Maledetto Modigliani: il film dedicato al grande artista arriva nelle sale italiane
Dal 12 al 14 ottobre con Nexo Digital arriva al cinema un film d’arte dedicato al grande pittore italiano. Firma la regia del documentario Valeria Parisi. Insieme a lei un gruppo di donne per un film al femminile dedicato al maestro delle “veneri del secolo scorso”.
Uno dei migliori film d’arte di sempre. Maledetto Modiglianiha un’architettura significativa e diversa dalle solite costanti del genere, pur restando nella linea del documentario tipo, ricco di interviste e interventi. La vera e piacevole novità sta nell’avere scelto di affidare, come fosse un personaggio di finzione, a Jeanne Hébuterne, la più sofferta e speciale tra le amanti di Modigliani, lo svelamento della sua arte, della sua formazione e della sua creazione. Maledetto Modiglianiè il film evento che arriva in sala dal 12 al 14 ottobre con Nexo Digital. Il docufilm è diretto da Valeria Parisi, scritto con Arianna Marelli su un soggetto di Didi Gnocchi, e racconta la vita e la produzione di un artista amato e imitato in tutto il mondo.
LE DONNE, LIVORNO E PARIGI
“Ci siamo domandate, mentre eravamo ancora in fase di scrittura, quale dovesse essere, la voce che lo raccontava e volevamo trasmettere un’immagine inedita e diversa di Modigliani, ma allo stesso tempo partecipata”, spiega la regista Valeria Parisi. “Andando avanti con le ricerche sono emerse una quantità tale di storie e di intrecci che mostrano un personaggio tutto fuorché isolato. La sua storia personale si incrocia con la storia dell’arte del ‘900 a Parigi, le sue donne arrivavano dall’estero ed erano artiste. Ci voleva qualcosa che tenesse insieme tutto in una maniera forte e da questo è nato il bisogno di non fare un voice over tradizionale e di trovare un altro tipo di escamotage”. È una donna, infatti, a narrare la storia di Amedeo Modigliani, la sua donna, la sua musa, la “maledetta” Jean – interpretata da Caterina Fantetti. Questo sguardo femminile protagonista avvolge anche le città di Livorno e Parigi, luoghi dell’anima dell’artista (che nella prima era nato e nella seconda aveva deciso di vivere), entrambe immerse e circondate dell’acqua. “C’è di certo un approccio anche sentimentale”, continua la regista. “Io amavo molto Modigliani anche prima di dedicarmi a questo film. Questo amore è una storia antica che viene dalla mia famiglia. In fondo è un po’ una dedica anche a mia madre che era appassionata di Modigliani e aveva alcune sue riproduzioni dentro l’anta del suo armadio che io, fin da piccola, guardavo e osservavo”.
LA STORIA DI MODIGLIANI
Amedeo Modigliani è nato a Livorno da famiglia ebrea e ha vissuto la parte più importante della sua breve vita a Parigi dove è anche morto. È stato pittore e scultore. La sua produzione conta oltre 400 quadri autentici, una trentina di sculture e molti disegni, oltre 3000. Di lui il regista Paolo Virzì, anch’egli livornese, dice nel documentario: “è una figura singolare calata perfettamente nel suo tempo”. Di certo non un artista fortunato che in vita non ha avuto il meritato riconoscimento. Se un suo quadro al tempo veniva venduto circa 10 franchi, oggi i suoi pezzi vengono battuti all’asta per centinaia di milioni di dollari e i suoi nudi esercitano un fascino particolare sui collezionisti del Sol Levante. Modigliani era un uomo che amava le donne, incline alle dipendenze, provinciale e al tempo stesso genuino, elegante, un artista molto dotato. Le maggior parte delle donne che compaiono nei suoi dipinti sono personaggi neutri, che non esistono e si rifanno al tema della cariatide o della kore greca. Queste figure di Modigliani conservano tuttavia un’elevata sensualità nelle forme, anch’esse lontane dal reale. Se per molti artisti dell’epoca, e non solo, la droga era una sorta di portale per accedere ad altre visioni, per Modigliani la pittura era il risultato di quel mondo inatteso e parallelo. Con Maledetto Modiglian iemerge un ritratto a 360° dell’uomo e dell’artista. Un uomo medio con diversi pregi e difetti, un artista visionario, sensibile, attento al presente che stava vivendo e che lo circondava.
– Margherita Bordino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati