20 anni senza Vittorio Gassman, mattatore del cinema italiano
Vent’anni fa ci lasciava Vittorio Gassman, un vuoto incolmabile per il cinema italiano. Genio versatile, attore instancabile e con un grande temperamento teatrale, Gassman deve a Mario Monicelli il successo cinematografico iniziato con “I soliti ignoti”
Vittorio Gassman è l’attore teatrale per antonomasia. L’attore del dopoguerra, periodo in cui fonda una propria compagnia prima di entrare, insieme a Paolo Stoppa, in quella diretta da Luchino Visconti. Il “primo” Vittorio Gassman era un bravissimo attore in teatro, considerato però mediocre al cinema. Il suo sembrava essere un destino segnato ma a ribaltarlo fu un Maestro, Mario Monicelli. Fu lui a litigare coi produttori che non lo volevano e lo impose come il capo gang sbruffone e romantico in I soliti ignoti. Era il 1958 e accanto a Totò, Gassman si impose al grande pubblico e trovò fiducia nei distributori. Da qui un percorso in salita tra cinema, tv e sempre teatro. Vittorio Gassman non era di origine romana ma la Capitale è stata la sua culla di formazione. Era nato a Genova il 1 settembre del 1922 ed era il secondo figlio di un ingegnere tedesco e di una casalinga toscana. È stato sposato tre volte e da tutti e tre i matrimoni sono nati dei figli. La prima moglie fu Nora Ricci, la seconda Shelley Winters e la terza Diletta D’Andrea, che gli è stata accanto dal 1970 fino alla morte, nel 2000. A questi tre matrimoni si aggiungono diverse relazioni importanti, una delle quali con l’attrice Juliette Mayniel, che gli diede un figlio, l’attore Alessandro Gassmann.
GASSMAN: INNAMORATO DELLA VITA MA MALINCONICO
“Recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con altre. È una specie di schizofrenia”, diceva del suo mestiere Vittorio Gassman. Uomo innamorato follemente della vita ma al tempo stesso molto malinconico, che in più di una circostanza – come anche nella sua autobiografia – non ha nascosto i suoi cambiamenti d’umore che facilmente scivolavano nella depressione. Gassman si definiva “una persona goffa” e che proprio per questo amava travestirsi, trasformarsi in attore. Una trasformazione ineccepibile, incredibile, riconosciuta e stimata a livello internazionale. “Nel teatro basta il talento per sfondare mentre nel cinema no. Il cinema rivela chi sei, è una radiografia”, raccontava in un’intervista del 1995. “In un film l’imbecille non può fare che la parte di un imbecille. In teatro, invece, uno si può nascondere. Io ho conosciuto grandi imbecilli che erano anche grandi attori di teatro. La televisione è ancora più scandagliante del cinema. Il primo piano ti rivela per quello che sei, la telecamera è più snodata della macchina da presa, più indagatrice, ti scava dentro. Insomma, in Tv, l’imbecille viene fuori subito”. Se da un lato Ettore Scola, Mario Monicelli e Dino Risi sono stati i suoi grandi amici e compagni di set, Gassman non ha mai sacrificato o negato il legame con il palcoscenico. Negli anni Sessanta infatti Parigi, Buones Aires e New York hanno accolto i suoi spettacoli da poliglotta. E conoscere le altre lingue ha aiutato l’attore a sbarcare anche a Hollywood. E quando arrivò il momento di tirare le somme e, nel 1977, Gassman fece un revival-inventario sulla sua vita, 7 giorni all’asta, uno spettacolo lungo un’intera settimana, poi seguito da 4 risate in famiglia al quale collaborarono amici e parenti.
GASSMAN: UNA VOCE INCONFONDIBILE
“Simba lascia che ti dica una cosa che mio padre disse a me. Guarda le stelle. I grandi re del passato ci guardano da quelle stelle. Perciò quando ti senti solo ricordati che quei re saranno sempre lì per guidarti. E ci sarò anch’io”. Quanti non conoscono questo momento cult di un grande classico Disney? Ebbene, la voce di Mufasa, nella versione italiana de Il re Leone del 1994 è quella di Vittorio Gassman. Il suo volto è noto ma la sua voce non è da meno. Una di quelle voci che si riconoscono a occhi chiusi! Una voce calda, paterna, colma di sentimenti ed emozioni. Gassman rientra in quella generazione di attori dalla voce importante, particolare, perentoria. Una voce che diventa arte stessa e che aiuto il movimento del corpo e la mimica quando necessaria. Gassman non fa parte della tradizione del doppiaggio italiano. Si è prestato poche volte, in tutto quattro o cinque, impegnandosi sempre al massimo. Al contrario, amava leggere anche per gli altri e in rete si possono ascoltare – e vedere – alcune letture di poesie che fanno parte della nostra storia letteraria.
I FILM PIÙ CELEBRI SU SKY CINEMA
Vittorio Gassman è ricordato da tanti amanti del cinema per il suo talento vulnerabile e cangiante e nel giorno del ventesimo anniversario dalla sua morte Sky Cinema sceglie di omaggiare quest’uomo e artista attraverso alcuni dei film più famosi: Questi fantasmi, diretto da Renato Castellani, con Sophia Loren, liberamente ispirato all’omonima commedia di Eduardo De Filippo; C’eravamo tanto amati, uno dei capolavori di Ettore Scola con un super cast di cui fanno parte anche Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi; I mostri, uno dei film più iconici di Gassman con numerose sue maschere memorabili, con la regia di Dino Risi e con Ugo Tognazzi; Il sorpasso, una delle pellicole più celebri del cinema italiano, con Jean-Louis Trintignant e Vittorio Gassman impeccabili a bordo della loro Lancia Aurelia B24.
–Margherita Bordino
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