Il dietro le quinte del cinema raccontato da quattro serie tv internazionali
Quattro serie tv totalmente differenti tra loro che raccontano il dietro le quinte dell’industria cinematografica tra ironia, romanticismo e approfondimento. Dall’esilarante e dissacrante Boris alla movimentata Chiami il mio agente!, dalla documentaria Pixar alla seducente Hollywood
“Sai, è un secolo che non vado al cinema se non per lavoro. Così, per piacere”, dice Andréa. E Arlette le risponde: “Se le cose non vanno, c’è sempre il cinema”. Questo scambio di battute avviene alla fine di un episodio di Chiami il mio agente!, una serie tv francese che racconta il dietro le quinte di una parte dell’industria cinematografica, quell’industria che non fa solo contenuti di intrattenimento o cultura, ma che impiega e coinvolge in essa un numero illimitato di persone tra artisti, tecnici, maestranze, esperti della comunicazione e molto altro. In Italia, una serie in tal senso è Boris. Serie tv di riferimento che porta lo spettatore nella vita sul set, e lo fa in modo sarcastico ma al tempo stesso sincero. A livello internazionale ci sono altre serie che in modo del tutto differente tra loro hanno raccontato in questi anni quello che non si vede e che delle volte, nel bene o nel male, tra realtà e finzione, viene dimenticato o non preso in considerazione. Proponiamo quindi quattro serie tv che svelano artefatti, “misteri”, gioie, divertimenti, giochi di potere, momenti di creazione, programmi di inclusione, insomma… luci ed ombre dell’industria cinematografica tra storie vere, storie presumibilmente vere, ispirate a o di mera finzione.
– Margherita Bordino
CHIAMI IL MIO AGENTE! – DIETRO LE QUINTE DI UNA PROFESSIONE
Chi sono più capricciosi: gli agenti o gli attori? Chiami il mio agente!, serie francese giunta alla quarta e forse ultima stagione, segue le vicende di un gruppo di agenti della ASK che nella buona e nella cattiva fede cercano tutti i giorni di tutelare il lavoro dei loro clienti. Chiami il mio agente! mostra in particolare il dietro le quinte di una professione, quella dell’agente, che in modo abbastanza confuso, a volte scorretto, da vero giocatore di poker, cerca il modo migliore per garantire alle star di cui si occupa una giusta e degna visibilità pur di non perdere quel 10% di guadagno. Perché si, l’entertainment non è solo intrattenimento o arte, dietro ad esso ci sono delle logiche e degli schemi che appartengono un po’ a tutte le professioni. Chiami il mio agente! è in realtà una lettera d’amore ben scritta – veramente brillante – nei confronti del cinema. Mostra le apparenze di questo settore ma anche i successi e le gioie che si condividono con la propria squadra e con il pubblico. Ogni episodio di Chiami il mio agente! segue le vicissitudini degli agenti e delle loro star, mischiando commedia e dramma. Di stagione in stagione grandi star hanno sposato questa serie al punto da partecipare nei propri panni. Da Cécile de France a Fabrice Luchini, da Gilles Lellouche a Jean Dujardin, da Juliette Binoche a Isabelle Adjani, da Isabelle Huppert a Jean Reno, da Monica Bellucci a Sigourney Weaver. Tra le più puntate più belle ci sono sicuramente quelle dedicate al Festival di Cannes e alla cerimonia dei Cesar! Con Chiami il mio agente! il mondo dello spettacolo è da vero binge watching e in queste settimane ci si chiede: ci sarà un’altra stagione? E se si facesse un film? Questa è una di quelle serie che addetti ai lavori e spettatori non vogliono assolutamente perdere o lasciare andare, almeno per il momento.
HOLLYWOOD – DIETRO LE QUINTE DEGLI STUDIOS
Come sarebbe oggi l’industria cinematografica se negli anni ‘40 a Hollywood ci fossero stati meno pregiudizi e più inclusione? Ryan Murphy con la sua Hollywood (disponibile su Netflix da maggio 2020) fa un vero meta-racconto di quello che è l’universo degli Studios. Come si pensa a un film, come ci si prepara, come si ragiona per la sua produzione e come per la sua distribuzione. Una serie che porta lo spettatore indietro nel tempo, nel dietro le quinte del sistema, lì dove tutto è possibile, ma a che costo? Hollywood è una serie romantica, che sogna, compie un viaggio indietro nel tempo lì dove tutto poteva cambiare ed essere oggi più semplice. In Hollywood ci sono sceneggiatori e attori di colore, omosessuali, esplicite dinamiche di potere – divise tra sesso e denaro -, un pronunciato e accentuato maschilismo, e le regole del compromesso per raggiungere il successo. Tutti argomenti che oggi sono attualissimi, molto discussi; dinamiche che si sono consolidate nel passato e che forse non saranno mai del tutto superate. Hollywood racconta le difficoltà, le alienazioni ma anche la voglia e il desiderio di riscatto e di rivoluzione. Hollywood è un mix perfetto di finzione e realtà. Lo stesso Murphy usa la parola “faction”: metà fatti e metà fiction, personaggi e storie vere contaminati e mischiati con personaggi e storie inventate. Nella serie compaiono Vivian Leigh che in Via col Vento interpretò Rossella O’Hara, l’attrice sino-americana Anna May Wong, Rock Hudson, Hattie McDaniel che fu la prima afroamericana a vincere un Oscar e il temutissimo agente delle star Henry Willson. Gli altri personaggi, quelli di finzione, sono ispirati da altri fatti che uniscono però queste due dimensioni. E in tempi come quelli che stiamo vivendo Hollywood, che non ha trovato il consenso di tutti, è in realtà una vera perla. Fa sognare, fa fantasticare, regala “la partecipazione” a una bellissima notte degli Oscar come forse non l’avremo nella primavera 2021.
PIXAR – DIETRO LE QUINTE DELLA MAGIA
Si tratta di una docuserie. Pixar – Dietro le quinte, disponibile su Disney+, è un viaggio all’interno e alla scoperta ravvicinata di una delle case di produzione cinematografiche più amate al mondo. La serie è composta da quattro raccolte, contenenti ognuna cinque brevi storie che riguardano un tema definito. Si parte dalla “Ispirazione”: Kemp Powers racconta come le sue esperienze personali hanno influenzato una precisa scena di Soul; Deanna Marsigliese racconta di come nasce un personaggio, di quello che è il suo percorso creativo e artistico; Steven Hunter parla del corto Out; Jessica Heidt introduce al programma definito per fare in modo che tra i personaggi ci sia parità di genere; Dan Scanlon ci fa entrare nella sua sfera personale per scoprire cosa lo ha spinto a creare Onward. Con questa docuserie non solo siamo calati nel dietro le quinte, nel “dentro” della Pixar, ma è dato modo di toccare con mano come i sogni possono diventare realtà proprio perché costruiti da persone comuni che mettono molto della loro vita personale al servizio dell’intrattenimento classico o innovativo. Quando è stata presentata Pixar – Dietro le quinte, la Disney ha diffuso un breve trailer: “Non esiste un ‘tipico giorno’ alla Pixar. C’è sempre qualcuno che lavora fino a tardi. Questa è una catena di montaggio e ogni dettaglio che vedete sullo schermo è stato discusso da 75 persone. Bisogna credere nello spirito della collaborazione”.
BORIS – SUL SET
Forse la serie tv che resta senza rivali in fatto di “dietro le quinte”, seppur con uno sguardo prettamente italiano. Boris è un capolavoro indiscusso. Affonda nel pieno sarcasmo tutto il suo essere e oltre un cast azzeccatissimo, si poggia su una scrittura intelligente e provocatoria, poco a che vedere con la citatissima “F4 – basito”. Boris porta lo spettatore sul set della soap opera Gli occhi del cuore, una produzione televisiva di bassissima qualità e di budget irrisorio. Tre stagioni che i fan hanno visto e rivisto, di cui si recitano battute a memoria anche nella vita quotidiana, tutte accompagnate da grandi risate e da un senso di amarezza profondo. Chi lavora nel settore può riconoscere chi sono alcune delle figure del panorama cinematografico e televisivo a cui sono ispirati i numerosi personaggi, ma diciamo che il pregio di Boris è proprio quello di andare ben oltre e di avere saputo conquistare anche chi non è un addetto ai lavori. Un successo assoluto e sicuramente inaspettato. Un successo che in tanti vorrebbero continuasse con una nuova stagione a distanza di anni, ma di cui molti hanno il timore. È da mesi che si vocifera di una quarta stagione forse in collaborazione con Netflix. Se fosse così, banalmente, potrebbe essere un continuum del capolavoro o un grandissimo flop. La paura è tanta. René, Stanis, Corinna, Itala, Duccio, Biascica sono personaggi intoccabili della storia della serialità televisiva italiana. Sono i protagonisti di un vero cult che loro stessi hanno reso tale. In Boris c’è il regista che sogna il cinema d’autore, l’attore che si sente perfetto quando invece è mediocre, l’attrice incapace, i soliti raccomandati che si trovano ovunque per non parlare del team frustrato e sottopagato. Boris ha permesso a tantissimi spettatori di ridere, di sorridere di una condizione sgradevole che in molti vivono taciutamente in prima persona e spesso nascosta dai riflettori e dai lustrini. Nonostante ciò, è un contenuto leggero, popolare e che abbraccia tutti, andando ben oltre il set cinematografico e fornendo un quadro preciso delle dinamiche che in esso prendono vita.
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