Sportin’ life, il regista Abel Ferrara per il sesto capitolo di SELF
Il film che il celebre regista ha presentato Fuori Concorso alla 77esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia è la sesta parte del progetto artistico prodotto da Anthony Vaccarello per Saint Laurent “SELF”
Sportin’ life è il film nuovo film di Abel Ferrara, regista dalle mille idee che ormai non manca nessun festival importante. Sportin’ life racconta uno spaccato di vita in modo inedito e si colloca nel grande progetto artistico prodotto da Anthony Vaccarello per Saint Laurent SELF. I precedenti capitoli del progetto curato dal direttore creativo della maison francese includono: l’interpretazione del brand da parte di Wong Kar Lai in A Night in Shanghai “SELF 05”, quella di Gaspar Noè con Lux Aeterna “SELF 04”, di Bret Easton Ellis con The Arrangement “SELF 03”, di Vanessa Beecroft per “SELF 02” e Daido Moriyama per “SELF 01”. Con questo sesto capitolo, il regista Abel Ferrara si mette in primo piano dando uno scorcio della prospettiva contemporanea del mondo attuale, secondo il suo punto di vista.
IL MONDO DI ABEL FERRARA
Abel Ferrara ci fa entrare con uno sguardo molto spontaneo e naturale nei suoi momenti di vita quotidiana. Si capisce così il vero legame con gli amici, i colleghi e si percepisce pienamente come lavoro e vita privata si fondano tra di essi al 100% e come l’uno dipenda dall’altro. Il film racchiude un mix di momenti in cui vediamo il regista inquadrato ed altri in cui è egli stesso a tenere in mano il telefono/telecamera, per riprendersi. Uno dei protagonisti del film, insieme al regista e alla moglie Christina Ferrara, è Willem Dafoe: l’attore infatti è una delle figure principali della pellicola e traspare in tutta la sua naturalezza ed energia interminabile. Tra i due emerge affinità e coesione, ricordando i tempi passati come fossero davvero due amici cresciuti assieme e per certi aspetti rimasti sempre gli stessi, legati da una vera amicizia. Tra i vari temi toccati da questo sesto capito di “SELF” è inevitabilmente anche quello della pandemia, dato che il film è stato girato proprio nel periodo del primo lockdown.
LO STILE DEL SESTO CAPITOLO DI SELF
Quello che lega profondamente il direttore creativo di Saint Laurent e il regista Abel Ferrara è una particolare estetica. Nel film sono ricorrenti scene e inquadrature senza filtri: riprese veloci di un mercato dove sono accasciati animali senza vita o scene collegate alla religione. Il film alterna diversi stili: dal documentario più “homemade” con focus personale e un punto di vista privato, a inserimenti di film d’archivio che definiscono l’estetica dell’immagine e ne fanno percepire una precisa profondità, conferendo al film un’identità cupa e intrigante allo stesso tempo. La leggerezza, ma allo stesso tempo la padronanza con cui il regista Abel Ferrara gestisce argomenti molto profondi, fa del protagonista del film una sorta di icona, come se nulla possa davvero scalfirlo e come se il suo sguardo potesse davvero andare oltre le cose e scovarne sempre la verità.
SELF CON ALBEL FERRARA: UN RACCONTO SENZA FILTRI
Quello che si deduce dal film è sicuramente una grande connessione tra il brand sostenitore dell’iniziativa e il regista: non solo l’estetica di quest’ultimo, ma proprio uno stile di vita, del tutto fuori dagli schemi, senza filtri né barriere. Una sensazione, quella data dal film di Abel Ferrara, di voler trasmettere un’energia e una determinazione che vanno a superare diverse barriere del mondo contemporaneo. Anche le costrizioni più nascoste, quelle celate dietro ad ideali che possono essere considerati giusti e sani. In questo estrapolato di vita del regista, queste costrizioni vengono completamente oltrepassate e superate, dando spazio ad un’espressione semplicemente più autentica.
– Luisa Pagani
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