino, ma trasferitosi a Berlino nel 1906) con l’orchestra della Decla-Bioscop AG.
– Niccolò Lucarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati