L’italianissimo Alberto Sordi: ripartono le celebrazioni nel centenario dalla nascita
Il 15 giugno 2020 l’attore Alberto Sordi avrebbe compiuto cento anni. Prima del lockdown l’Italia e Roma si preparavano a festeggiarlo e ora finalmente si comincia.
È stato Il Marchese del Grillo, lo Sceicco Bianco, il Borghese piccolo piccolo. Alberto Sordi è stato tante cose, tante facce, tante sfumature nel cinema italiano. Chi lo celebra solo per i suoi personaggi avidi e meschini fa un grande errore. Nell’anno del suo centenario bisogna festeggiare questo attore ricordando alcune tappe del suo percorso artistico non semplicissimo ma di grande successo. Insieme a Aldo Fabrizi e Anna Magnani, Alberto Sordi è anche espressione massima della romanità cinematografica di quegli anni. Nato nel rione Trastevere da un professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, e da una insegnante elementare, aveva due sorelle. Negli anni dell’infanzia visse a Valmontone e frequentò la scuola elementare “Armando Diaz”, dove iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette. Cantò inoltre prima come soprano nel coro di voci bianche della Cappella e poi come basso. Studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica per un certo periodo della giovinezza.
UNA VOCE RICONOSCIBILE DA SUBITO
Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per la casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all’Accademia dei filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi commerciali ma l’esperienza in accademia si rivelò fallimentare: a causa della sua percepibile inflessione dialettale romanesca venne mandato via. Rientrato a Roma, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà, apparendo nel film kolossal Scipione l’Africano. Da questo momento il ruolo della comparsa iniziò a essere ripetuto insieme alle prime esperienze da doppiatore. La sua voce è riconoscibile anche nei film di Frank Capra La vita è meravigliosa del 1946. È proprio la voce lo strumento principale del percorso artistico di Albero Sordi.
DALLA RADIO AL CINEMA
La Radio è il primo amore di Sordi. Il luogo in cui la sua voce calda e ferma ha conquistato una prima fetta di pubblico italiano. La radio è stata per Alberto Sordi un vero laboratorio di idee e sperimentazioni, da cui sono nati personaggi come il “Signor Dice”, suo vero marchio di fabbrica, e il “Compagnuccio della Parrocchietta”, che sarà protagonista del programma “Vi Parla Alberto Sordi”, primo nel suo genere ad avere il nome del conduttore nel titolo. Ma anche “Mario Pio” e il “Conte Claro”. Tutti personaggi che anni fa hanno reso Alberto Sordi popolare e che oggi lo rendono ancora attuale e universale. Sono i personaggi che evidenziano la prima comicità di Albeto Sordi, quella capace di coinvolgere tutti senza differenze. La genesi del suo successo di Alberto Sordi parte dai microfoni di Radio Rai, e prosegue a più tappe tra tante difficoltà, poco riconoscimento iniziale e una determinazione incrollabile e senza limiti.
FINALMENTE IL GRANDE CINEMA
La popolarità cinematografica di Sordi arriva negli ’50. Gli anni della rinascita sociale e culturale, gli anni dei personaggi del realismo. Con Federico Fellini lavora nel 1952 per Lo Sceicco Bianco e l’anno successivo per I vitelloni, poi Steno lo chiama per Un giorno in pretura, Un americano a Roma e Piccola posta. In questi anni in molti lo identificano con personaggi approfittatori, indolenti, infantili. E con questi personaggi arriva il successo. Chi ama Alberto Sordi non può infatti non ricordare a memoria qualche battuta del suo Ferdinando Moriconi (detto Nando), logorroico e ossessionato dal mito dell’America in Un americano a Roma. Con questi film e nel pieno degli anni ’50 Alberto Sordi diventa un nome del cinema italiano. Con l’avvento imminente e successivo della commedia all’italiana è lo stesso attore a dare vita a una moltitudine di personaggi che identificati dalla critica cinematografica, da lui poco amata, con l’italiano medio, collaborando anche al soggetto e sceneggiatura dei film interpretati. Fino agli anni ’90 Alberto Sordi non si risparmiò mai al cinema e all’italianità che per decenni ha scelto di raccontare sul grande schermo.
QUALCHE CURIOSITÀ SU ALBERTO SORDI
La sua prima grande occasione nel cinema gli viene data da Mario Mattoli nel film I tre aquilotti su un soggetto del figlio del Duce, Vittorio Mussolini (sotto pseudonimo), sull’amicizia tra tre allievi aviatori. Nel mondo del cinema Federico Fellini era sicuramente l’amico più caro di Alberto Sordi, un’amicizia nata molto prima delle loro collaborazioni. Si racconta che dopo aver sposato Giulietta Masina, Federico Fellini andò a vedere Sordi a teatro e dal palco l’attore disse al pubblico: “Non sono andato alle nozze di questo mio amico perché stavo qua, fategli un regalo che costa poco: un applauso“. La celebre battuta “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno…” è una delle più famose del cinema italiano e Sordi raccontava spesso che fosse stata girata in un solo ciak. Inoltre, dopo avere girato il film, Un americano a Roma, Sordi partì per gli Stati Uniti con il produttore Goffredo Lombardo, perché doveva girare Un romano a New York ma poi il film saltò. Alberto Sordi nella sua lunga carriera ha ricevuto 9 David di Donatello, 6 Nastri d’argento, un Orso d’oro e un Orso d’argento a Berlino, un Golden Globe e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
–Margherita Bordino
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