Colette, il documentario premiato agli Oscar creato per un videogioco
Premiato come miglior cortometraggio documentario, “Colette” ha una storia singolare: è stato realizzato per un videogioco in Realtà Virtuale.
Durante la serata di premiazione degli Academy Awards della Academy of Motion Picture Arts and Sciences, chiamati anche premi Oscar, l’opera Colette ha vinto il premio come Best Documentary (Short Subject), cioè come miglior cortometraggio documentario. La particolarità di Colette è che nasce, però, per un videogioco e all’interno di un videogioco in Realtà Virtuale, Medal of Honor: Above and Beyond dello studio Respawn Entertainment di Electronic Arts, una delle più grandi multinazionali videoludiche. È la prima volta che un’opera prodotta da uno studio di sviluppo di videogiochi vince un Academy Award, ma nel 2017 un trailer del videogioco Everything di David OReilly era diventato candidabile agli Oscar come miglior cortometraggio animato dopo aver vinto il premio della giuria del VIS Vienna Shorts.
LA STORIA DI COLETTE
Colette, diretto da Anthony Giacchino e realizzato insieme a Oculus Studios, segue il viaggio in Germania di Colette Marin-Catherine, che durante la Seconda Guerra Mondiale ha fatto parte, insieme a tutta la sua famiglia, della Resistenza francese. Accompagnata da una studentessa diciassettenne, Lucie Fouble, che lavora a un progetto del museo francese La Coupole, l’ormai novantenne Marin-Catherine visita per la prima volta il campo di concentramento di Mittelbau-Dora, dove i prigionieri venivano obbligati a lavorare ai missili balistici V2 tedeschi e dove morì suo fratello.
In circa 25 minuti, Colette prova e spesso riesce a raccontare in modo piuttosto complesso i movimenti di resistenza, la storia di una famiglia, il rapporto che personaggi e luoghi diversi hanno con il passato, la problematicità della rappresentazione del dolore e l’evoluzione del rapporto tra Marin-Catherine e Fouble.
DOCUMENTARI E VIDEOGIOCHI
Colette è un documentario sulla memoria, ma è incentrato su una donna che è piena di dubbi sul valore di questa memoria e che, prima della realizzazione del cortometraggio, aveva deciso di non mettere mai più piede in Germania. Sembra a volte una meditazione sui limiti dello stesso racconto che stiamo guardando. “Non capisco come questi dettagli macabri possano aiutare i tuoi studi.” dice a un certo punto Marin-Catherine a Fouble. “Aiuta a raccontare la storia di tuo fratello, in modo che il passato possa essere ricordato” risponde la ragazza. “Ecco, ci avevo messo tanto tempo a dimenticare…” conclude Marin-Catherine. Gli autori cercano di scomparire, limitandosi a osservare con una distanza anche rispettosa, ma guardando Colette sorgono domande su quanto gli eventi siano magari non proprio costruiti ma almeno indirizzati. Marin-Catherine ha raccontato alla testata francese Tendance Ouest che “durante il viaggio, le telecamere e chi le manovrava sono stati invisibili,” ma il viaggio stesso nasce appositamente per realizzare il documentario (per una introduzione al ruolo dell’osservatore nelle opere documentaristiche e in generale nel racconto della realtà consigliamo il fumetto Corpicino di Tuono Pettinato).
IL SUCCESSO DI COLETTE
Originariamente, Colette faceva parte della documentazione inclusa all’interno della modalità “Galleria” di Medal of Honor: Above and Beyond, una raccolta di cortometraggi documentaristici che è possibile sbloccare giocando (si tratta di tradizionali film non realizzati in Realtà Virtuale). Il videogioco non ha ricevuto un’accoglienza particolarmente calorosa da parte della critica, a differenza di altri videogiochi di Respawn Entertainment. Ma il suo cortometraggio Colette è stato acquistato e distribuito dalla testata The Guardian e, con la vittoria come miglior cortometraggio al Big Sky Festival, ha guadagnato il diritto di accedere ai premi Oscar.
Colette è disponibile gratuitamente sul canale YouTube di The Guardian, sul sito della testata e su Oculus TV.
‒ Matteo Lupetti
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